OLANDA
(olandese Holland)
Regione storica dei Paesi Bassi con il cui nome si indica oggi comunemente, ma impropriamente, l'intero regno dei Paesi Bassi (v. Belgio e Paesi Bassi). È attualmente suddivisa in due province: l'O. Meridionale, con capoluogo l'Aia, e l'O. Settentrionale, con capoluogo Haarlem.Il territorio dell'O. nella parte settentrionale si estende lungo una fascia costiera sul mare del Nord, mentre nella parte meridionale comprende anche alcune isole dell'estuario della Schelda. Nel Medioevo il territorio fece parte della contea d'O. e successivamente della provincia omonima.La regione entrò sotto il controllo dei Franchi con Carlo Martello, mentre la cristianizzazione della popolazione fu opera di monaci anglosassoni. In quest'epoca i centri abitati si dovevano concentrare sul cordone delle dune sabbiose costiere e lungo gli argini dei fiumi. Intorno al 900 a partire da questi centri fu istituita una contea, che assunse in seguito il nome di Olanda. Il primo conte della regione fu Teodorico I (922-939), figlio del nobile frisone Gerulfo. Teodorico e i suoi successori perseguirono una politica di progressivo allargamento del territorio, anche se il potere comitale sul popolo rimase puramente nominale. Il nome O. risulta usato ufficialmente per la prima volta nel 1101 per designare la contea che si estendeva tra il Kennemerland e il delta della Mosa.La bonifica del territorio venne avviata intorno all'anno Mille in vista di un suo sfruttamento agricolo. Sorsero allora piccoli insediamenti, alcuni dei quali, a partire dall'inizio del sec. 13°, crebbero sino a divenire centri urbani. I diritti di città furono riconosciuti a Dordrecht nel 1220, a Delft nel 1246 e a Leida nel 1266 o poco prima.I confini della contea d'O. mutarono ripetutamente: soprattutto sotto Guglielmo II (1234-1256) il territorio si ampliò notevolmente con l'unione delle contee d'O. e di Zelanda, quest'ultima corrispondente alle grandi isole interposte ai rami terminali dell'estuario della Schelda, come Walcheren e il Beveland settentrionale e meridionale. Il figlio di Guglielmo II, Fiorenzo V (1256-1296), riuscì ad annettere al suo dominio la Frisia occidentale e ai confini della regione fece innalzare cinque fortezze, di cui si conservano solo il Muiderslot a Muiden e il castello di Radbout a Medemblik, entrambi nell'attuale O. Settentrionale. Fiorenzo V estese il suo controllo sui territori del Waterland (a N di Amsterdam), dell'Amstelland (a S del corso dell'IJ) e di Woerden. Intorno al 1300 l'O. raggiungeva così a grandi linee le sue dimensioni attuali, anche se la suddivisione definitiva in due province (Settentrionale e Meridionale) ebbe luogo solo nell'Ottocento.
Nella provincia sono sopravvissuti solo pochi monumenti di età romanica, in parte a causa del tardivo sviluppo economico della contea d'O., avvenuto solo in epoca successiva, in parte in seguito alla sostituzione, nel Tardo Medioevo, di molte chiese romaniche, ritenute ormai antiquate, con 'moderni' edifici gotici. In alcuni casi, tuttavia, all'interno di questi ultimi sussistono resti di chiese romaniche: così, per es., nel S. Bonifacio a Rijswijk, nel S. Pancrazio a Sassenheim, nelle chiese riformate di Spijk e di Tienhoven, e nel S. Villibrordo a Wassenaar.Anche dell'abbaziale di Rijnsburg, fondata nel 1133 dalla contessa Petronilla di Sassonia (m. nel 1143), vedova del conte Fiorenzo II d'O. (1091-1122), rimangono solo alcuni resti del sec. 12°, tra i quali parte della parete settentrionale e una torre occidentale in pietra tufacea. In origine la chiesa romanica, al tempo stesso abbaziale e parrocchiale, presentava due torri occidentali e si articolava in un corpo longitudinale a tre navate e in un capocroce a terminazione tricora. Il coro, forse la parte più antica, è databile alla prima metà del sec. 12°; le navate e la torre vennero invece probabilmente innalzate dopo il 1150. La chiesa fu consacrata nel 1183, restaurata dopo un incendio nel 1196 e infine