Odessa Città dell’Ucraina (993.120 ab., stima 2017), capoluogo dell’oblast´ omonima (33.300 km2 con 2.377.230 ab. nel 2020), 30 km circa a NE dell’estuario (liman) nel quale sfocia il Dnestr, su un ripiano a 50 m ca. di altitudine, che limita la steppa e s’incurva ad anfiteatro lungo un ampio golfo del Mar Nero. Il clima è semicontinentale, con discreta escursione tra le medie invernali e quelle estive e scarsa piovosità. O. è un notevole centro industriale, con un’ampia gamma di industrie metallurgiche e meccaniche (macchine utensili, ferroviarie, agricole e costruzioni aeronautiche): presenta inoltre una notevole industria petrolifera, grandi impianti per la cantieristica navale, industrie alimentari e di beni di largo consumo. L’industria chimica produce fertilizzanti, vernici e prodotti farmaceutici. La più estesa e attrezzata area industriale si trova a N del porto, lungo la linea di costa. Il porto è dotato di importanti attrezzature ed è base di pescherecci. O. è inoltre un centro culturale, con una università fondata nel 1865 e numerosi istituti di ricerca. Presso il liman, a S del porto, vi sono numerosi centri balneari e luoghi di cura.
Città dell’Impero ottomano, fu conquistata dai russi nel 1789, che costruirono il porto dando luogo a un rapido sviluppo della città. Bombardata nel 1854 dalla flotta anglo-francese durante la guerra di Crimea, riprese poco dopo la sua ascesa industriale. Durante la rivoluzione del 1905 gli operai s’impadronirono del porto e grazie all’appoggio della corazzata Potëmkin, che aprì il fuoco sulla città, resistettero per più giorni. Nel periodo fra le due guerre O. si sviluppò come grande città industriale. Occupata nel 1941 da truppe tedesche e romene, fu liberata il 10 aprile 1944.
All'interno del conflitto bellico esploso nel Paese nel febbraio 2022 a seguito dell'invasione russa, la città - obiettivo strategico la cui perdita precluderebbe all'Ucraina lo sbocco sul mare - ha assistito all'avanzata russa da est, con l'esercito nemico giunto a Mikolayiv, a 130 km di distanza, e l'area occidentale occupata dalle forze russe dislocate nell'enclave separatista della Transnistria. Nei mesi successivi, a seguito dell'intensificarsi degli attacchi, la città è stata sottoposta a pesanti bombardamenti via mare che hanno causato ingenti danni a strutture civili e impianti energetici.
Nel 2023 il centro storico della città è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità Unesco; nel luglio dello stesso anno la Cattedrale della Trasfigurazione è stata parzialmente distrutta da raid aerei russi.