OGMIOS
Divinità celtica assimilata ad Ercole.
La fonte principale su questa divinità è rappresentata da Luciano che nel dialogo La Diceria o Ercole racconta che i Celti danno ad Ercole il nome di O. nella lingua loro e dipingono l'immagine di questo dio in forme assai strane. Per essi era infatti un vecchio con fronte calva, canuto, con pelle rugosa, arsa e nera come quella dei marinai, tanto da crederlo un Caronte o un Giapeto o una delle divinità del Tartaro. Nonostante l'aspetto, ha peraltro tutti gli attributi di Ercole, la leontè, la faretra, la clava nella destra, l'arco nella sinistra. Con sottili catenelle di oro e di ambra, come collane, tiene legati molti uomini per le orecchie, che, invece di fuggire o resistere, seguono lieti il dio, e poiché questi ha le mani occupate dall'arco e dalla clava, le catenelle sono fissate alla sua lingua forata in punta; la pittura mostrava il dio che volge la testa agli uomini, sorridente, tirandoli con le catenelle fissate alla propria lingua. Luciano fa spiegare per bocca di un Celta il significato della rappresentazione di questa divinità che rispecchierebbe il concetto propriamente celtico della parola come attributo, non di Mercurio, ma più propriamente di Ercole, che, come sapiente, avrebbe vinto tutto con il parlare e con la persuasione, e non con la forza.
Si è discusso se Luciano abbia visto veramente una pittura celtica raffigurante questa divinità e se il nome Ogmios sia celtico grecizzato, oppure greco. Cesare non ricorda Ercole fra le divinità celtiche e mancano finora testimonianze del nome O. in iscrizioni. La descrizione di Luciano trova tuttavia un interessante confronto con la figurazione sul dritto di monete celtiche dove compare una testa maschile, che è peraltro giovanile e sbarbata, con capelli a riccioli attorti, con un piccolo cinghiale o un ippocampo sul cranio e un chiodo o raggio che esce o da un occhio o dalla radice del naso, o dal cranio. Dalla testa partono quattro catenelle con minuscoli vaghi di collana che terminano in piccole testine maschili giovanili. Il motivo delle catenelle a cui sono appesi i bustini umani presenta una certa concordanza con il motivo analogo della pittura lucianea. Si è anche visto in O. una divinità di carattere solare di origine fenicia diffusa specialmente nelle regioni costiere, ma sembra piuttosto di doverlo spiegare nell'ambito della religione celtica.
Bibl.: M. Ihm, in Roscher, III, 1897-1909, c. 682, s. v.; R. Peter, ibid., I, 1886-1890, c. 3020-3021, s. v. Hercules; Fr. Heichelheim, in Pauly-Wissowa, XVII, 1936, c. 2062, s. v.