SERVIO, Oliviero
– Originario di Tolentino, come egli stesso si definisce, ne sono ignote data di nascita e famiglia di origine. Le notizie che lo riguardano si concentrano nella seconda metà del Quattrocento.
È possibile che si sia trasferito a Roma a lavorare come cartolaio poco oltre la metà del Quattrocento, sfruttando le ampie commesse collegate alle attività della corte e della Cancelleria pontificie e dello Studium Urbis.
Un Oliviero cartolaio figura già in un documento del marzo 1462: «magistro Oliverio cartulario florenos auri de Camera sex cum dimidio pro valore centum quadragintasex cartarum» (Archivio di Stato di Roma, Camerale I, Mandati, 836, c. 243r). Questi si potrebbe forse identificare con un «Oliverius de Angulo Franciosus» (842, cc. 198v-199r; 843, cc. 11r, 72v, 274r; 845, c. 25v), con bottega nei pressi di Sant’Ivo alla Scrofa, il che escluderebbe che si tratti di Servio. Un altro «Oliverius Babonin Cartularius» (843, c. 274r), tuttavia, vende pergamena a Roma nel 1470 e si sa ancora di un altro Oliviero cartolaio che importa carte e pergamene tra il 1475 e il 1476, come risulta dai registri della dogana di Sant’Eustachio. L’identificazione di quest’ultimo con Servio è però tutt’altro che certa.
Un’altra ipotesi sull’identità di Servio – più probabile, dati i suoi contatti – emerge dai registri della Cancelleria Vaticana. Un «Oliverius Servius» di Caldarola, borgo non lontano da Tolentino, figura come «procurator penitentiarie» nell’ottobre del 1475. Con tale incarico figura ancora il 4 giugno 1493 nel Liber notarum del cerimoniere pontificio Johann Burchard. Servio sarebbe allora da identificare con un prelato, legato agli ambienti della Curia pontificia.
A seguito dell’arrivo della tipografia a Roma, si sarebbe poi dedicato occasionalmente, tra il 1481 e il 1484, all’attività di editore. Non ci sono invece prove a sostegno di una sua attività come tipografo, che sembrerebbe da escludere data l’abitudine di rivolgersi a locali stampatori di origine tedesca. Sottoscrisse esplicitamente una sola edizione, il Boezio, Topica, [Roma] 20 febbraio 1484 (ISTC ib00829000), unica stampa quattrocentesca di quest’opera. Il colophon recita: «Anitii. Manlii. Seuerini. Boetii. V.C. & illustris: ex consulum ordine. Comentarium In Martii Tulii Ciceronis. Librum Topicorum. Explicitum & Impressum. Per Dominum Oliuerium Seruium. De Tholentino. Anno domini. Millesimoquadringentesimooctuagesimoquarto. Die uero Vigesima mensis Februarii».
Sulla base di una minuziosa analisi dei caratteri tipografici, Paolo Veneziani ha dimostrato che, per far stampare questa edizione, Servio, in qualità di editore, si rivolse a ben tre tipografi tedeschi attivi a Roma in quegli anni Johann Schoemberger, Georgius Teutonicus e Sixtus Riessinger. I tre lavorarono contemporaneamente, su porzioni omogenee di testo, segno di una certa premura da parte del committente. La realizzazione dell’edizione è normalmente attribuita dai repertori al solo Schoemberger, cui si devono gli ultimi fascicoli.
Sulla base dei caratteri impiegati sono state attribuite ai torchi di Servio altre edizioni romane sine notis. In primo luogo, la Abbreviatio supra Decades Blondi Flavii di Enea Silvio Piccolomini (ISTC ip00654000), con la data 1481 preceduta da una misteriosa sigla «D.D.L.D.S.P.V.», che potrebbe nascondere una società editoriale o una generica invocazione, ma nella quale non è possibile identificare il nome di Servio.
Anche in questo caso, Veneziani ha attribuito l’edizione al tipografo romano Georgius Teutonicus, al quale rimandano altre tre edizioni impresse con il medesimo carattere, che i repertori assegnano incautamente a Servio: gli Analytica posteriora (ISTC ia00968800) e la Physica (ISTC ia01021500) di Aristotele e il De insomniis di Ippocrate, curato da Andrea Brenta (ISTC ih00277000). Tutti e tre gli incunaboli sono databili intorno al 1481. In particolare l’Ippocrate è da collocare post 15 febbraio 1481, in considerazione, nella dedica a Zaccaria Barbaro, della pubblicazione della traduzione del Themistius, Paraphrasis in Aristotelem, nella traduzione di Ermolao Barbaro, uscito a Treviso in quella data (ISTC it00129000).
Sono invece sicuramente da ricondurre all’attività editoriale di Servio due importanti edizioni di Ambrogio Massari da Cori, che si inserivano in un’accesa polemica religiosa tra i canonici regolari lateranensi e gli agostiniani: la Vita s. Augustini et orationes de laudibus s. Augustini, Roma, Georg Herolt, 8 dicembre 1481 (ISTC ic00881000) e il Defensorium ordinis Heremitarum S. Augustini, [Roma, Georg Herolt, 1482 circa] (ISTC ic00877000). In quest’ultima edizione figura anche la Bulla canonizationis del santo agostiniano Nicola da Tolentino, a rimarcare forse un certo legame di Servio con la patria marchigiana. La Vita s. Augustini, invece, presenta una dedica di Servio al cardinale benedettino Guillaume d’Estouteville, nella quale egli dichiara di essere non solo il curatore, bensì l’editore del testo, avendo consegnato personalmente il manoscritto da stampare al tipografo.