distrutta nel corso dell'assedio spagnolo di Leida del 1573-1574; ma la torre di destra fu risparmiata e al suo lato orientale nel 1578 venne ad addossarsi una nuova chiesa. Tracce di una struttura sul lato settentrionale suggeriscono che originariamente tra le due torri dovesse correre una galleria.Nel periodo in cui nei Paesi Bassi si sviluppò lo stile gotico, tra il 1225 e il 1525, questo territorio godé di una stabilità economica che consentì una stagione di sviluppo anche artistico. Nelle città le abitazioni di legno lasciarono gradualmente il posto a case in pietra e si ebbe, in campo architettonico, una fioritura oggi testimoniata da pochi edifici superstiti: il duecentesco palazzo dei conti d'O. all'Aia (v.), la cinta del 1150 ca. del castello di Leida e la torre del 1420 ca. di Oistenrijck.Le chiese protogotiche olandesi sembrano essere state influenzate soprattutto dall'architettura gotica fiamminga, giacché da Tournai (Belgio), dove la fondazione della chiesa di Saint-Quentin risale a prima del 1200, il Gotico della Schelda si diffuse nel sec. 13° alle regioni circostanti. Lo attestano le parti orientali della navata dell'abbaziale di Loosduinen (oggi appartenente alla Chiesa riformata olandese), databili intorno al 1250 e integrate sulla base delle tracce esistenti nel corso di restauri condotti nel 1970-1974: in particolare la decorazione con cornici 'a lancette' e il passaggio esterno lungo la parete del cleristorio. Anche la torre in laterizio, innalzata intorno al 1300, mostra analogie con contemporanee torri gotiche fiamminghe: contrafforti angolari, decorazione a nicchie e coronamento ottagonale ai livelli superiori.A partire dal sec. 14° l'architettura dell'O. Meridionale, soprattutto nelle città, subì forti influssi da parte del Gotico brabantino. Nei secc. 14° e 15° furono costruite molte importanti chiese cittadine a pianta basilicale, con transetto e coro a deambulatorio con cappelle radiali, secondo uno schema tipico del Gotico brabantino e talora con la presenza nei cantieri di grandi maestri brabantini, come Everaert van Veeweyden, detto Spoorwater, o di artisti quali gli esponenti della famiglia Keldermans. Tra le chiese in cui furono applicati i canoni stilistici del Gotico brabantino vanno ricordati la collegiata di S. Caterina a Brielle, il S. Pietro a Leida, la Grote Kerk di Dordrecht, dedicata alla Vergine, il S. Lorenzo a Rotterdam, la Nieuwe Kerk di Delft, dedicata a s. Orsola, e la Grote Kerk dell'Aia, dedicata a s. Giacomo.Sempre nel Trecento e Quattrocento furono innalzate anche chiese 'a sala', sorte perlopiù come ampliamenti di chiese a navata unica, come il S. Giovanni a Schiedam. Inoltre, nel sec. 15° ebbe una certa fortuna anche lo schema pseudobasilicale, in particolare nelle chiese dei centri minori e dei villaggi, come in quelle di S. Gerolamo a Noordwijk-Binnen e di S. Gregorio a De Lier. Per ovviare alla mancanza di illuminazione diretta della navata centrale aumentando la luminosità degli interni, venne praticato sulla copertura delle navate laterali un certo numero di aperture 'a cappuccio' ad ali rialzate verso l'esterno, come nell'od. chiesa riformata a Poortugaal. Una soluzione completamente nuova fu quella detta 'dell'Aia', dalla sua prima attestazione nella Grote Kerk di quella città. In essa, la navata centrale è scandita trasversalmente dall'inserimento di tre corpi passanti, che ne spezzano l'andamento longitudinale e ricavano cappelle lungo le navate laterali; tali cappelle, che all'interno sono collegate tra loro per mezzo di ampie arcate a tutto sesto, garantiscono la necessaria illuminazione alla chiesa. Esempi più tardi della tipologia di chiesa 'a sala' sul modello 'dell'Aia' sono, in O. Meridionale, la S. Maria Assunta a Vianen, il S. Giovanni a Gouda e il S. Martino a Voorburg.Da ultimo, meritano di essere ricordate le torri campanarie, databili tra la seconda metà del sec. 15° e gli inizi del 16°, costruite nello stile brabantino proprio della