OLIVIER POLI, Gioacchino Maria
OLIVIER (Olivieri) POLI, Gioacchino Maria (Mario). – Nacque a Molfetta (Bari) nel 1771. Sono noti solo i cognomi dei genitori: Olivieri e Poli. Successivamente Gioacchino Maria mutò quello paterno in Olivier e aggiunse quello materno in onore dello zio Giuseppe Saverio Poli, insigne scienziato e naturalista, professore di fisica all’ospedale degli Incurabili a Napoli (cfr. l’ampia biografia pubblicata dopo la sua morte nel 1825 in Continuazione del Nuovo dizionario istorico, VII, pp. 110-115).
Dopo gli studi nel seminario vescovile della sua città, si trasferì a Napoli, dove nel 1794 vide la luce la prima delle sue moltissime pubblicazioni: Breve descrizione istorico-fisica dell’eruzione del Vesuvio avvenuta a dì 15 giugno 1794 («commenta con distacco, quasi infastidito, le scene di superstizione a lungo susseguitesi e preferisce puntare sulla dimensione fisica dell’evento», De Francesco, 1997, p. 940). L’anno successivo lasciò la città, evento che De Francesco ritiene probabilmente connesso con la carcerazione di Luigi de’ Medici nell’ambito della repressione voluta da Giovanni Acton, in considerazione delle accuse rivolte ad Acton nel Congresso segreto sul destino d’Italia. Colloquio interessante tra Giovanni Acton, primo ministro del re delle Due Sicilie, Ignazio Busca, cardinale e nuovo segretario di stato del papa, e Giuseppe Girola, ministro plenipotenziario dell’imperatore presso la Repubblica di Genova (Milano 1796; firmato G.M.O. a p. 4).
Una sosta a Roma fu seguita dalla pubblicazione del Quadro attuale della città di Roma. Osservazioni imparziali d’un viaggiatore repubblicano (Milano 1797; anche Venezia e Parigi), che contiene alcune osservazioni inedite, la condanna del governo pontificio e l’appello alla rivoluzione. A Milano Olivier Poli fu tra gli assertori della politica espansionista della Repubblica cisalpina e collaborò con ilGiornale senza titolo «organo del più acceso democratismo cisalpino» (De Francesco, 1997, p. 943). Nel 1798 pubblicò anonimo un pamphlet di saluto ai nuovi consoli della Repubblica Romana nel quale rivendicava «l’obiettivo dei patrioti italiani di giungere a stabilire una sola repubblica in Italia al costo di sfidare il temibile alleato» (ibid.). Nel maggio dello stesso anno, poiché la Francia non sembrava intenzionata a invadere il Regno, ritenne di affidare le sorti della rivoluzione allo stesso Ferdinando IV. Con l’appello dei Patriotti d’Italia al re delle Due Sicilie (firmato a p. 14 G.M. Olivieri; Roma, Biblioteca di storia moderna e contemporanea, coll. 22.19.i.6/11) invitava il re a «deporre l’ormai inutile diadema nelle mani del popolo, aprir le prigioni ai patriotti detenuti, mettersi alla loro testa, e far voi stesso la rivoluzione delle Sicilie» e fare delle province «tanti dipartimenti della rinata Repubblica Romana» (p. 10). Probabilmente si recò poi in Francia: a Parigi pubblicò, in agosto, Le contre-révolutionnaire de Marseille. Dialogue bien singulier entre un italien voyageur et un royaliste marseillois, affidando al royaliste le proprie critiche alla condotta dell’Armata d’Italia.
Rientrato a Napoli nel 1799, nel breve periodo di vita della Repubblica napoletana fu impiegato, secondo la sua asserzione, nella «administration de la Trésorerie Nationale»(Rao, 1992, p. 256). Caduta la Repubblica si rifugiò in Francia (Marsiglia e poi Parigi), dove visse coi sussidi governativi. Dopo la scoperta della congiura Ceracchi pubblicò a Parigi (ottobre 1800) le Lettres aux Italiens refugiés en France, sur la dernière conspiration contre la vie du premier Consul Bonaparte et sur les motifs qui ont pu la faire naître, ove condannava fermamente la congiura stessa cercando contemporaneamente di spiegare «les motifs qui les ont égarés et les ont portés à cet excès de fureur». Dopo la pace di Amiens tornò a Napoli. Nel 1806 vi pubblicò Il solitario del Monte Krapac, o sia Il sogno verificato, esaltazione di Napoleone.
