OINOANDA
Città dell'Asia Minore sud-occidentale, posta su una collina sovrastante il villaggio di Incealiler, che permetteva il controllo della piana del Seki e della strada tra Fethiye e Antalia, nel punto in cui essa attraversava il fiume. Oltre alla piana del Seki il suo territorio comprendeva l'area montagnosa a S e a E.
La città venne probabilmente fondata agli inizî del II sec. a.C. Alcune fonti letterarie menzionano una Termessos Minor e talune iscrizioni fanno riferimento al «consiglio e popolo dei Termessi di Oinoanda». È stato ipotizzato che tali istituzioni appartenessero a una comunità vicina, ma distinta; ma poiché le iscrizioni provengono tutte da O., si dà per certo che quelle fossero le istituzioni ufficiali del centro, che avevano tratto il loro nome dalla sua fondazione come colonia di Termessos di Pisidia. Nella fase iniziale O. fece parte, assieme alle vicine Balboura e Boubon, di una tetrapoli a capo della quale era una città più grande, sita più a N, Kibyra. Nell'84 a.C. però il legato di Siila, Murena, sciolse la tetrapoli e le tre città minori vennero assegnate alla Licia, della quale continuarono a far parte nel corso di tutta l'età imperiale. Il periodo di maggior fioritura di O. è compreso tra l'età flavia e quella severiana; essa però continuò a esistere sino all'età bizantina e vi sono attestati alcuni vescovi tra il 381 e, l’879.
Le due strutture più antiche della città segnano anche la sua massima estensione: a S le fortificazioni ellenistiche, conservate quasi per l'intera altezza, a Ν il teatro, probabilmente di età augustea, con la scena più tarda. Un acquedotto, con conduttura in pietra, che portava l'acqua alla città da S e un edificio termale che da esso riceveva l'approvvigionamento, risalgono probabilmente all'età flavia: entrambi sono costruiti in opera poligonale. Nelle vicinanze rimane un secondo edificio termale, più grande, con una facciata ad archi su due piani. A NE di quest'ultimo si trova un'area aperta, la «Spianata», forse un'originaria agorà oppure un ginnasio, con un tempio dorico o una tomba a tempio (probabilmente flavio) a O e porticati a Ν e a S. In quest'ultimo era probabilmente collocata in origine la grandiosa iscrizione epicurea eretta da Diogene di O. alla fine del II sec. d.C.
Al centro della città si trova l'agorà, con la parte meridionale pavimentata, circondata da portici di ordine composito e da un gran numero di statue onorarie in bronzo. Sul lato E si conserva una piccola facciata con un timpano «siriano», identificata epigraficamente come un boukonistèrion (arena? parte di una palestra?). Di fronte a essa un arco segnava l'inizio della strada che conduceva alla porta O della città, mentre da un arco più semplice, posto presso l'angolo SE dell'agorà, un'altra strada portava verso S. La strada meridionale era in parte lastricata e colonnata, così come anche quella che dall'agorà, passando tra le due terme in direzione NE, portava alla «Spianata». A ciascuno degli edifici termali venne aggiunta una palestra con portici, mentre un'altra corte a peristilio fu costruita a O dell'agorà: tutti questi edifici si datano per lo stile o per la presenza di iscrizioni all'età antonino-severiana, che segnò il culmine nello sviluppo di Oinoanda.
A eccezione dell'ipotetico tempio dorico della «Spianata», nessun importante santuario è stato identificato nella città, anche se vi sono attestati numerosi culti. Su un dirupo a NE del centro vi è un santuario dedicato alle Ninfe con rilievi scolpiti nella roccia, sulle pendici più basse a NO, un santuario di Latona e uno di Apollo sui pendii a E.
A S e a E della città si trovano numerosi sarcofagi, mentre sono molto più rari a O; molti appartengono al tipo a ghirlande e parecchi coperchi sono decorati con un leone recumbente, frequente nei territorî di O. e di Balboura. Le tombe dotate di una struttura architettonica sono scarse: una di esse, a S della città, reca una lunga iscrizione con la genealogia di Licinia Flavilla.
In un momento indeterminato, dopo la metà del III sec. d.C., la città fu nuovamente fortificata. Lungo il lato occidentale il circuito delle mura seguiva l'andamento di quello di età ellenistica, mentre a S correva più vicino all’agorà di c.a 150 m; a Ν lasciava fuori il teatro e la «Spianata», di modo che l'area protetta risultava sensibilmente ridotta. Il circuito include al suo interno la chiesa principale, una basilica a SE dell'agorà, forse del V sec. d.C., ma blocca la strada NE, e lascia fuori dalle mura molte case tarde, che avevano riutilizzato nella costruzione blocchi di edifici pubblici romani. Un recinto con ambienti a cella sull'altura a SO dell'agorà potrebbe aver svolto funzione di fortezza interna. La data dell'abbandono definitivo resta sconosciuta.
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