ALFIERI, Ogerio
Nacque ad Asti nella prima metà del sec. XIII da Gandolfo. I più antichi documenti che lo ricordano lo mostrano intento a sistemare il patrimonio avito con acquisti, cessioni, divisioni di terre e case. Nel 1277, con i suoi fratelli e cugini, cedette al Comune astigiano le sue parti di signoria su Mombercelli, a condizione che negli statuti fosse inserito un capitolo che sancisse privilegi agli Alfieri per i beni che colà conservavano. Nello stesso anno ebbe, con altri, l'incarico di procedere, in Priocca, alla confisca e vendita delle terre spettanti alle famiglie dei Discalchi, Matarazzi e Obaudi, che avevano ceduto quel castello e la villa a Carlo d'Angiò e avevano guerreggiato contro Asti. Dieci anni dopo, dal maggio al settembre 1287, condusse un'importante inchiesta per conto del Comune, mirante a riconoscere i diritti astigiani in Priocca e stese una lunga, ordinata e particolareggiata relazione. Nel 1288 ebbe l'incarico di acquistare diritti e giurisdizioni su Mombercelli, Belveglio e altri castelli, con piena autorità e libertà d'azione; in due anni, egli stipulò ben ventinove convenzioni, ricevendo giuramenti di fedeltà e accordando cittadinanze. Anche in Cossano stipulò nel 1288 quindici contratti a nome del Comune e nel 1292 figurò tra i quattro Savi cui fu concessa la facoltà di trattare tutti gli affari del Comune astigiano.
A partire dal 1293 l'A. viene indicato come "sacrista" del Comune, cioè custode e conservatore dell'archivio comunale. Egli ebbe tale ufficio certamente prima del 1293, se nel 1292 suggeriva al podestà di Asti, Guglielmo dei Lambertini, bolognese, l'idea di formare una raccolta di tutti gli atti che costituivano i diritti del Comune, accompagnata da una cronaca. La formazione della raccolta fu ordinata il 9 ag. 1292, ed essa, con l'aggiunta di qualche documento posteriore, costituisce il celebre Codex Astensis. Nel 1294 l'A. sollecitò il recupero di alcuni documenti astigiani che si trovavano presso Margherita, regina di Francia e, ricevutili, ebbe la facoltà di trattenerli in casa sua, ove procedeva alla compilazione del Codex. Era un cronista preciso ed anche uno scrittore agile e conciso, come dimostrano la relazione sull'inchiesta condotta a Priocca e, soprattutto, la raccolta da lui fatta dei documenti astigiani e la breve Chronica, riassunto della storia di Asti, che si compone di una cinquantina di secchi capitoli, alcuni semplici appunti di poche righe; indipendente dai documenti del Codex e preposta ad essi, la Chronica si chiude alla data del 18 apr. 1294. L'A. deve, essere morto poco dopo.
Fonti e Bibl.: La Chronica è ed. in Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur, a cura di Q. Sella, II, Romae 1880, pp. 57-67. Sull'A. si veda: Codex, cit., I, Romae 1880, pp. 1i 18; G. Gorrini, Il Comune astigiano e la sua storiografia, Firenze 1884, pp. 110-147; G. Surra, Vicende della lotta tra il Comune astigiano e la Casa d'Angiò, Torino 1893, passim; E. Masi, Asti e gli Alfieri nei ricordi della villa di San Martino, Firenze 1903, capp. III e IV; E. Casanova, Tavole genealogiche della famiglia Alfieri, Torino 1903, tav. VI; G. M. Monti, La dominazione angioina in Piemonte, Torino 1930, pp. 12, 43, 57-58, 65, 67, 131.