ODRISÎ ('Οδρύσαι, Odrysaei)
Popolazione dell'antica Tracia abitante la valle superiore dell'Ebro con capoluogo Orestia (Adrianopoli). Nella prima metà del sec. V a C. compare nella storia il piccolo stato, che viene esteso, per virtù di Tere, capostipite della dinastia, a nord fino alle rive del Danubio, a est fino alla Propontide, occupando la regione del Tonzo e dell'Ergine con la città di Cipsela. Successo al governo il figlio Sitalce, questi (431-424) estese il regno odrisio fino alla costa del mare tracio e al Chersoneso, combattendo i Peoni e Perdicca e conquistando Abdera ed Eno. La divisione dello stato tra i successori di Sitalce e i conseguenti dissidî tra Medoco e Seute II ebbero per risultato la debolezza interna che li costrinse, loro malgrado, ad accogliere l'alleanza di Atene (389). Raccolta l'eredità di Seute, il figlio Coti, dopo avere tolto di mezzo gli altri correggenti e i pretendenti al trono, che ostacolavano i suoi disegni imperiali, regnò per un periodo di 24 anni (383-359) ampliando il territorio tracio fino a Bisanzio e tentando di rendersi padrone dell'Ellesponto con l'invadere gli stabilimenti ateniesi di Perinto e di Sesto. La sua politica espansiva e la sua efficienza militare con i generali ateniesi Caridemo e Ificrate (quest'ultimo egli aveva legato a sé dandogli in moglie una sua figlia), avevano creato ad Atene una situazione incerta. Atene cercò di venire a un'intesa, ma fu poi liberata da ogni difficoltà con l'uccisione di Coti a opera dei due fratelli Pitone ed Eracle. La connivenza di Atene, sia pure indiretta, con essi è probabile per il premio della cittadinanza e di una corona aurea conferito da Atene agli assassini La fine violenta e imprevista di Coti ebbe per contraccolpo la divisione del regno (358) e la cessione del Chersoneso agli Ateniesi. Il figlio ed erede Cerseblepte dovette cedere una parte del territorio a Berisade e Amadoco. Alla loro morte egli cercò invano di ricostituire l'unità del regno. Ma Filippo di Macedonia, non contento di spodestare gli eredi di Berisade e Amadoco, Cetripori e Tere III, conquistò nel 341 anche la parte di Cerseblepte. All'impero macedonico Seute III cercò di ribellarsi (330), ma fu di nuovo ridotto alla soggezione dal diadoco Lisimaco (313). Più tardi, come alleati, gli Odrisî parteciparono col loro re Coti II alla terza guerra macedonica, e furono, insieme con Perseo, vinti da Roma a Pidna (168); ebbero però, in grazia forse delle loro virtù militari, riconosciuta da quella una sfera d'influenza in Tracia, cercando Roma di avere in essi un baluardo contro le altre tribù barbare e una scolta contro tentativi di restaurazione nazionale in Macedonia.
Bibl.: W. Dittenberger, Ketriporis von Thrakien, in Hermes, XIV (1879), p. 298 segg.; A. Höck, De rebus ab Athen. in Thracia gestis, Kiel 1876 id., Das Odrysenreich, in Hermes, XXVI (1891); V. Strazzulla, Di Kotys I e Kersebleptes re di Tracia, in Klio, III (1903); id., La serie dei re Odrisii, in Bessarione, VI (1902); P. Foucart, Les Athéniens dans la Chersonèse de Thrace au IVe siècle, in Mém. d. l'Ac. d. Inscr., XXXVIII (1909); A. Ferrabino, Per Tere, Sparadoco e Sitalce, ecc., in Boll. fil. class., XVIII (1911); id., I figli di Sitalce, ecc., ibid., XIX (1912); id., I regni di Seute II, ibid., XX (1913); A. Solari, Sui dinasti, degli Odrisi, Pisa 1912; G. De Sanctis, Storia dei Romani, IV, i, Torino 1923, pp. 288-89, 361.