zona belga del Kempen, situate in alcuni centri minori della parte meridionale della regione, come Asperen, Bergambacht, Berkenwoude, Giessen-Oudkerk, Stolwijk e Groot-Ammers, mentre i campanili della parte nord dell'O. Meridionale sono perlopiù ispirati all'architettura delle torri fiamminghe.In O. Meridionale sussistono scarse tracce di opere pittoriche medievali, malgrado le notizie di numerose presenze di pittori ricordati nei registri contabili, tra cui tre pagamenti per non meglio definite opere negli anni 1422-1425 a un Jan de Schilder ('il pittore'), forse il giovane Van Eyck.Resti di pitture parietali (otto figure di santi, due angeli in volo sorreggenti una corona al di sopra di un boschetto), databili al primo Quattrocento, sono ancora rintracciabili su alcuni sostegni del coro del S. Pietro a Leida.Anche per quanto riguarda la scultura, si conservano scarsi resti di età medievale, soprattutto capitelli e monumenti funebri, risalenti in ogni caso solo al Tardo Medioevo. Nel repertorio ornamentale del Gotico brabantino si trova il motivo a foglia di cavolo, che compare in molte parti delle chiese, ma soprattutto sui capitelli. Se ne trovano esempi in S. Pietro a Leida e in S. Lorenzo a Rotterdam.Esempi di tomba gotica monumentale sono rappresentati dai monumenti funebri di Giovanni III di Arkel nella chiesa di Gorinchem e di Nicolaas van Putten (m. nel 1311) e di sua moglie Aleidis van Strijen (m. nel 1316) nella chiesa della Vergine nel villaggio di Geervliet; quest'ultimo, realizzato in pietra nera poco dopo la loro morte e originariamente in forma di scultura isolata, è ornato da nicchie, in origine con ogni probabilità ospitanti statue, e reca sul sarcofago le figure giacenti dei committenti, incorniciate da baldacchini in corrispondenza delle teste, peraltro segnate da rifacimenti seguiti a un incendio databile prima della metà del Quattrocento.
Bibl.: Voorloopige lijst der Nederlandse Monumenten van Geschiedenis en Kunst [Elenco provvisorio dei monumenti storico-artistici dei Paesi Bassi], III, De Provincie Zuidholland [La provincia dell'O. Meridionale], Utrecht 1915; E.H. ter Kuile, De Nederlandsche Monumenten van Geschiedenis en Kunst. Geïllustreerde beschrijving [I monumenti storico-artistici dei Paesi Bassi. Descrizione illustrata], VII, De Provincie Zuidholland, eerste stuk: Leiden en Westelijk Rijnland [La provincia dell'O. Meridionale, prima parte: Leida e Westelijk Rijnland], den Haag 1944; S.J. Fockema Andreae, E.H. ter Kuile, Duizend jaar bouwen in Nederland [Mille anni di costruzioni nei Paesi Bassi], I, De bouwkunst van de Middeleeuwen [L'architettura del Medioevo], Amsterdam 1948; M.D. Ozinga, R. Meischke, De gothische kerkelijke bouwkunst [L'architettura religiosa gotica] (De Schoonheid van ons land, Bouwkunst, 2), Amsterdam 1953; H. Janse, T. van Straalen, Middeleeuwse stadswallen en stadspoorten in de Lage Landen [Motte e porti delle città medievali nei Paesi Bassi], Zaltbommel 19752; E.H.P. Cordfunke, B.K.S. Dijkstra, De graven van Holland en de abdij van Rijnsburg [Gli scavi in O. e l'abbazia di Rijnsburg], Zutphen 1980; E.H. ter Kuile, De romaanse kerkbouwkunst in de Nederlanden [L'architettura ecclesiastica d'età romanica nei Paesi Bassi], Zutphen 1982(1975); P. Don, Kunstreisboek Zuid-Holland [Guida artistica dell'O. Meridionale], Amsterdam 1985⁸; A. van Deijk, Romaans Nederland [Paesi Bassi romanici], Amsterdam 1994 (trad. franc. Pays-Bas romans, La Pierre-qui-Vire 1994); 'Om iets te weten van de oude meesters'; de Vlaamse Primitieven: herontdekking, waardering en onderzoek ['Qualcosa da sapere sugli antichi maestri'; i Primitivi fiamminghi: riscoperta, valutazione e ricerca], a cura di B. Ridderbos, H. van Veen, Nijmegen-Heerlen 1995; C.L. van Groningen, De Nederlandse Monumenten van Geschiedenis en Kunst. De provincie Zuid-Holland. De krimpenerwaard [I monumenti dei Paesi Bassi nella storia e nell'arte. La provincia dell'O. Meridionale. Una sintesi], den Haag 1995.
