Olocene
Il secondo dei due periodi di cui si compone il Quaternario, iniziato con il Pleistocene (ca. 1,8 Ma). Il limite dell’Olocene, ca. 10.000 anni fa, si colloca fra il massimo freddo dell’ultima glaciazione e l’optimum postglaciale, posto a ca. 7000 anni fa. Le principali fasi climatiche dell’Olocene possono essere sintetizzate nel seguente schema: un periodo caldo dal 4000 al 2000 a.C.; un periodo freddo dal 1000 ca. al 300 a.C.; un periodo caldo medievale tra l’800 e il 1200 d.C.; un periodo freddo (Piccola età glaciale) tra il 1400 e il 1850; un periodo caldo a partire dal 1850 con un raffreddamento tra il 1962 e il 1985 circa. Tali cambiamenti climatici sono stati determinati innanzitutto da fattori astronomici (in particolare le variazioni dell’eccentricità dell’orbita terrestre e dell’inclinazione e orientazione del suo asse di rotazione), e dall’influenza dei sistemi oceanico e atmosferico. Le oscillazioni climatiche, avvenute nel Pleistocene, con le conseguenti variazioni del livello marino hanno influenzato il clima, l’evoluzione e la migrazione della flora, della fauna e dell’uomo, nonché la costruzione degli attuali paesaggi morfologici e la delimitazione degli attuali bordi dei continenti. La specie Homo sapiens, comparsa ca. 200.000 anni fa, durante l’Olocene è stata protagonista di una serie di importanti cambiamenti culturali. Proprio in questo periodo si è verificata infatti la cosidetta rivoluzione neolitica, processo complesso che si è realizzato con tempi e modalità differenti in diverse aree geografiche e che è stato rappresentato sostanzialmente dal passaggio da un’economia di caccia e raccolta a un’economia di tipo produttivo, basata sulla domesticazione di animali e piante. Le conseguenze della transizione neolitica sono state molteplici e di notevole impatto sulla successiva storia evolutiva dell’uomo e sul suo rapporto con l’ambiente: dall’aumento della densità demografica su scala locale e globale, alla sedentarizzazione (con la conseguente nascita dei primi nuclei urbani e delle stratificazioni sociali), alla diffusione delle malattie infettive e delle patologie connesse al cambiamento della dieta. (*)