offensione
Latinismo, esclusivo della Commedia. È in particolare l'offesa fatta a Dio (Pg XVII 82 quale offensione / si purga qui nel giro dove semo?), cioè il " peccato ", la " colpa ", significato che è costante in Iacopone (Peccator, chi t'ha fidato 35; Fede, Spene e caritade 14), in Chiaro (La mia vita 16), in Bonagiunta (Tal è la fiamma 31) e in altri; v. anche OFFENDERE; Offesa.
Con il valore meno specifico ma più intenso indica il " colpo ", l' " offesa " anche fisica che potrebbe venire a Virgilio da parte dei diavoli della bolgia dei barattieri, ma che egli comunque saprebbe rintuzzare: If XXI 61 per nulla offension che mi sia fatta, / non temer tu: " A senso: come che mi trattino, checché accada... " (Mattalia).
Analogamente, il termine allude, nella predizione di Ciacco (la parte selvaggia / caccerà l'altra con molta offensione, If VI 66), non solo alle " offese ", ma anche ai " danni " che i Neri subiranno da parte dei Bianchi, " in quanto, oltre agli altri mali e oppressioni ricevute da' Neri, furono le condannagioni pecuniarie grandissime, tanto più gravi a' Neri che a' Bianchi, quanto aveano meno da pagare, perché poveri erano per rispetto de' Bianchi " (Boccaccio). " Fuerunt banniti de aere et persona ", commenta incisivamente Benvenuto.