In questa provincia si trova Amsterdam, od. capitale dei Paesi Bassi, che fino al Duecento costituiva un piccolo insediamento alla foce dell'Amstel. La città è menzionata per la prima volta nel 1275, allorché Fiorenzo V concesse al centro, posto nel territorio del vescovado di Utrecht, le prerogative di porto franco per la contea d'Olanda. Intorno al 1300 Amsterdam ottenne i diritti cittadini e nel periodo successivo si sviluppò da piccolo villaggio di pescatori a vera e propria città commerciale.Il centro spirituale e culturale della regione era però rappresentato dall'abbazia benedettina di Egmond, che intrattenne stretti contatti con la casa comitale olandese: l'abbaziale, dedicata ai ss. Pietro e Adalberto, era infatti chiesa sepolcrale dei conti d'O., funzione poi passata all'abbaziale di Rijnsburg. La prima chiesa in pietra venne costruita a Egmond intorno al 950 dal conte Teodorico II d'O. (939-988), sul luogo dove il padre, Teodorico I aveva fondato nel 922 un monastero in legno. Una miniatura dell'Evangeliario di Egmond, aggiunta al manoscritto originale e realizzata a Gand negli anni 970-975, raffigura Teodorico II e sua moglie Ildegarda nell'atto di donare il manoscritto all'altare con le reliquie di s. Adalberto. Durante tutto il Medioevo l'abbazia venne spesso rinnovata e ricostruita, soprattutto nel sec. 12°; ridotta a rudere durante eventi bellici nel 1573, fu definitivamente demolita all'inizio dell'Ottocento.Le chiese medievali dell'O. Settentrionale sono perlopiù costruite in tufo o in laterizi e coperte da volte lignee a scafo, allo scopo di realizzare strutture leggere, adatte alla natura acquitrinosa del terreno. Al pari dell'O. Meridionale, anche la provincia dell'O. Settentrionale possiede relativamente poche chiese romaniche e anche in questo caso tale fenomeno appare spiegabile con la grande prosperità economica che la regione conobbe nel periodo gotico e che determinò la loro sostituzione con nuovi edifici.In molti altri casi è possibile riconoscere porzioni ben conservate di muratura romanica inglobate in strutture architettoniche più recenti. Così, la chiesa di S. Martino a Oosterend sull'isola di Texel ha mantenuto una parte della navata romanica in pietra tufacea risalente al sec. 11°-12° e la chiesetta della medesima dedicazione a Heiloo, oggi intonacata, conserva strutture murarie in tufo che risalgono al 12° secolo. Quest'ultimo edificio era stato fondato nel sec. 8° dal missionario anglosassone s. Villibrordo (m. nel 739), probabilmente come cappella lignea, trasformata in seguito nella costruzione in tufo. Anche la chiesa di S. Engelmondo di Velsen era stata fondata nel sec. 8° da s. Villibrordo: l'originaria struttura lignea nel sec. 11° venne sostituita da una chiesa in tufo, conservata parzialmente solo nella facciata occidentale e per buona parte della parete nord del corpo longitudinale. La torre in blocchi di tufo, addossata alla facciata, risale al 1200 ca. e fu sopraelevata nel Trecento con un coronamento in laterizio.L'architettura gotica fiorì nell'O. Settentrionale all'inizio del Duecento protraendosi fino all'inizio del Cinquecento. Sono diffusi la tipologia 'a sala' e i tipi delle pseudobasiliche o chiese cruciformi a navata unica: una pseudobasilica ben conservata nelle sue forme originarie è la chiesa dedicata ai ss. Sisto e Giovanni Battista nel villaggio di Den Burg, sull'isola di Texel, completata nel 1481.La tipologia dell'edificio religioso cruciforme a navata unica è presente nella Frisia occidentale, appartenente all'O. Settentrionale; si vedano i casi della Noorderkerk e della Oosterkerk di Hoorn, della chiesa di S. Pancrazio a Oosterblokker, del S. Martino a Schellinkhout, della S. Emerenziana a Venhuizen e dell'od. chiesa riformata a Warmenhuizen. In queste costruzioni cruciformi a navata unica si prestò inoltre più attenzione alla decorazione dell'edificio rispetto a quanto avveniva per le altre tipologie, come prova il trattamento decorativo delle nicchie delle testate del transetto all'esterno, mentre all'interno si trovano figure lignee ad alto rilievo agli angoli della crociera, sotto le mensole delle volte e, in alcuni casi, nella parete della terminazione