OLIMPIODORO ('Ολυμπιόδωρος)
Generale e uomo politico ateniese, ebbe nella sua città un posto dominante durante l'ultimo decennio del sec. IV a. C. e i due primi del III. Le notizie frammentarie su di lui, pervenuteci dagli scrittori classici, hanno di recente acquistato nuovo rilievo da documenti epigrafici e papirologici. Il primo fatto a lui attribuito è l'aver concluso un'alleanza con gli Eboli mercé la quale avrebbe liberato l'Attica invasa da Cassandro re di Macedonia (Paus., I, 26,3). Si tratta della guerra fra Atene e Cassandro che si combatté nel 306-4 dopo la liberazione di Atene per opera di Demetrio Poliorcete (307). Ma in questa notizia il merito di O. è senza dubbio esagerato, perché la ritirata di Cassandro fu dovuta essenzialmente all'intervento di Demetrio tornato in Grecia. Poi O. difese contro Cassandro Elatea che si era liberata dal dominio macedonico e per questo i Focesi eressero in suo onore un monumento a Delfi (Paus., X, 34,3; 18,7). Più tardi egli salvò al popolo ateniese il Pireo e Munichia. La data di questo fatto è incerta, ma probabilmente esso si collega con quelle turbolenze civili tra cui Lacare assunse in Atene la tirannide nel periodo che corre tra la battaglia d'Ipso (301) e il nuovo ritorno di Demetrio in Grecia (296-5). Su quei torbidi sparge qualche luce un papiro di Ossirinco (XVII, 2082), e, per quel che pare, un papiro della Società Italiana. I democratici ateniesi si concentrarono al Pireo e di là combatterono contro Lacare, capeggiati probabilmente da O. Poi con l'aiuto di Demetrio riebbero la città che però insieme col Pireo fu presidiata da Demetrio, mentre Lacare prendeva la fuga (295-4). Così ci spieghiamo come subito dopo O. fu per due anni consecutivi arconte, nel 294-3 e 293-2. Questo ci mostra che durante il periodo del secondo predominio di Demetrio in Grecia O. fu strettamente collegato sul principio con Demetrio e con i suoi partigiani. Di ciò è documento un'epigrafe di recente scoperta. Come e perché poi O. si distaccasse da Demetrio non sappiamo. Certo quando scoppiò in Atene nel 287 la ribellione contro Demetrio, O. si pose a capo degl'insorti e riuscì a impadronirsi del Museo tenuto da un presidio di Demetrio. Dopo aver liberato da lui Atene egli, vincendo un combattimento presso Eleusi, contribuì a ricuperare anche Eleusi alla città. Non gli venne fatto peraltro di riconquistare il Pireo e Munichia che rimasero in mano di Demetrio. L'ultima notizia che abbiamo sopra di lui ce lo presenta come stratego nella Atene liberata circa il 280. Ciò si desume dalle nuove letture di un papiro ercolanense. In base a notizie così frammentarie è difficile un giudizio complessivo intorno a O. Certo, nella Atene dell'età sua egli fu una figura di primo piano e contribuì assai efficacemente al mantenimento della democrazia. Pare che contribuisse anche contro la sua volontà a quella separazione diuturna di Atene dal Pireo, per cui Atene cessò per sempre di essere una potenza marittima.
Bibl.: W. B. Dinsmoor, The archons of Athens in the Hellenistic age, Cambridge, Mass. 1931, pp. 3 segg., 39 segg.; P. Treves, Dopo Ipso, in Rivista di Filologia, n. s., IX (1931), pp. 73 segg.; G. De Sanctis, Atene dopo Ipso e un papiro fiorentino, ibid., n. s., XIV (1936), pp. 134 segg., 253 segg.; B. D. Meritt, Greek Inscriptions, in Hesperia, VII (1938), p. 97 segg.