Estouteville, cultore di arti e lettere, era particolarmente legato agli eremitani in generale e ad Ambrogio Massari in particolare. A lui si deve la donazione della chiesa di Sant’Oliva a Cori agli eremitani affinché vi edificassero un proprio convento intra moenia. All’impresa sovrintese proprio Massari, che volle così legare indelebilmente il proprio nome al convento cittadino. Servio andava dunque a inserirsi in questo rapporto tra Massari ed Estouteville, nella speranza forse, secondo una strategia invalsa all’epoca, di ottenere un finanziamento per la stampa dell’edizione, a meno di vedere la volontà dell’editore di partecipare direttamente alla disputa con i canonici lateranensi. Se è vera la notizia della consegna del manoscritto al tipografo da parte di Servio, bisogna infatti forse ipotizzare un qualche rapporto tra questi e l’autore. Un esemplare dell’edizione, probabilmente la copia di dedica, figura tra i pochi libri a stampa presenti nella raccolta del cardinale Estouteville, confluita nella biblioteca del convento agostiniano romano di S. Maria del Popolo. La dedica di Servio fu anche ristampata (ma in posizione marginale) nell’edizione della Vita agostiniana, curata da Tilmans Limperger, Jacob Fedderer e Johann Scherrer, pubblicata a Strasburgo da Martin Schott, nel 1490 (ISTC ic00881600).
Si deve infine all’attività editoriale di Servio anche l’Egidio Colonna, De regimine principum, stampato sempre a Roma, ma commissionato a Stephan Plannck, 9 maggio 1482 (ISTC ia00088000), con una dedica dell’editore al longevo cardinale portoghese Jorge da Costa (1406-1508), in cui l’editore dichiara il libro «opus laboribus nostris impressum». La dedica venne riproposta anche nella nuova edizione dell’opera, uscita a Venezia, per Simone Bevilacqua, il 9 luglio 1498 (ISTC ia00089000).
Null’altro è noto di Servio la cui morte è da collocare senz’altro dopo il 20 febbraio 1484, data dell’ultima edizione a lui riconducibile con sicurezza, o forse addirittura dopo il 4 giugno 1493.
Fonti e Bibl.: Città del Vaticano, Archivio segreto Vaticano, Camera Apostolica, Annatae, 24, c. 8v; Archivio di Stato di Roma, Camerale I, Mandati, 836, c. 243r; 842, cc. 198v-199r; 843, cc. 11r, 72v, 274r; 845, c. 25v; Camera Urbis, dogana S. Eustachio, regg. 34, 36; R. Proctor, An index to the early printed books in the British Museum: from the invention of printing to the year MD. With notes of those in the Bodleian Library, II, London 1898, pp. 258 s.; J. Burchard, Liber Notarum ab anno MCCCCLXXXIII usque ad annum MDVI, a cura di E. Celani, I, Città di Castello 1906, p. 434; Catalogue of books printed in the XVth century now in the British Museum, IV, London 1916, pp. XV, 129 s.; A. Esposito, Testamento e inventari per la ricostruzione della biblioteca del Cardinale Guglielmo d’Estouteville, in Scrittura, biblioteche e stampa a Roma nel Quattrocento. Aspetti e problemi. Atti del seminario 1-2 giugno 1979, Città del Vaticano 1980, pp. 309-342 (in partic. pp. 340 s.); P. Cherubini et al., Il costo del libro, in Scrittura, biblioteche e stampa a Roma nel Quattrocento. Atti del secondo seminario 6-8 maggio 1982, a cura di M. Miglio, Città del Vaticano 1983, pp. 323-553 (in partic. pp. 340 s., 344, 443, 498, 505); P. Casciano, A proposito di un “falso” umanistico: la Caesaris Oratio Vesontione Belgicae ad milites habita di Andrea Brenta professore dello Studium Urbis, in Un pontificato ed una città. Sisto IV (1471-1484). Atti del Convegno, Roma... 1984, a cura di M. Miglio et al., Città del Vaticano 1986, pp. 515-556 (in partic. p. 545 nota 24); P. Veneziani, Chi era Georgius Teutonicus?, in Editori ed edizioni a Roma nel Rinascimento, a cura di P. Farenga, Roma 2005, pp. 127-146; P. Farenga, La controversia tra canonici regolari e agostiniani attraverso la stampa: Ambrogio, Domenico da Treviso, Paolo Olmi ed Eusebio Corrado, in La carriera di un uomo di curia nella Roma del Quattrocento. Ambrogio Massari da Cori, agostiniano: cultura umanistica e committenza artistica, a cura di C. Frova - R. Micheletti - D. Palombi, Roma 2008, pp. 75-89 (in partic. pp. 84 s.); T. Frenz, Repertorium Officiorum Romane Curie (RORC), http://www. phil.uni-passau.de/fakultaetsorganisation/fakultaetsangehoerige/histhw/forschung/rorc/ (17 aprile 2018); Incunabula Short-Title Catalogue (ISTC), http://www.bl.uk/ catalogues/istc.