presbiteriale.La tipologia della chiesa 'a sala' venne spesso adottata per la costruzione di chiese cittadine di maggiori dimensioni. Molti edifici di questo tipo furono realizzati trasformando pseudobasiliche, come il S. Bonifacio e il S. Martino a Medemblik, o chiese cruciformi, come nel caso della Grote Kerk del sec. 14° a Edam o della Noorderkerk a Hoorn. Vennero invece direttamente costruite come chiese 'a sala' la Grote Kerk di Monnikendam, dedicata a s. Nicola ed eretta a partire dal 1420, la Westerkerk di Enkhuizen, dedicata a s. Gummaro e costruita nei secc. 15° e 16°, così come la Zuiderkerk della stessa cittadina, dedicata a s. Pancrazio.Vanno infine ricordate alcune monumentali chiese cittadine innalzate da tardi epigoni della tradizione gotica: alla fine del sec. 14°, a Haarlem, venne avviata la costruzione, poi proseguita attraverso tutto il Quattrocento, della Grote Kerk, un tempo dedicata a s. Bavone. Ad Amsterdam esistono due grandi chiese gotiche: la Oude Kerk e la Nieuwe Kerk, dedicate rispettivamente a s. Nicola e s. Caterina. Le parti più antiche della prima risalgono al Trecento: in tale epoca la costruzione doveva probabilmente consistere in una chiesa 'a sala', che poi si volle trasformare in basilica cruciforme. Nel Cinquecento vi fu applicato lo schema tipologico detto 'dell'Aia', con navate poste trasversalmente rispetto al corpo longitudinale. La Nieuwe Kerk venne iniziata nel sec. 15° e fu portata a termine intorno al 1544. Il S. Lorenzo di Alkmaar, la cui costruzione fu avviata nel 1470, costituisce infine un esempio pressoché perfetto della corrente stilistica gotica brabantino-olandese.Oltre alle costruzioni religiose, nella provincia si sono conservati anche alcuni edifici civili, in particolare castelli, come quello di Brederode a Santpoort, il Muiderslot a Muiden, degli inizi del sec. 13°, il castello di Radbout a Medemblik e il castello detto 'sullo zoccolo' a Egmond. La più antica fabbrica di quest'ultimo complesso fortificato, sul sito del castello attuale, fu portata a termine intorno al 1170 da Dodone di Egmond; probabilmente si trattava di una torre lignea su di una motta circolare, che fu distrutta intorno al 1200. Poco dopo, agli inizi del sec. 13°, si situa la prima fase costruttiva di una fortificazione in pietra, a sua volta distrutta nel 1315 nel corso di una incursione di frisoni occidentali. Dieci anni dopo i feudatari di Egmond intrapresero i lavori di riedificazione del castello, che in questa fase si presentava come una semplice fortificazione su cui si impostava un tozzo mastio; nel corso dei secc. 14° e 15° questa costruzione si accrebbe sino a divenire un complesso imponente. Devastato da un incendio nel 1574, il castello rimase allo stato di rudere; nel 1933 si procedette a scavi e restauri delle strutture.Nel panorama della pittura tardomedievale, nella provincia va anzitutto segnalata la preminenza di Haarlem quale grande centro di attività artistica nel Quattrocento. Vi lavorarono pittori come Albert van Ouwater (prima del 1415-1475 ca.) e il suo allievo Geertgen tot Sint-Jans (1460/1465-m. prima del 1495). Quest'ultimo, originario di Leida, è da ritenere il più importante maestro della scuola olandese nella storia dell'arte dei Paesi Bassi nel Quattrocento, in grado di portare la pittura olandese al livello di quella fiamminga. Come suo capolavoro si può indicare la pala per la perduta chiesa degli Ospedalieri di s. Giovanni a Haarlem, della quale restano due pannelli, con Storie delle reliquie di s. Giovanni Battista e il Compianto sul Cristo morto (Vienna, Kunsthistorisches Mus.).Per quanto riguarda la pittura monumentale, sono da citare i dipinti murali sulle pareti e le volte della Zuiderkerk di Enkhuizen, datati al 1484. Le pitture sulle volte lignee delle due navate sono tornate alla luce all'inizio del secolo: ciascuna delle navate, che consta di nove campate, è decorata da una doppia sequenza di undici scene che procedono da O a E, con una serie parallela di episodi vetero e neotestamentari. Sulla parete terminale del coro in corrispondenza della navata settentrionale è raffigurato l'albero di Iesse, mentre in corrispondenza di quella meridionale si