offerta
Presente una sola volta, in Pd V 50, in senso rituale (v. OFFRIRE). Nel brano risulta distinto da offerere (necessitato fu a li Ebrei / pur l'offerere, ancor ch'alcuna offerta / si permutasse), significando il verbo l'atto in sé stesso e il sostantivo l'oggetto del sacrificio.
Con riferimento piuttosto approssimativo a Lev. 17, il poeta afferma che si poteva mutare qualche offerta, ma mai l'offerere: precedente analogico alle leggi del voto cristiano.
In Fiore CCIII 1 indica l'o. amorosa che Bellaccoglienza fa di sé all'Amante, prima che intervengano Schifo, Vergogna e Paura.