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offensione

Enciclopedia Dantesca (1970)
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offensione


Latinismo, esclusivo della Commedia. È in particolare l'offesa fatta a Dio (Pg XVII 82 quale offensione / si purga qui nel giro dove semo?), cioè il " peccato ", la " colpa ", significato che è costante in Iacopone (Peccator, chi t'ha fidato 35; Fede, Spene e caritade 14), in Chiaro (La mia vita 16), in Bonagiunta (Tal è la fiamma 31) e in altri; v. anche OFFENDERE; Offesa.

Con il valore meno specifico ma più intenso indica il " colpo ", l' " offesa " anche fisica che potrebbe venire a Virgilio da parte dei diavoli della bolgia dei barattieri, ma che egli comunque saprebbe rintuzzare: If XXI 61 per nulla offension che mi sia fatta, / non temer tu: " A senso: come che mi trattino, checché accada... " (Mattalia).

Analogamente, il termine allude, nella predizione di Ciacco (la parte selvaggia / caccerà l'altra con molta offensione, If VI 66), non solo alle " offese ", ma anche ai " danni " che i Neri subiranno da parte dei Bianchi, " in quanto, oltre agli altri mali e oppressioni ricevute da' Neri, furono le condannagioni pecuniarie grandissime, tanto più gravi a' Neri che a' Bianchi, quanto aveano meno da pagare, perché poveri erano per rispetto de' Bianchi " (Boccaccio). " Fuerunt banniti de aere et persona ", commenta incisivamente Benvenuto.

Vocabolario
offensióne
offensione offensióne s. f. [dal lat. offensio -onis, der. di offendĕre «offendere», part. pass. offensus], ant. – Offesa: la parte selvaggia Caccerà l’altra con molta o. (Dante).
selvàggio
selvaggio selvàggio (ant. salvàggio) agg. e s. m. (f. -a) [dal provenz. salvatge, che è il lat. silvatĭcus: v. selvatico] (pl. f. -ge). – 1. agg. a. Di pianta, che vive e cresce nelle selve, selvatica, non coltivata: L’olmo fronzuto, e...
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