trova la rappresentazione del Giudizio Universale.Per quanto riguarda, infine, la scultura, la lunetta proveniente dal portale occidentale dell'abbaziale benedettina di Egmond, eseguita tra il 1122 e il 1132 (Amsterdam, Rijksmus.), è la più antica opera scolpita nei Paesi Bassi settentrionali. La figura più interessante in essa rappresentata è quella dell'apostolo Pietro, raffigurato frontalmente in abiti vescovili - casula, pallio e alba - e con aureola. Accanto alla testa corre verticalmente un'iscrizione in caratteri misti, greci e latini, con il nome del santo, il quale reca nella mano sinistra un pastorale e nella destra una grossa chiave doppia. Ai lati della figura sono rappresentati in scala minore due personaggi inginocchiati e identificati dall'iscrizione, che corre sul bordo inferiore, come la contessa Petronilla di Sassonia (m. nel 1143) a sinistra e suo figlio Teodorico VI, conte d'O. tra il 1121 e il 1157, a destra. Sulla cornice che racchiude la raffigurazione è incisa una preghiera diretta a s. Pietro, affinché ammetta in paradiso le anime dei committenti.La chiesa di S. Engelmondo di Velsen conserva due rilievi medievali: il primo è una lunetta, rinvenuta nella chiesa durante scavi archeologici condotti nel 1939, ricavata da un frammento trapezoidale di coperchio di sarcofago in arenaria rossa; scolpito alla metà del sec. 12°, il coperchio venne riadattato agli inizi del 13° per fungere da lunetta: mostra un prelato in casula e pallio assiso su di un trono, nell'atto di stringere uno scettro nella destra e un codice nella sinistra. Il secondo rilievo con l'immagine di Cristo in gloria si trova al di sopra del portale di accesso al campanile.
Bibl.: Voorloopige lijst der Nederlandse Monumenten van Geschiedenis en Kunst [Elenco provvisorio dei monumenti storico-artistici dei Paesi Bassi], V, 1, De Provincie Noordholland (uitgezonderd Amsterdam) [La provincia dell'O. Settentrionale (eccetto Amsterdam)], Utrecht 1921; V, 2, De gemeente Amsterdam [Comune di Amsterdam], den Haag 1928; P. Glazema, Het tympaan te Velsen [Il timpano di Velsen], Het Gildeboek 23, 1940, pp. 44-48; S.J. Fockema Andreae, E.H. ter Kuile, Duizend jaar bouwen in Nederland [Mille anni di costruzioni nei Paesi Bassi], I, De bouwkunst van de Middeleeuwen [L'architettura del Medioevo], Amsterdam 1948; M.D. Ozinga, R. Meischke, De gothische kerkelijke bouwkunst [L'architettura religiosa gotica] (De Schoonheid van ons land, Bouwkunst, 2), Amsterdam 1953; H.M. van den Berg, Geïllustreerde beschrijving van de Nederlandse Monumenten van Geschiedenis en Kunst. West-Friesland, Tessel en Wieringen [Descrizione illustrata dei monumenti storico-artistici dei Paesi Bassi. West-Friesland, Tessel e Wieringen], den Haag 1955; P.E. van Reyen, Middeleeuwse kastelen in Nederland [Castelli medievali dei Paesi Bassi], Bossum 1965; H.J. Calkoen, Velsen, Ijmuiden 1967; H. Janse, Stads- en dorpskerken in Noord-Holland [Chiese di città e chiese di paese nei Paesi Bassi], Zaltbommel 1969; H. Janse, T. van Straalen, Middeleeuwse stadswallen en stadspoorten in de Lage Landen [Motte e porti delle città medievali nei Paesi Bassi], Zaltbommel 19752; A. Châtelet, Les Primitifs hollandais, Fribourg 1980 (trad. ingl. Early Dutch Painting. Painting in the Northern Netherlands in the Fifteenth Century, Oxford 1981); E.H. ter Kuile, De romaanse kerkbouwkunst in de Nederlanden [L'architettura ecclesiastica d'età romanica nei Paesi Bassi], Zutphen 1982(1975); J.H. Kruizinga, Het Muiderslot [Il castello di Muiden], Gorinchem 1985; P. Don, Kunstreisboek Noord-Holland [Guida artistica dell'O. Settentrionale], Amsterdam 1987; Medemblik and Monnikendam: Aspects of Medieval Urbanization in Northern Holland, a cura di H.A. Heidinga, H.H. van Regteren Altema, Amsterdam 1989; A. van Deijk, Romaans Nederland [Paesi Bassi romanici], Amsterdam 1994 (trad. franc. Pays-Bas romans, La Pierre-qui-Vire 1994); Heiloo voor en na Willibrord: opstellen over de geschiedenis van Heiloo [Heiloo prima e dopo Villibrordo: saggi sulla storia di Heiloo], Heiloo 1995; J. Hof, C. Visser, De abdij van Egmond [L'abbazia di Egmond], Egmond-Binnen 1995; Het ''Kasteel van Amstel'': burcht of bruggehoofd? Bijdragen over de dertiende-eeuwse funderingsen muurfragmenten aan de Amstelmonding [Il ''castello di Amstel'': fortezza o testa di ponte? Contributi sulle fondamenta del sec. 13° e i frammenti murali alla foce dell'Amstel], a cura di M.B. de Roever, Amsterdam 1995.K. Boertjes
