OLEANDRO o Leandro (latino scient. Nerium oleander L.; fr. laurier rose; sp. adelfa, baladre; ted. Oleander, Rosenlorbeer; ingl. oleander)
Arbusto o piccolo albero sempreverde della famiglia Apocinacee, a foglie lanceolate, intere, glabre, opposte o ternate a fiori grandi, leggermente odorosi, con calice pentamero, corolla rosea, di rado bianca o giallastra, ipocrateriforme, provvista alla fauce di 5 linguette laciniate. Gli stami sono 5 e hanno l'antera sagittata (carattere della tribù delle Neriee); l'ovario è bicarpellare e si trasforma a maturità in due follicoli, con numerosi semi con pappo rossastro. È pianta tipicamente mediterranea, frequente lungo i corsi d'acqua dell'Italia meridionale e insulare, ma è anche spontanea in qualche punto della sponda bresciana del Garda. È anche frequentemente coltivata e la sua fioritura dal maggio si prolunga per tutta l'estate. È velenosa per i numerosi glucosidi cardiocinetici che contiene, che potrebbero forse avere applicazioni terapeutiche.
L'oleandrina. - Il Nerium oleander contiene principî attivi molto tossici, ma poco noti, sia dal punto di vista chimico, sia da quello farmacologico. Così G. Latour chiamò oleandrina una sostanza resinosa, amara, di natura glucosidica che arresta in sistole il cuore della rana alla dose di gr. o,25, mentre altri autori descrissero con lo stesso nome una massa resiniforme, solubile nell'alcool, di natura invece alcaloidica. Dall'oleandro si sarebbero poi estratti altri due glucosidi, anch'essi cardiocinetici, la Neriina e la Neriantina e altri due dal Nerium odorum: la eriodorina e la eriodoreina. Questi principî attivi apparterrebbero al gruppo delle genine (A. Windaus). Recentemente (1932) C. Tanret e H. Simmonet hanno descritto il nerioside e l'oleandroside privi d'azione sul cuore. Le foglie dell'oleandro sono velenose per gli animali che se ne cibano. Casi di avvelenamento nell'uomo sono stati anche descritti (G. Coronedi). Gli effetti generali tossici consistono in salivazione, midriasi, agitazione generale, poliuria seguita ben presto da anuria, diarrea sanguinolenta e convulsioni alle quali succede paralisi. L'oleandro e i suoi principî attivi non sono entrati in terapia.