SACKS, Oliver
Neurologo e scrittore britannico, nato a Londra il 9 luglio 1933. Dopo aver conseguito la laurea in medicina ed essersi specializzato in neurologia, rispettivamente alla St. Paul's School (Londra) e al Queen's College (Oxford), si trasferì a New York dove iniziò il lavoro clinico come neurologo, occupandosi in particolare delle problematiche poste da pazienti sofferenti di emicrania cronica e di parkinsonismo postencefalico. Approfondì inoltre lo studio delle funzioni e delle sindromi dell'emisfero destro, nonché delle ripercussioni, a livello centrale, di lesioni periferiche o di deficit specifici, quali la sordità congenita. Membro, dal 1974, dell'associazione Gilles de la Tourette, fino al 1992 ha lavorato, inizialmente come assistente e successivamente come professore di neurologia clinica, presso l'Albert Einstein College of Medicine di New York.
La sua notevole esperienza e sensibilità clinica si riflettono, a partire dal 1970, nella pubblicazione di una serie di saggi e di resoconti clinici che, nonostante le notevoli differenze che caratterizzano i diversi volumi, sostengono essenzialmente due tesi centrali: la malattia non può essere vista "in termini puramente meccanici o clinici e... occorre invece considerarla anche in termini biologici o metafisici, cioè in termini di organizzazione e di disegno strutturale"; e il dualismo mente-corpo, che caratterizza il modello medico moderno, dev'essere abbandonato a favore di una prospettiva unitaria, che consenta di cogliere l'assoluta continuità esistente fra il corpo e la mente. In Migraine (1970, 1985; trad. it., 1992) S. sostiene che l'emicrania rappresenta "una manifestazione esemplare della nostra trasparenza psicofisica". In Awakenings (1973, 1990; trad. it., 19916), oltre a tracciare una storia dell'encefalite letargica, e presentare la "narrazione minuziosa e non riduttiva" della vita e delle reazioni di alcuni pazienti sopravvissuti all'epidemia di encefalite letargica del 1917 e risvegliati dal loro stato di torpore grazie alla somministrazione di L-Dopa, S. riserva particolare attenzione allo studio della concezione del tempo e dello spazio dei pazienti parkinsoniani. In The man who mistook his wife for a hat (1985; trad. it., 1988), pone al centro della sua riflessione lo studio delle sindromi dell'emisfero destro, sottolineando non tanto i deficit prodotti da lesioni quanto "le turbe neurologiche che colpiscono il sé". A leg to stand on (1984; trad. it., Su una gamba sola, 1991), prende lo spunto da un'esperienza clinica personale per presentare una serie di riflessioni sui "fenomeni esistenziali e neuropsicologici associati alla guarigione... sulla complessità del rapporto medico paziente e la difficoltà di un dialogo tra loro" e sostenere nuovamente la necessità di abbandonare il modello classico e di costruire "una neurologia della persona". In Seeing voices. A journey into the world of deaf (1989; trad. it. 19912), S. abbandona invece il terreno dei disturbi neurologici e focalizza la propria attenzione sul mondo dei sordi e discutendo alcuni problemi fondamentali del rapporto fra parola, immagine e cervello.