odore
Il sostantivo, nel senso di " buon odore ", " profumo ", è frequente nel Purgatorio, nel Paradiso e nel Convivio. Nel Fiore è usata la forma ‛ olore '. Spesso è specificata la natura e l'origine dell'o., che è di rose in Cv IV XXVII 4 e 7, o genericamente di fiori in alcune tra le più belle immagini poetiche del Purgatorio e del Paradiso: così nella valletta di Pg VII 80 (natura... / di soavità di mille odori / vi facea uno incognito e indistinto), o sulle rive del miro gurge, in Pd XXX 67 (poi, come inebrïate da li odori, / riprofondavan sé nel miro gurge); c'è invece o. di ‛ pomi ' nel sesto girone del Purgatorio (Pg XXIII 34 e 68).
Nel Paradiso il sostantivo è usato talvolta in senso figurato per esprimere la fragranza dell'atmosfera, della luce, degli stessi spiriti celesti: così gli spiriti che formano l'aquila che appare a D. nel cielo di Giove, paragonati prima a rubini, vengono apostrofati come perpetüi fiori / de l'etterna letizia, che pur uno / parer mi fate tutti vostri odori (Pd XIX 24); così nel giardino in cui è la candida rosa gli Apostoli sono indicati come li gigli / al cui odor si prese il buon cammino (XXIII 75): immagine, quest'ultima, ricavata dalla seconda epistola di Paolo ai Corinzi (2, 14-15): " Deo autem gratias, qui semper triumphat nos in Christo Iesu et odorem notitiae suae manifestat per nos in omni loco; quia Christi bonus odor sumus ". Un uso figurato è ancora in Pd XXX 126 Nel giallo de la rosa sempiterna, / che si digrada e dilata e redole / odor di lode al sol che sempre verna, dove il concetto mistico dell'immensità, del bagliore, della beatitudine di quella rosa, che esalta la grandezza di Dio, è completato e integrato dall'idea delle lodi di Dio che promanano da essa come un profumo inebriante.
Vedi anche OLORE.