CAMPOGALLIANI, Odoardo Francesco
Nacque a Ostellato (Ferrara) il 3 marzo 1870 da Cesare e da Chiara Vantini. La morte del padre lo sorprese adolescente, e lo costrinse a provvedere al mantenimento dei fratelli minori: così, a 17 anni, intraprese la professione familiare del burattinaio. Sognatore, solitario, tra una recita e l'altra studiava testi classici e visitava monumenti.
Portò dapprima nei rioni popolari e nei borghi di Ferrara Fasolino, Sandrone, Balanzone, Brighella, Arlecchino, Tartaglia, presentandoli senza orpelli, falsi ermellini e cappe principesche, ma restituendo loro i panni dimessi delle umili vicende quotidiane, con perizia tecnica e senso d'arte. Poi mosse verso i maggiori teatri dell'Emilia e della Lombardia, arricchendo i suoi burattini di tocchi ironici a fondo bonario, soprattutto quando li faceva cantare, su motivi composti da lui, con una grazia incantevole. Fasolino, già celebre a Bologna, divenne quasi una sua creatura per il senso d'umanità che seppe infondergli: da monello scaltro e sorridente, divenne un giovane eroe paesano alle prese con piccole e a volte crepuscolari avventure; già nel 1890, a Salsomaggiore, luogo dei convegni dei burattinai, l'arciduca Alberto d'Austria frequentava il suo teatrino per sentir suonare il burattino. Definito da G. Grasso, puparo d'origine, l'iniziatore di un'arte nuova, il C. ebbe tra i suoi ammiratori E. Novelli, E. Ferravilla, F. Benini, E. Zago, E. Scarpetta che accorrevano a confondersi col pubblico plaudente. Invitato all'estero, non vi si recò mai, e non si spinse al di là del Trentino.
Il 19 apr. 1919 a Firenze, nel saloncino del Politeama, inaugurò il "Teatro del Mondo Piccino", diretto da B. Bacci, con Le avventure di Fasolino, che suscitarono applausi e risate da parte dei numerosi convenuti, ragazzi e adulti. Fino al 25 maggio il pubblico poté assistere alla rappresentazione delle farse e delle azioni teatrali di maggior successo: Fasolino professore di flauto, Fasolino morto a Venezia e resuscitato altrove, Fasolino soldato, Fasolino fra i briganti, Fasolino.
Durante e dopo una lunga malattia che l'aveva costretto all'inattività, il C. si dette a scrivere sonetti in vernacolo mantovano, bolognese e veneziano, di schietto sapore paesano (M. Bardini gli pubblicò, postumo, il lieve sonetto in mantovano Le rondanine, dove l'autore s'incanta ad osservare una rondine che nutre la sua nidiata). Insieme con F. Carli compose la sua prima commedia, Chi da nualtar la taca miga! in 3 atti, rappresentata al teatro Andreani di Mantova il 25 nov. 1930 dalla compagnia stabile La Virgiliana. Scritta in mantovano, prendeva di mira quel "male parigino" che mina l'animo della donna, soffocandone i sentimenti più genuini: successo pieno e applausi agli autori e agli attori, tutti filodrammatici. Stava preparando col Carli un'altra commedia dal titolo Regina dela Fera, quando, colpito da un attacco cardiaco, spirò a Mantova il 15 genn. 1931. Le due commedie (la seconda compiuta dal Carli in 3 atti) furono pubblicate postume, in quest'ultima città, nello stesso anno.
Liberandosi dai confini delle due categorie di burattinai, coloro che rappresentavano i drammi di cappa e spada e coloro che si servivano del repertorio derivato dalla commedia dell'arte, e sfuggendo sia ai limiti dei primi, che presumevano di far giungere al pubblico un surrogato del teatro agito da attori veri, sia agli espedienti triti e volgari dei econdi, che si rivolgevano a contadini ingenui, o ignoranti, il C. volle presentare a spettatori colti e smaliziati le figure dei burattini coi loro caratteri originali, senza nobilitarli o immiserirli, mutuando, se mai, dal teatro delle maschere, la pratica dell'improvvisazione e della contaminazione, sempre sorvegliata, però, perché circoscritta dalla sua profonda sensibilità e da un sicuro intuito delle capacità espressive dei suoi personaggi.
Fonti e Bibl.: Comune di Mantova, Ufficio di anagrafe; necrologio, in Corriere della sera, 16 genn. 1931; Il Giornale d'Italia, 24 genn. 1931; La Nazione, 20, 24, 26 aprile, 4, 8, 25 maggio 1919; La Voce di Mantova, 26 novembre 1930; B. Bacci, Teatro del Mondo Piccino, Firenze 1919, pp. 7-11;F. Castellino-I. Ferrari, Baracca e burattini, Torino 1936, pp. 65, 79, 50, 90-93, 168; M. Bardini, Mantova "la terra di Virgilio", Mantova 1944, 3ªdi copertina.