OFTALMOSCOPIA (dal gr. ὀϕϑαμός "occhio" e σκοπέω "osservo")
Metodo di esame, praticato in oculistica, con il quale è possibile esplorare l'interno del globo oculare. Per comprendere il principio sul quale si fonda l'oftalmoscopia è necessario richiamarsi alla legge dei fuochi coniugati secondo la quale i raggi che provengono da un oggetto seguono esattamente lo stesso cammino di quelli che provengono dall'immagine di esso. Se su una lente convergente si fanno cadere dei raggi emananti da una sorgente luminosa posta a distanza finita, detti raggi si vanno a riunire dietro la lente stessa in un punto chiamato fuoco coniugato; se poi la sorgente luminosa si pone dove si forma detto fuoco coniugato, i raggi emergenti dal lato opposto della lente si riuniscono là dove nel primo caso era situata la sorgente luminosa. Questa legge si può riportare da una semplice lente al sistema diottrico dell'occhio ed essa spiega perché noi normalmente scorgiamo nera la pupilla, anche se la illuminiamo con una fiamma posta avanti ad essa. Infatti, per poter vedere il riflesso rosso del fondo sarebbe necessario che l'occhio dell'osservatore si trovasse nel cono luminoso formato dai raggi che, provenienti dalla retina illuminata, vanno a riunirsi nella sorgente luminosa, e ciò non è possibile perché, in tal caso, i raggi che dovrebbero illuminare l'occhio verrebbero intercettati. La possibilità di vedere il riflesso rosso del fondo si ha solo allorquando l'occhio osservato è fortemente ipermetrope o fortemente miope.
Nel 1851 H. L. F. v. Helmholtz pensò di non illuminare direttamente l'occhio, ma di riflettere in esso la luce raccolta da una sorgente luminosa mediante una lastra di vetro piano. Allora i raggi che dalla retina tornano alla lastra di vetro, poiché questa è divenuta sorgente d'illuminazione, in parte l'attraversano, e se l'occhio osservatore è posto dietro di essa riceverà alcuni di questi raggi e vedrà il riflesso rosso del fondo: in tal modo il Helmholtz realizzò le condizioni di porre l'occhio osservatore nel fascio di raggi che provengono dall'occhio. L'oftalmoscopio originario di Helmholtz venne in seguito modificato e presentemente è formato da uno specchio piano o concavo nel cui centro è un piccolo foro attraverso il quale l'osservatore può ricevere i raggi che provengono dal fondo dell'occhio illuminato. Con l'oftalmoscopia è possibile stabilire la causa o le cause che possono aver determinato una diminuzione visiva o addirittura la cecità in occhi che apparentemente possono sembrare normali. L'oftalmoscopia è utilissima anche nel campo della medicina generale, poiché spesso è dato osservare nel fondo particolarità che rivelano l'esistenza di stati patologici di varî organi (cervello, apparato renale e cardiovascolare) e anche malattie generali (tubercolosi, sifilide). L'oftalmoscopia può farsi: 1. con il metodo indiretto, o esame a immagine rovesciata; 2. con il metodo diretto, o esame a immagine diritta.
Oftalmoscopia a immagine rovesciata. - Questo metodo si fonda sul fatto che i raggi che fuoriescono convergenti dall'occhio formano, nel punto del loro incrocio, un'immagine aerea rovesciata. Da ogni punto del fondo oculare illuminato partono dei raggi che escono dall'occhio paralleli nel caso che esso sia emmetrope, convergenti se ipermetrope, divergenti se miope. Allo scopo di ottenere, in ogni caso, raggi convergenti, basta porre avanti all'occhio osservato una lente fortemente convessa. In tal modo l'occhio dell'osservatore, posto dietro l'oftalmoscopio, riceve l'immagine rovesciata del fondo e può rilevarne i particolari: per avere la posizione reale delle particolarità osservate è necessario fare, mentalmente, il rovesciamento dell'immagine.
Oftalmoscopia a immagine diretta. - Con questo metodo l'osservatore vede i particolari del fondo oculare nella loro posizione naturale. Questo esame richiede che l'osservatore stia vicinissimo all'occhio dell'osservato. Affinché poi l'immagine del fondo si formi con nitidezza sulla retina dell'osservatore, è necessario che questi abbia l'occhio adattato per i raggi che fuoriescono dall'occhio esaminato: a questo scopo esiste l'oftalmoscopio a refrazione, nel quale si ha un sistema di piccole lenti, concave e convesse, che si possono far passare successivamente dietro il foro centrale dell'oftalmoscopio. L'oftalmoscopia con il metodo indiretto dà un ingrandimento dell'immagine di circa quattro volte, quella con il metodo diretto di circa 14 volte; ma mentre nel primo caso l'estensione tlel fondo esaminato è notevole, nel secondo essa è molto più limitata.