DALIN, Olof von
Poeta e storico svedese, nato a Vinberg il 29 febbraio 1708, morto il 12 agosto 1763. Gli Svedesi lo considerano come il loro Voltaire. Razionalista per natura, incline all'osservazione spregiudicata dei fatti più che all'abbandono al sentimento, fu, alla corte della regina Luisa Ulrica, il più tipico rappresentante delle idee e del gusto del Settecento francese, di cui ebbe larga e diretta conoscenza, consolidata anche nel 1739-40 in un lungo soggiorno a Parigi. Sull'esempio dello Spectator di Addison, incominciò a pubblicare lo Svenska Argus (dicembre 1732-1734), trattandovi problemi varî di politica e di cultura, di morale e di religione, in una prosa discorsiva, agile e aderente alla vita, che nella letteratura svedese era senza precedenti. Poi modellò materia alla Volsungasaga; e mirando a Molière, più che a Holberg, delineò una caricaturale figura d'invidioso monomane nella commedia Der Afundsjuke (1738). Ma soprattutto trovò in Voltaire il suo maestro: da cui derivò la parola caustica, netta, tagliente, che costituisce anche oggi la forza delle sue numerose composizioni satiriche: Aprilvärk om vår herrliga tid (Opera d'aprile sul nostro magnifico tempo, 1737); Visdomsprof eller Herrn Arringm Berserks förträffelige tankar (Prova della saggezza ovvero Eccellenti pensieri del signor A.B., 1739); Sagan om hästen (La leggenda del cavallo, 1740); Svenska Friheten (Libertà svedese, 1742). Fu il primo fecondo tentativo di dare alla poesia svedese un contenuto e un tono europeo; e il D. - che nel 1780 venne anche eletto precettore del principe ereditario, il futuro re Gustavo III, e fin dalla fondazione (1753) accolto fra i membri dell'Accademia - fu salutato poeta nazionale". Quasi anticipando le funzioni di "storiografo del regno" che dovevano più tardi essergli conferite (1755), il D. si accinse allora a scrivere la storia della Svezia (Svea Rikes Historia, 4 voll., 1747-65: giunge fino alla morte di Carlo IX nel 1611); e fra questa vasta opera equilibrata nei giudizî e nell'uso delle fonti, e l'interesse per la cosa pubblica, divise la sua attività nell'ultimo periodo della sua vita, tornando alla poesia soltanto con la composizione di un buon numero di liriche sopra soggetti varî - dalla grande ode Öfver slaktningen vid Villmanstrand (Sulla battaglia di V., 1741) alla canzone popolare, all'ode religiosa, alla canzonetta d'occasione; e per la vivezza del ritmo, la grazia delle immagini e della punta epigrammatica, la limpidezza del getto melodico occupa pure come lirico, nella storia della poesia svedese, un posto notevole fra l'epoca del rococò e l'età di Bellmann. Libero e spregiudicato, nel 1756 fu trascinato, in occasione delle sue Kalott predigarna, canzonatura dei predicatori, davanti alla dieta e bandito dalla Corte. Ritornato in grazia, dopo il 1761, salì ancora presso la corte fino al grado supremo di cancelliere (1763).
Opere: Vitterhetsarbeten, ed. J. C. Bökman, voll. 6, Stoccolma 1767; Valda Skrifter, Stoccolma 1872; Svenska Argus, rist. con note di B. Hesselman e M. Lamm, voll. 3, Stoccolma 1910-18; Sagan om hästen, nuova ed. a cura di J. Miöberg, Stoccolma 1920.
Bibl.: K. Warburg, O.D., hans liv och gärning, Stoccolma 1884; M. Lamm, O.D., en litteraturhistorisk undersökning of hans verk, Stoccolma 1908; e cfr. anche Atterbom, Svenska siare och skalder, III; F. Böök, Stridsmän og sangare, Stoccolma 1910.