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Olanda

di Giuseppe Francescato - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Olanda

Giuseppe Francescato

I rari accenni a D. che s'incontrano prima dell'Ottocento rivelano generalmente scarsa conoscenza del significato dell'opera dantesca; frequentemente D. è annoverato tra i precursori della riforma e i nemici del Papato (Jan van der Noot, 1568).

Un saggio del Settecento, firmato J.L., difende D. contro Voltaire, ma senza dimostrarne una conoscenza approfondita. All'inizio dell'Ottocento M. Siegenbeek scrive per primo un lungo saggio su D., e J.P. van Walree si volge di nuovo contro le critiche di Voltaire e di altri scrittori francesi. Nella seconda metà dell'Ottocento spetta ad A.S. Kok il merito di aver ridestato l'interesse per la critica dantesca, insieme con quello di aver tradotto per primo integralmente la Commedia (1863-64). Le celebrazioni del sesto centenario della nascita di D. danno però l'avvio a un'attività di studi e interpretazioni che, pur con qualche offuscamento più tardo, giustificano il giudizio complessivo che il contributo degli Olandesi agli studi danteschi non si possa dire piccolo, specialmente se si tiene conto della limitata area di diffusione della lingua olandese.

Agli studi su D. danno alimento, naturalmente, le traduzioni. Nella prima metà dell'Ottocento godono grande favore, come in altre letterature, gli episodi del conte Ugolino e di Francesca da Rimini; la cantica più conosciuta è l'Inferno (primo esempio di traduzione è quello del c. v, del poeta E.J. Potgieter, 1837; cui seguono quelle di U.W. Thoden van Velzen, e di J.J.L. Ten Kate, 1876). Subito dopo il centenario si moltiplicano le traduzioni integrali (J.C. Hacke van Mynden, 1867-73, nel metro originale; J. Bohl, 1876-80, in terzine olandesi). Nel periodo fra le due celebrazioni centenarie si pubblicano altre otto traduzioni integrali o parziali (integrali: H.J. Boeken, 1900-08; J.K. Rensburg, 1906-08; A.J.H. van Delft, 1920-21; A. Verwey, 1923). Si aggiungono le traduzioni della Vita Nuova (N. van Suchtelen, 1915; A.J.H. van Delft, 1920). La Commedia è tradotta nuovamente da B. van Oyen-Zeeman (1932), F. Bremer (1941-43, 19555); la Vita Nuova da H.W.J. Keuls (1951, 1961); la Monarchia da J. Asser (1940). Si possono ricordare le traduzioni di sonetti e rime, di A.S. Kok (1907), E.B. Koster (1909), A. Verwey (1917), e quella recente di dodici sonetti di H. van den Bergh (1965). Tutte le traduzioni hanno dato luogo a vivaci discussioni critiche.

Tra il 1874 e il 1885 molti contributi trovano accoglienza nella rivista " Onze Wachter " (" Il nostro guardiano "); altri, fra i più interessanti, sono pubblicati indipendentemente. Si riflette comunque in essi la varietà delle correnti spirituali e religiose dell'Olanda. Un primo libro su D. è pubblicato da J. Gunning nel 1870; carattere divulgativo ha il volume di A.T. Thompson (1905). Più tardi J.D. Bierens de Haan studia la Commedia in chiave mistico-panteistica (1914, 1953³), J. van Dijk ne dà invece un'interpretazione cabalistica (1919): tutti e due suscitano vivaci reazioni critiche. Nel 1921 vengono pubblicati tre libri che illustrano la vita e le opere di D. (B.H. Molkenboer, J.J. Salverda de Grave, F.J.B. Jansen), un volume collettivo (Dante. Omaggio dell'Olanda) e molti saggi e articoli; diversi fascicoli di riviste sono dedicati interamente alla celebrazione.

Si possono segnalare gli studi di T. van Hoogstraten, R.K. Kuipers, H. Boeken e del suo critico P.J. Termaat, riguardanti vari aspetti del pensiero dantesco. Della Vita Nuova e della figura di Beatrice si occupano J. van Dijk, P.J. Molenaar e A.J.H. van Delft, che tende a interpretare in modo originale il rapporto tra la Vita Nuova e la Commedia, suscitando critiche (C. Kops, J. Persyn) e adesioni (H. Padberg). H. Oort commenta fra l'altro il IV trattato del Convivio, K.H.E. de Jong esamina i rapporti tra D. e Lucano, F. Sassen si occupa della filosofia ai tempi di Dante. Tra le ricerche filologiche si devono menzionare gli studi di J.H. Hoogveld su Sigieri di Brabante (1913-14), nei quali accetta l'interpretazione del Mandonnet contro il Nardi; sullo stesso tema tornano J.V. de Groot e F.L.R. Sassen (nel 1922 e con diversa concezione nel 1958). J. Sassen studia invece il problema di Gioacchino da Fiore nella Commedia.

