MALAGODI, Olindo
Scrittore e giornalista, nato a Cento (Ferrara) il 28 gennaio 1870, morto a Parigi il 30 gennaio 1934. Diresse La Tribuna di Roma dal 1910 al 1923, portandola rapidamente ad un alto livello giornalistico e culturale. Nominato senatore nel 1921, con l'avvento del fascismo si ritirò dalla vita politica.
Testimonianza del suo interesse economico-sociale sono alcuni libri giovanili, fra cui: L'imperialismo e la civiltà industriale (Milano 1901) e Calabria desolata (ivi 1905). Ma il suo nome si affida, più che a questi contributi politici, e più che alle prose di Il focolare e la strada (Torino 1904), o di Nonni, padri e nepoti (Milano 1924), alla sua produzione poetica, fra cui maggiormente significative sono le raccolte: Un libro in versi (Torino 1908), Madre nostra, ed altri versi (Milano 1914), e infine il volume conclusivo, Poesie vecchie e nuove (Bari 1928). Formatosi nell'alone carducciano, non senza compiacimenti per la poesia romantica inglese e per il primo decadentismo italiano (Camerana, Praga, ma anche i coetanei Thovez e Mastri), il M. conquistò presto un suo mondo poetico, certa amara pacatezza ricca di sensi allegorici, un linguaggio lirico caldo e al tempo stesso quasi opaco, che è come (ha scritto il Cecchi) "l'esalare della meditazione e del sentimento davanti ai grandi fatti della vita naturale". Notevole anche una sua edizione e scelta delle Poesie del Prati (2 voll., Bari 1916).
Bibl.: A. Cippico, in Nuova Antologia, 1° novembre 1908; A. Gargiulo, La poesia di O. M., ibid., 16 novembre 1914; G. Piazza, ibid., 16 agosto 1924; E. Cecchi, in Pègaso, maggio 1929.