OLITE
Centro della Spagna settentrionale, in Navarra, situato tra i fiumi Arga e Aragón.Sito monumentale tra i più importanti della regione, documentato già in epoca romana, O. divenne nel Medioevo tappa lungo la via di pellegrinaggio verso Santiago de Compostela. A partire dal sec. 12°, O. ebbe un progressivo sviluppo economico e urbanistico grazie anche alla sua favorevole posizione geografica, all'incrocio di vie di traffico e di collegamento nella valle dell'Ebro. Trasformatasi in residenza reale durante il regno di Carlo II il Malvagio (1349-1387), la città raggiunse il massimo splendore all'epoca di Carlo III il Nobile (1387-1425); la sua fioritura fu legata prima alla vita e alle periodiche riunioni della corte, e poi al suo rango di sede giurisdizionale del Merino.Accanto a vari esempi di architettura civile dei secc. 12°-14°, si distinguono la chiesa di San Pedro, antica parrocchiale, la chiesa di Santa María la Real, destinata a funzioni di cappella regia e caratterizzata in facciata da una ricca decorazione plastica del sec. 14°, e il castello-palazzo, circondato da una cinta muraria e dotato di numerosi annessi.Il monumento più importante è la chiesa di San Pedro, vincolata fin dalle origini al monastero oscense di Monte Aragón, fondato nel 1085 da Sancia I Ramirez e oggi in rovina. San Pedro fu costruita nella seconda metà del sec. 12° e presenta un impianto a tre navate, separate da robusti pilastri cruciformi che sostengono archi acuti e volte a crociera. Dell'edificio primitivo, tuttavia, non rimangono che alcune parti inglobate in quello attuale, risultato di un ampliamento realizzato tra il 1700 e il 1708 in seguito alla demolizione del capocroce originario.All'esterno, la chiesa mostra un'apparecchiatura muraria in pietra; nella facciata principale si apre il portale, della fine del sec. 12°, a tutto sesto, con sei archivolti a sezione circolare alternatamente lisci e decorati a scacchiera o a ornati vegetali, insistenti su colonne a fusto liscio e capitelli scolpiti con temi per lo più vegetali, ma anche con S. Giorgio, un centauro e un'arpia. Il timpano, dominato dalla figura di s. Pietro tra due santi, fiancheggiati alle estremità da angeli turiferari, appartiene al sec. 13°, epoca del completamento della facciata e della sua decorazione. Nell'architrave figurano episodi della Vita di s. Pietro, scolpiti con accenti naturalistici di ascendenza francese. La parte superiore della facciata, costruita nel sec. 13° avanzato, presenta alla base un fregio con decorazioni fitomorfe, alternate a figurazioni bibliche o mitologiche. Alla sommità si apre un grande rosone - inscritto in un arco a sesto acuto e formato da dodici trilobi radiali su colonnine -, cui si aggiungono, nella zona inferiore, piccoli rosoni trilobati. Lateralmente si erge una torre a pianta rettangolare, fronteggiata sul lato opposto da un portico che prosegue verso la facciata laterale fino alla c.d. torre alta, contemporanea allo scomparso capocroce medievale. A pianta quadrata, questa torre, rapportabile nell'alzato a quella di Santa María del Palacio a Logroño, è costituita da vari corpi delimitati da cornici marcapiano; la parte sommitale consta di un cornicione a parapetto traforato da motivi quadrilobati su modiglioni; l'insieme è coronato da una guglia del 14° secolo.All'interno, le sobrie forme di ascendenza cistercense rimandano alla cattedrale di Tudela e a Santa María la Real di Sangüesa. Su ciascun lato dei pilastri, a base poligonale, si addossano coppie di semicolonne, fiancheggiate agli angoli da altre più sottili. I capitelli sono scolpiti variamente a palmette, semplici foglie appuntite, ovvero anche a sfere e a pigne di più diretta ispirazione cistercense. In corrispondenza del corpo occidentale della chiesa i capitelli hanno invece forme già gotiche. Le navate, di altezza varia, hanno volte a crociera con possenti nervature lisce, a sezione quadrata. La scansione delle campate è risolta mediante una serie di robuste arcate a sesto ribassato, cui si contrappongono longitudinalmente archi di valico a profilo acuto. Corrispondono alle diverse fasi della costruzione le grandi finestre; presentano forme più arcaiche quelle nei bracci del transetto, mentre hanno disegno già pienamente gotico quelle nella navata centrale, realizzate nel pieno 13° secolo. Nelle testate del transetto si trovano due rosoni che conservano la loro originaria tracery polilobata.La cappella della Vergine o del Campanal, di epoca protogotica, si apre all'interno della chiesa con pianta quadrata e una poderosa volta a crociera, le cui nervature ricadono ai quattro angoli su colonne lisce con capitelli a decorazione fogliacea. Il chiostro, realizzato in forma irregolarmente quadrangolare alla metà del sec. 13°, è scandito da archi a tutto sesto, retti da coppie di colonne lisce su di un alto basamento continuo.Dell'arredo liturgico si conservano una scultura lignea della Vergine del Campanal (sec. 14°) e un S. Giacomo pellegrino, di chiara ascendenza borgognona, da avvicinare all'opera di Johan Lome, scultore molto attivo a Olite.Due cicli di affreschi, oggi conservati a Pamplona (Mus. de Navarra), decoravano la cappella del Campanal: uno, del 1300 ca., è in relazione con alcune scene della Traslazione del corpo di s. Saturnino, nel presbiterio della chiesa omonima detta del Cerco ad Artajona; l'altro, collocabile intorno al 1350 e raffigurante scene dell'Antico Testamento e dell'Infanzia di Cristo, è da collegare a Juan Oliver e al maestro Roque de Artajona.
Bibl.: L. Torres Balbás, Arquitectura gótica (Ars Hispaniae, 7), Madrid 1952; M.A. García Gainza, Catálogo monumental de Navarra, III, Merindad de Olite, Pamplona 1985 (con bibl.); B. Leroy, s.v. Olite, in Lex. Mittelalt., VI, 1993, col. 1398 (con bibl.).S. Alcolea Gil