G. van Poppel propone (1932) una nuova interpretazione dei tre gradini all'entrata del Purgatorio. Problemi interpretativi sono pure trattati da Wirix-van Mansvelt, E. Morpurgo, A. van Duinkerken. Le idee politiche di D. sono oggetto di attento esame, da punti di vista e con risultati diversi, per opera di W. Mulder, F. Erens, F.C. Knappert, J. Huizinga, J.J. Salverda de Grave. Nel 1927 J.J. Kocken formula una nuova ipotesi, secondo cui la Monarchia sarebbe stata compiuta nel 1301. Su problemi di valutazione estetico-critica si soffermano A. Verwey, M.A.P. Poelhekke, A. Jolles. Il domenicano B.H. Molkenboer tratta di D. e i domenicani, il francescano W. Schmitz dei francescani. L'astronomia e astrologia di D. sono studiate da P.H. Burgers e J.P. Kuenen, e anche i rapporti fra D. e l'Islam suscitano molto interesse.

Dopo le celebrazioni del 1921 si ha una relativa stasi, i contributi si fanno più radi. A. Verwey discute il significato generale dell'opera di D. (1938), C.E. Knappert il sistema etico (1940). Una nuova introduzione a D. ci dà il de Beer (1955), e F.L.R. Sassen pubblica nel 1958 uno studio approfondito sul sostrato spirituale della Commedia. Pure al mondo spirituale di D. è dedicato il libro di A. Ariaens, intitolato Con D. a Dio (Met. D. naar God, 1955). D. vi è presentato come un maestro spirituale, sulla scorta di una rigorosa documentazione testuale che mette in rilievo i significati nascosti. Nel 1950 Fr. Bremer scrive un libro sul Paese che D. ha visto, e M.H. Fermin illustra nella sua prolusione (1959) lo sviluppo della critica dantesca. Una rinnovata fioritura di studi si ha intorno al 1965: viene fondata anche una Società Dantesca Olandese che pubblica un volume miscellaneo (Miscellanea dantesca), in cui figurano tra gli altri un articolo di M.J.P. de Jong sulla " comprensione incomprensione " dell'Inferno, una nota di J.P.Th. Deroy che segnala un acrostico nella preghiera di s. Bernardo, e un'altra di H. van den Bergh su Gli occhi di D., una nota sulle teorie linguistiche di D. di G. Francescato e una lista di frequenza della Commedia di M. Alinei.

Un contributo importante all'interpretazione dantesca è quello di A. Ariaens, che nel medesimo volume miscellaneo pubblica un articolo su D. e la Chiesa, e tratta lo stesso tema in un libro (D. en de Kerk, 1965) nel quale i pensieri positivi di D. sulla Chiesa, troppo spesso messi in ombra dall'attenzione esclusiva rivolta alle accuse di D. contro la gerarchia ecclesiastica, sono illustrati con profonda cognizione dell'argomento e modernità di giudizio. Ad A. Ariaens è stata assegnata nel 1967 la medaglia d'oro di Firenze per il più importante contributo straniero agli studi danteschi. Da segnalare inoltre un articolo di W. Asselbergs che sottopone ad analisi accurata il poemetto Florence di E.J. Potgieter. L'argomento non è nuovo, essendo stato toccato da W.G.C. Bywanck (1921) e M.A.P.C. Poelhekke (pure 1921, in un saggio sui letterati olandesi del 1880 collegati al nome di Dante).

Dell'influsso di D. sulla letteratura olandese ha trattato già il Persyn (1921). Utile come orientamento è la tesi di J.L. Cohen (1929). Saggi particolari trattano i rapporti tra D. ed Erasmo (J. Huizinga, 1921), D. e Vondel (B.J. Molkenboer, 1921, J.F.M. Sterck, 1922), D. e Hooft (Molkenboer, 1919), D. e J.F.H. Perk (W. Kloos, 1909). I contatti con altre letterature sono stati studiati da G. Busken-Huet (D. e il Roman de la Rose, 1921); R. Boon (L'amore cortese, 1961); J. Salverda de Grave; J.D. Bierens de Haan (D. e il Parzival di Wolfram, 1940); G. Giovannini (D. e Ezra Pound, 1961).

I pochi cenni dell'opera dantesca che si riferiscono a luoghi e popoli dei Paesi Bassi sono stati pure argomento d'indagine: A. Meerkamp van Embden studia Dove e come D. ricorda l'Olanda (1921), e C. Daenen respinge l'ipotesi che D., durante un viaggio in Inghilterra, abbia toccato le Fiandre (1926). J. Terlingen tratta invece il tema D. e il mito dei Frisoni (1965).

Un esame complessivo degli studi e dell'influsso dantesco in O. si deve a J. Terlingen (1965). La bibliografia completa dei contributi olandesi allo studio di D. fino al 1921 (a c. di J. Berg) e dal 1921 al 1965 (a c. di V. Lo Cascio e E. Peternolli) si trova nei volumi celebrativi dei due centenari.

V. anche SOCIETÀ DANTESCA OLANDESE.

Bibl. - Dante. Omaggio dell'Olanda, L'Aia 1921; Miscellanea dantesca, Utrecht 1965; J. Terlingen, D. nella cultura dei Paesi Bassi, in " Il Veltro " II (1958) 49-58; ID., D. nei Paesi Bassi, in D. nel mondo, a c. di V. Branca ed E. Caccia, Firenze 1965, 318-355 (rist. con leggere modifiche in Miscellanea dantesca, cit., pp. 9-58).

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