ŌKUMA Shigenobu
Uomo di stato giapponese, nato a Saga, nell'isola di Kyūshū, nel 1838, morto il 9 gennaio 1922. Apprese per tempo l'olandese e l'inglese e poté così leggere opere politiche e sociali che formarono la sua mentalità e lo diressero verso la politica, contro la volontà dei suoi, che l'avevano destinato alla carriera militare. Abile e intelligente, spirito organizzatore, ma ambizioso e talvolta superficiale, egli fu fin dal principio in mezzo a tutte le mene che prepararono la rivoluzione del 1868 e, restaurata l'autorità imperiale, uno degli uomini politici più in vista. Sottosegretario di stato agli Esteri nel 1868, segretario di stato alle Finanze e all'Interno nel 1869, consigliere di stato dal 1870 al 1880, ministro delle Finanze dal 1873 al 1880, lasciò il potere nel 1881, ma vi tornò nel 1888 come ministro degli Esteri, con l'incarico di dirigere i negoziati per la revisione dei trattati. Le concessioni che egli dovette fare in tale occasione alle potenze estere gli tolsero il favore popolare, sollevandogli contro l'indignazione dei samurai patrioti, uno dei quali, Kurushima Tsuneki, lanciò una bomba sotto la sua carrozza, ond'egli dovette subire l'amputazione della gamba destra e dare le dimissioni. Fu di nuovo ministro degli Esteri nel 1896 e formò, due anni dopo, un gabinetto che durò solo sei mesi, dopo i quali si ritirò a vita privata. Fondatore e capo del partito progressista (kaishin-tō), lo lasciò nel 1901, dopo averlo diretto per più di vent'anni, per darsi tutto ai problemi educativi. Fondò nel 1883 l'università libera di Waseda, a Tōkyō, dedicandovi completamente la propria attività. Egli fu soprattutto un grande oratore, e per tale qualità molto noto anche in Europa.