Nel corso del Medioevo l'O., così come gli interi Paesi Bassi, faceva parte del regno di Germania, mentre le Fiandre appartenevano al regno di Francia; da queste due entità statali dipendevano quindi le zecche reali presenti nella regione, che erano comunque poche ed ebbero importanza soltanto nell'11° e 12° secolo.Ben più numerose furono le zecche delle entità politicoamministrative formatesi in seguito su quei territori, tra le quali le più importanti erano la contea di Fiandra, il ducato di Brabante, la contea di Hainaut, la regione di Liegi e il ducato di Lussemburgo a S e la regione di Utrecht, la contea d'O. e il ducato di Gheldria a N. Anche numerose contee e signorie minori - così come in alcuni casi anche le città - esercitarono il diritto di battere moneta. Soltanto nel sec. 15°, sotto la casa di Borgogna, si raggiunse un certo grado di unità politica e monetaria, ma anche allora le tre sedi vescovili di Utrecht, Liegi e Cambrai mantennero la loro indipendenza e la loro monetazione.La monetazione, costituita in una prima fase da denari e oboli d'argento, derivava da quella dell'impero carolingio, con il suo limitato repertorio di tipi monetali: una croce, un disegno che ricorda un tempio e che viene generalmente descritto come tale, ma che in origine sembra dovesse essere inteso come facciata di un battistero, alcune forme di monogrammi, in rari casi un busto di profilo. Taluni di questi tipi furono in uso in alcune località nel sec. 10°, ma nel tardo 11° essi subirono necessariamente delle modifiche in relazione al manifestarsi in ambito locale della generalizzata diminuzione del peso e del titolo del denaro in gran parte dell'Europa, circostanza che nei Paesi Bassi determinò un dimezzamento delle dimensioni delle monete. Il diametro dei tondelli passò da mm 20 ca. a mm 11 ca.; di conseguenza, l'incisore del conio aveva a disposizione pochissimo spazio su cui lavorare: le leggende vennero del tutto omesse oppure ridotte a poche lettere in modo da lasciare più spazio per i disegni.Alcune delle monete di questo tipo sono tra le più originali dei Paesi Bassi durante il Medioevo. Nelle Fiandre, piccoli denari vennero coniati da numerose città, ognuna delle quali utilizzò un disegno peculiare: un guerriero con la spada e con lo scudo a Bruges, una testa con elmo a Gand, disegni geometrici a Ypres e a Lilla e uno scudo araldico a Courtrai.Il rovescio era occupato da croci fortemente elaborate. Nello Hainaut comparve un disegno che sostanzialmente consisteva in due linee verticali con un triangolo su ciascun lato, che fin dal secolo scorso è stato considerato come un monogramma della parola Hainaut; esso rappresenta in realtà una passerella ed era inizialmente emblema di Valenciennes, porto fluviale sulla Schelda, dove tali monete venivano coniate. Nella monetazione delle città del Brabante compare una minore varietà tipologica rispetto alle Fiandre: le raffigurazioni più frequenti erano un cavaliere lanciato al galoppo, un leone, un edificio o un'aquila. Ma nelle emissioni di Liegi, dove i tondelli conservarono dimensioni leggermente maggiori (mm 13), a un busto di vescovo si contrapponeva, sulla faccia opposta, una straordinaria varietà di delicati motivi di elegante complessità: il Perron (scalinata terminante in una piattaforma) di Liegi, simbolo della città, tra due figure; una pecora che attraversa un ponte; un complesso edificio religioso con torri e arcate. Le raffigurazioni sono talvolta accompagnate da una breve leggenda, la pecora da MVTV, il leone da LEO, la chiesa dal nome di colei alla quale era dedicata, MARIA. Nelle regioni settentrionali, la testa di profilo della kopje dei conti d'O. fu sostituita, nel tardo sec. 13°, da un'altra di maggiore bellezza, con capelli ondulati, copiata dai coevi pennies scozzesi di dimensioni molto maggiori.L'originalità della monetazione dei Paesi Bassi non si prolungò oltre il periodo denariale. I