OLIMPIODORO ('Ολυμπιόδωρος, Olympiodōrus)
Storico del sec. V d. C., nato a Tebe di Egitto, narrò in 22 libri le vicende degli anni 407-425 d. C., dedicandoli all'imperatore Teodosio II. È conservato un riassunto negli estratti di Fozio (Codice 80), che fornisce anche le poche notizie biografiche.
Fu fonte di Eunapio (v.) e di Sozomeno (v.). O. ebbe esperienza diplomatica e fu una volta ambasciatore presso il principe degli Unni Donato (412). Dimostra del resto vasta cognizione personale di ciò che narra. Ma non ha alcuna capacità di giudizio sintetico su vicende politiche: racconta lotte con barbari e contese di palazzo, frantumandole in episodî. La valutazione delle persone è semplice descrizione di attitudini individuali. Ha curiosità di viaggiatore, fino alla meraviglia ingenua. Roma gli suggerisce il famoso verso "Una casa (in Roma) è una città; e la città ne contiene (in sé) infinite" (εἶς δόμος ἄστυ πέλει•πολις ἄστεα μυρία κεύϑει). È dunque ormai uno storico tipicamente bizantino nelle due principali caratteristiche di accentuare gl'intrighi cortigiani e di essere dominato dai particolari delle lotte con i nemici dell'impero. Ma per essere compiutamente bizantino gli manca l'interesse teologico: è infatti un pagano. La sua notevole personalità non è stata ancora studiata compiutamente.
Il testo degli estratti in C. Müller, Fragmenta Historicorum Graecorum, IV, p. 58 segg. e L. Dindorf, Historici graeci minores I, Lipsia 1890, p. 450 segg.