Nulla si sa della sua attività durante il Decennio francese. Ritornati i Borboni, nel 1816 pubblicò a Napoli Brevi osservazioni d’economia politica sulle arti e manifatture. Con alcune annotazioni relativamente alle Due Sicilie, dedicato a Leopoldo di Borbone principe di Salerno: non una critica del passato regime, bensì un breve trattato che sollecita una politica economica basata sulle possibilità del Regno. Oltre a traduzioni dal francese, nel 1819 diede inizio a una fitta serie di dizionari biografici, con il Dizionario istorico degli uomini celebri di tutti i secoli e di tutte le nazioni, rifatto ed accresciuto sopra quello di Le Blond da Pietro Olivier Poli (I-III, Napoli 1819), cui fecero seguito un Supplimento nel 1822 e, con il nome Gioacchino Maria (Pietro era il nipote), la Continuazione al Nuovo dizionario istorico degli uomini che si sono renduti più celebri per talenti, virtù, scelleratezze, errori, ec., la quale abbraccia il periodo degli ultimi 40 anni dell’era volgare (I-IX, ibid. 1824-1828) e la Nuova galleria istorica: ovvero Biografia degli uomini che per grandi talenti, opere, virtù o delitti hanno acquistato celebrità negli ultimi 40 anni dell’era volgare, presso tutte le nazioni incivilite del globo.
La rivoluzione del luglio 1820 riportò temporaneamente in primo piano il politologo. Il Cenno istorico su la rigenerazione dell’Italia meridionale in luglio 1820 (ibid. 1820) è un’interessante rassegna delle forze sociali in campo, della provenienza delle milizie e una concisa e rivelatrice cronaca dei loro movimenti (la seconda parte, pubblicata in dicembre, è dedicata ai Ragguagli della ribellione di Palermo e spedizione in Sicilia). Di ben altro rilievo è il Saggio politico critico su le varie costituzioni date alla Francia, dal 1789 sino alla restaurazione della monarchia nel 1814 (ibid. 1820), analisi delle tante costituzioni francesi imposte anche agli altri paesi, che premiava la costituzione del 1791 cui si ispirava la costituzione spagnola adottata nel Regno, e si inseriva autorevolmente nel vivace dibattito in materia di costituzioni. Ora che i popoli d’Europa sono più maturi «spetta ai loro mandatarii, ai loro rappresentanti, di statuire su quanto risguarda la loro legislazione politica, civile ed economica» (pp. XV s.; per una sintesi convincente cfr. De Francesco, 1997, pp. 948 s.).
Non si hanno ulteriori notizie circa le sue attività nel corso del Nonimestre costituzionale. Continuò la sua poliedrica attività pubblicistica nel 1827 con Osservazioni politico-filosofiche su la legislazione civile e penale con un saggio su la storia della legislazione in generale, in italiano e francese, dedicata a re Ferdinando II. Nel 1848 si inserì nuovamente nel dibattito pubblicando a Napoli Brevi cenni imparziali sul novello risorgimento politico dell’Italia meridionale. De Francesco nota che «anche la rivoluzione del 1820 veniva, ora, bruscamente liquidata come un tentativo velleitario, animato da un democratismo tanto pronunciato quanto demagogico, che aveva finito per avere ragione delle buone intenzioni della Corona e per abbandonare il regno all’invasione straniera» (ibid., pp. 953 s.). De Francesco conclude il suo convincente e brillante saggio sostenendo che la biografia politica di Olivier Poli introduce due temi negletti dalla storiografia del Risorgimento: «quale contributo, all’indomani del 1821, quel che restava della generazione napoleonica abbia recato alla politica italiana degli anni Trenta e Quaranta; dall’altro, tenendo fermo sul nesso strettissimo tra il momento giacobino e quello bonapartista, quali specifiche categorie politiche del democratismo siano transitate (via l’adesione all’ordine amministrativo dei Napoleonidi) nel processo di costruzione dell’ideologia moderata» (p. 956).
Morì a Napoli nel 1856.
Altre pubblicazione di Olivier Poli: Abbellimenti della città di Napoli ovvero Alcune idee sul miglioramento materiale di cui essa sarebbe suscettiva nell’attuale stato di civiltà de’ suoi abitanti, Napoli 1839; Les gémissements de Koniecpolski ou les derniers soupirs de la liberté polonaise…, Paris 1842, con riassunto della storia della Polonia dal 1794, biografie e altro materiale. I cataloghi di molte biblioteche in Italia e all’estero attribuiscono a Olivier Poli vari libri firmati con l’anagramma Poevillirio.
Fonti e Bibl.: M. Rao, Esuli. L’emigrazione italiana in Francia (1792-1802), Napoli 1992, ad ind.; A. De Francesco,Per una rilettura della cultura politica del Risorgimento. Giacobinismo e moderatismo nella biografia di G.M. O.-P., in Rivista storica italiana, CIX (1997), pp. 938-960.