grossi d'argento, comparsi per la prima volta nel 1269, si diversificarono per dimensioni e disegno nel corso del sec. 14°; le monete d'oro coniate a partire dagli anni trenta del sec. 14° erano molto più grandi di quelle che le avevano precedute e offrivano agli artisti nuove possibilità, ma in entrambi i casi i disegni furono quasi senza eccezione copiati da quelli dei paesi vicini. Le sterline inglesi, per es., con il busto regale in posizione frontale e sul rovescio una lunga croce, godettero, tra gli anni ottanta del sec. 13° e gli anni cinquanta del 14°, di alcuni decenni di favore e vennero largamente copiate, mentre le prime monete d'oro erano esatte riproduzioni del fiorino d'oro di Firenze. La maggior parte dei modelli era tuttavia francese: il grosso tornese, del 1266, con il suo caratteristico castello in una cornice di gigli e una croce all'interno di una leggenda disposta in doppio cerchio; l'écu a la chaise ('scudo con il trono'), del 1337, con un sovrano assiso su un trono gotico; l'angelo d'oro, del 1341, con una figura stante di S. Michele; il mouton d'or ('montone d'oro'), del 1335, con la raffigurazione dell' Agnus Dei; i c.d. franco a cavallo e franco a piedi, del 1365, con un sovrano rappresentato rispettivamente al galoppo o stante. Tali motivi potevano subire variazioni: il castello francese poteva essere sostituito sia da un disegno simile, una porta affiancata da torri appuntite o merlate, sia da un motivo diverso, per es. un busto di vescovo con mitra a Utrecht o un leone nelle Fiandre e nel Brabante. Solo in qualche caso compaiono elementi nuovi: tra questi il più notevole è un leone accovacciato con un elmo a calotta, introdotto su una piastra fiamminga dal conte delle Fiandre Luigi II di Mâle (1346-1383) nel 1365 e ampiamente copiato nelle regioni vicine.I tipi più frequenti sono quelli a carattere secolare e possono presentare il busto o la figura stante di un sovrano, riconoscibile tuttavia soltanto attraverso i suoi attributi (mitra, rotulo, spada) e non in virtù di un qualsivoglia tentativo di ritratto individuale. Più spesso compaiono comunque emblemi araldici. Questa tipologia, presente già nel periodo denariale, si diffuse soltanto all'epoca del grosso. La monetazione delle Fiandre e del Brabante era dominata dal leone dei rispettivi sovrani, allo stesso modo in cui quella dello Hainaut era caratterizzata dalla citata passerella di Valenciennes. Il leone poteva essere rappresentato all'interno di uno stemma che in seguito appare talvolta sormontato da un elmo con un elaborato pennacchio. Gli emblemi familiari, da soli oppure uniti a quelli della sede, vennero utilizzati dai vescovi di Utrecht e di Liegi, che erano spesso membri della nobiltà con diritto di portare armi.Eccettuate le croci presenti sui rovesci delle monete, spesso straordinariamente elaborate e incorniciate all'interno di un quadrilobo, i tipi a carattere religioso sono rari: S. Michele su un piccolo grosso coniato negli anni ottanta del sec. 13° a Bruxelles da Giovanni I di Brabante (1261-1294), S. Pietro sulle monete d'oro coniate da Giovanna di Brabante (1355-1406) negli anni sessanta del 14° secolo. Entrambi questi motivi erano originali e, anche se ciò costituiva un'eccezione, la stessa emissione poteva variare di molto. La moneta aurea del conte Luigi II di Mâle, con sette tipologie e dieci denominazioni diverse, nel corso del Medioevo fu superata per ricchezza e splendore soltanto da quella del suo signore feudale Filippo VI di Francia (1328-1350), cui si deve l'emissione degli esemplari più belli nella serie delle monete francesi.
Bibl.: P.O. van der Chijs, De munten der Nederlanden van de vroegste tijden tot aan de Pacificatie van Gend (1576) [Le monete dei Paesi Bassi dagli inizi alla pace di Gand (1576)], 9 voll., Haarlem 1851-1866; V. Gaillard, Recherches sur les monnaies des comtes de Flandre, Gand 18572; J. de Chestret de Haneffe, Numismatique de la principauté de Liège, Bruxelles 1890 (suppl. Liège 1900); A. de Witte, Histoire monétaire des comtes de Louvain, ducs de Brabant, 3 voll., Anvers 1894-1899; R. Weiller, Les monnaies luxembourgeoises (Numismatica Lovaniensia, 2), Louvain-la-Neuve 1977.P. Grierson