Vedi OESCUS dell'anno: 1963 - 1996
OESCUS (Οἶσκος; Colonia Ulpia Oescus)
Città di origine tracia presso l'odierna Ghighen, distretto di Pleven, Bulgaria settentrionale, alla confluenza dell'Iskar - dal quale prese il nome - col Danubio, in ottima posizione strategica e di traffico, sede della V Legione Macedonica, poi elevata a colonia da Traiano. Riprese importanza militare con l'abbandono della Dacia nel 275 e con la costruzione del ponte costantiniano sul Danubio.
Identificata dal Marsigli nel 1717, scavata disordinatamente e in piccola parte al principio del 1900 dai Bulgari, e recentemente da una Missione italiana e di nuovo dai Buigari (scavi in corso). Di forma pentagonale irregolare, circondata da muro e fossato, si espanse più tardi fuori della prima cerchia nella quale pare fosse racchiuso anche il Castellum. Fornita di due acquedotti. La Missione italiana con varî saggi in città identificò il decumanus e mise in luce fuori le mura un edificio termale absidato, con cunicoli sotterranei, della metà del III sec.; fondò inoltre un museo sul posto. L'opera edilizia delle legioni è documentata da molti bolli laterizi; ceramiche e metalli lavorati provano rapporti con industrie italica e celtica. La maggior parte delle iscrizioni e dei monumenti appartiene al II sec. e testimonia genti d'Asia Minore e della provincia gallica, la costituzione della città e numerosi culti religiosi. Su grandi architravi in pietra sono gli stessi elementi decorativi dei sarcofagi caratteristici di questa zona: festoni, maschere e motivi di genere, di un sorprendente stile romano-barbarico-asiatico. Le stele funerarie, con frontone triangolare e più tardi decorate del tralcio ornamentale, si distinguono dai due gruppi vicini di Ratiaria e di Novae. Compare anche il medaglione isolato con busto. Nelle statue femminili motivi dell'arte di Afrodisiade; notevoli un mosaico con èmblema rappresentante una scena di un'opera sconosciuta di Menandro: gli Achei; una statua colossale di dea e un torso di Atena.
Bibl.: C. M. Danoff, in Pauly-Wissowa, XVII, 1936, c. 2033-38, s. v.; A. Frova, Lo scavo della Missione arch. it. in Bulgaria, in Bull. Ist. Arch. e St. Arte, X, 1943; ibid., XI, 1948, p. 73; S. Ferri, Arte romana sul Danubio, Milano 1933, pp. 381 e 386; id., Motivi ornamentali nell'arte romana del medio e basso Danubio, Roma 1933; T. Ivanov, Rimska mazaika ot Ulpia Eskus, Sofia 1954; A. Frova, Antichi monumenti religiosi di Oescus, in Studi Mistrorigo, Vicenza 1953, pp. 63-80.