Vedi OLBIA. - 3 dell'anno: 1963 - 1996
OLBIA, 3° (v. vol. V, p. 633)
Tra il 1970 e il 1985 sono stati effettuati numerosi scavi, per lo più inediti, che consentono un'interessante revisione dei dati finora disponibili.
Mentre perdura l'assenza di reperti anteriori al IV sec. a.C., il che impone prudenza sulle ipotesi di una fondazione arcaica, si può stabilire attorno al 350 a.C. la data dello stanziamento punico nella strategica insenatura, in connessione con la stipula del trattato romano-cartaginese del 348 a.C. e con la politica di potenza allora perseguita da Cartagine nel Tirreno. L'abitato, organizzato ortogonalmente con orientamento N-S, si estendeva su un'area ben più vasta di quanto supposto, quasi coincidente con quella del futuro centro romano; non si può del resto escludere una datazione punica del circuito murario, finora indicato come romano in assenza di dati di scavo. Le strutture hanno zoccoli in pietra con alzato in mattoni crudi e pavimenti in argilla battuta; nel settore Ν dell'abitato, prossimo all'ipotetico porto, esse sono relative ad attività artigianali e abitative, mentre due aree di culto si trovano presso le piazze Regina Margherita e G. Matteotti nella parte più alta della città, forse l'acropoli. Le importazioni e l'artigianato artistico rivelano rapporti commerciali e culturali con Atene, Caere e Roma, l'Italia meridionale, la Sicilia punica e la stessa Cartagine.
Per l'età romana gli scavi non testimoniano una distruzione della città al momento della conquista (238 a.C.) e molti elementi dimostrano il perdurare di tradizioni culturali e tecniche puniche: continuità di culto nelle aree sacre, uso della lingua fenicia, produzioni vascolari, deposizioni d'età tardo-repubblicana nelle precedenti tombe a camera, raffigurazioni della dea Tanit su stele d'età romana rinvenute nell'agro.
L'impianto urbano ricalca quello precedente: una testimonianza è ravvisabile negli isolati dell'attuale centro storico, di origine medievale, dimensionati sulla base del piede romano. Si segnalano, tra l'altro, nuove cisterne e relative tubature fìttili, anch'esse orientate, e ambienti di dimore signorili con pitture parietali a motivi geometrici e vegetali con emblèmata.
Nel porto sono stati raccolti materiali del carico di navi onerarie e di scarichi urbani: notevoli i pettini lignei e la frutta secca (noci, nocciole e pinoli) contenuta in anfore. La necropoli ha restituito alcune sepolture a incinerazione entro urne fittili e plumbee, e numerose inumazioni in anfora, in tomba a cassone, a fossa, alla cappuccina, in genere con corredi fittili e contenitori di vetro. Dalle acque di un approdo naturale distante dalla città provengono molti frammenti di un monumento marmoreo, tra cui capitelli e parti di panneggio. Numerose sono le tracce di frequentazione nell'agro: strutture, materiali di superficie e tracce di estrazione del granito confermano lo sfruttamento di una piana fertile e ben controllabile dalle colline intorno, e che aveva visto una notevole intensità di vita in età nuragica (XVI-VII sec. a.C.).
I dati della cultura materiale attestano rapporti con la Spagna, la Provenza, l'Italia centro-meridionale, la Sicilia, l'Africa. Si può delineare quindi il profilo di una città che fino al II sec. d.C. era una delle principali della Sardegna, porto di imbarco del grano e di arrivo di importazioni da tutto il Mediterraneo, forse anche veicolate verso l'interno dell'isola, come attestato per gli embrici delle locali figline di Atte, liberta di Nerone.
Bibl.: R. Caprara, Gli affreschi di Olbia, in AA.VV., La settimana dei beni culturali. Le mostre, Sassari 1978, p. 38 ss.; E. Acquaro, Olbia I, in RStFen, VII, 1979, pp. 45-48; S. Moscati, Un «segno di Tanit» da Olbia, ibid., pp. 41-43; E. Acquaro, Olbia II, ibid., VIII, 1980, pp. 71-77; A. Sanciu, Notiziario, in RivScPr, XL, 1985, p. 429; R. D'Oriano, Contributo al problema di Φηρωνια πολις, in BASard, II, 1985, pp. 229-247; A. Sanciu, Notiziario, ibid., pp. 286-288; P. Dell'Amico, Le anfore del porto di Olbia, in BdA, Suppl. al n. XXXVII-XXXVIII, 1986, pp. 125-134; D. Gandolfi, Primi risultati tipologici e cronologici da un saggio stratigrafico nel porto di Olbia, ibid., p. 115 ss.; F. Pallarés, Relazione preliminare sulle ricerche effettuate nel porto di Olbia, ibid., p. 107 ss.