OLIVETANI (Ordo S. Benedicti Montis Oliveti)
Sono così chiamati, dal luogo di fondazione, Monte Oliveto in provincia di Siena, i monaci benedettini (v.) istituiti nel 1313 dal patrizio senese Giovanni di Mino Tolomei, che si ritirò a vita penitente, con Ambrogio di Mino Piccolomini e Patrizio di Francesco Patrizi nel suo possedimento di Accona, nella valle dell'Ombrone, poco distante dal castello di Chiusuri. Il vescovo e signore d'Arezzo, Guido Tarlati dei Pietramala, avendo giurisdizione sul luogo, approvò nel 1319 l'istituzione monastica, foggiata sulla regola di S. Benedetto (v.), permettendo l'erezione di un monastero con chiesa, e concedendo i diritti e i privilegi proprî a simili istituzioni. Ventiquattro anni dopo, quando Clemente VI concedeva la conferma apostolica (21 gennaio 1344) i il nuovo istituto benedettino era già fiorente di monaci e monasteri. Lo stesso papa, con altra bolla di pari data, confermò altresì il carattere proprio all'istituto, sanzionando la facoltà di fondare nuovi monasteri, regolarmente costituiti e soggetti come membri al cenobio principale, dove l'istituto aveva avuto principio. Sul finire del sec. XIV, questi monaci erano 300, e nel 1524 raggiungevano il numero di 1190.
Gli olivetani esercitarono grande influenza sulla vita monastica del sec. XIV: sei monaci furono invitati a Montecassino (v.) nel 1369 per far rifiorire lassù la regolare osservanza, secondo il volere di Urbano V, e due vi furono abati, Andrea da Faenza (1369-1373) e Pietro de Tartaris (1369-1395). Altri due, Michele, priore di S. Maria Nova di Roma, e Giacomo, abate di S. Ponziano di Lucca, vennero incaricati dal cardinale Luca dei Gentili di occuparsi dei monasteri sublacensi.
Lo spirito liturgico fece sorgere tra questi monaci una fiorente scuola onorata di miniatori, ricamatori e lavoratori del legno, che hanno lasciato notevoli opere nelle chiese dell'ordine. Gli olivetani coltivarono anche le scienze, specialmente ecclesiastiche. In Italia l'ordine contò più di 100 cenobî e 2000 monaci. Al tempo presente ha monasteri in Italia, in Francia, in Austria, nel Brasile e nella Siria. Seguono le costituzioni di Monteoliveto anche varie comunità femminili in Italia, Svizzera, Belgio, Inghilterra, Francia e negli Stati Uniti d'America. Intorno ai monasteri olivetani fioriscono fin dal sec. XIV le associazioni degli oblati (v.) e delle oblate, viventi nelle loro famiglie o in comunità.
Bibl.: P. Lugano, Antonii Bargensis Chronicon Montis Oliveti (1313-1450), Firenze 1901; id., Memorie dei più antichi miniatori e calligrafi olivetani, ivi 1903; id., Origine e primordi dell'Ordine di Monteoliveto, Siena 1905; id., Di Fra Giovanni da Verona, maestro d'intagio e d'intarsio, e della sua scuola, ivi 1905; id., Delle più antiche costituzioni monastiche di Montoliveto, Roma 1906; id., Le tarsie di Fra Giovanni da Verona alla Camera della Segnatura nel Palazzo Vaticano, ivi 1908; id., Dell'arte del ricamo tra i monaci di Montoliveto, ivi 1900; id., Corali e Minii di Montoliveto Maggiore a Chiusi, Roma ivi; id., Il primo corpo di Costituzioni monastiche per l'ordine di Montoliveto (1445), ivi 1911; id., Santa Caterina da Siena e i monaci di Montoliveto, ivi 1912; id., L'istituzione delle oblate di Tor de' Specchi secondo i documenti, ivi 1923; id., Montoliveto, in l'Italia Benedettina, Roma 1929, pp. 520-593, con bibliografia completa.