OLOMOUC (tedesco Olmütz; A. T., 51-52)
Città della Cecoslovacchia, nella Moravia settentrionale, alla confluenza del Bystřice (Feistritz) con la Morava, a 220-230 m. s. m. e a 65 km. NE. di Bruna. La città è situata in posizione assai caratteristica su un colle di granito che emerge dalla pianura alluvionale della Morava; il quartiere del Duomo o Vorburg ne costituisce la parte più antica. Situata in posizione strategica, Olomouc vigila i passi che conducono nell'Alta Slesia attraverso i monti Jeseníky; per tale ragione un tempo la città era circondata da salde opere di fortificazione, oggi pubbliche passeggiate, e poteva venire isolata allagando le campagne circostanti. Le principali industrie sono quelle del metallo, del cuoio, del legno, della birra, dello zucchero e dello spirito; si annoverano inoltre numerose fabbriche di cemento, localizzate soprattutto nel sobborgo di Hodolany. La popolazione che ammontava a 21.933 ab. nel 1900, raggiunse 57.940 ab. nel 1921, in seguito all'annessione di numerosi sobborghi, e nel 1930 65.989 ab. dei quali un terzo Tedeschi e due terzi Cecoslovacchi. Per mezzo di ferrovie è collegata con Praga, Ostrava, Bruna e Bratislava.
Monumenti. - La città interna possiede molti monumenti: i resti del castello principesco (sec. XI-XII), accanto al duomo dedicato a S. Venceslao e ricostruito completamente in stile gotico fra il 1883 e il 1890; inoltre le chiese di S. Maurizio e di S. Michele (1676-1701), la chiesa gesuita di S. Maria della Neve (1712-20). Il palazzo comunale, fondato nel sec. XIII, fu continuato in epoca successiva (l'orologio è del 1422). Il palazzo arcivescovile, del 1667, è dell'italiano B. Fontana; notevole il gruppo di statue della SS. Trinità (1716-54). Inoltre vi sono varie fontane barocche e molti portali del Rinascimento. Il convento Hradisko (1686) di B. Fontana è un edificio monumentale, ricco di affreschi e di statue.
Storia. - Olomouc è uno dei più vecchi abitati moravi, ma storicamente noto soltanto dalla seconda metà del sec. XI. Quando appare, è sede di uno speciale principato del lotto dei Přemyslidi e di un vescovato, erettovi nel 1063 per tutta la Moravia. Přemysl Ottocaro II innalzò Olomouc a città regia e la colonizzò con Tedeschi; i numerosi privilegi e il frequente commercio contribuirono al rapido sviluppo della città. Il re Giovanni di Lussemburgo ne fece la capitale del margraviato di Moravia. Il diritto municipale di Olomouc fu elevato (nel 1331) ad istanza superiore per tutte le città della Moravia, che seguivano il diritto di Magdeburgo. Durante le guerre ussite, Olomouc restò cattolica e seguì le parti del re Sigismondo; e similmente anche nelle guerre fra Giorgio di Poděbrady e Mattia Corvino, re d'Ungheria, Olomouc aiutò Mattia, il quale vi fu nel 1469 proclamato re di Boemia; dieci anni più tardi (1478) fu stipulata a Olomouc la pace fra Mattia e Ladislao Jagellone. Quando, verso la metà del sec. XVI, il luteranesimo guadagnava terreno tra la popolazione, furono introdotti in Olomouc i gesuiti (1566) e così il cattolicesimo fu nuovamente rafforzato; le scuole gesuite furono elevate a università. Ad onta dell'energica attività controriformatrice dei vescovi di Olomouc, la città si unì nel 1619 alla ribellione boema, ma dopo la battaglia della Montagna Bianca fu punita dal cardinale Dietrichstein e ricondotta a forza al cattolicismo. Per paura degli Svedesi, gli uffici furono nel 1641 trasportati da Olomouc a Bruna, la quale divenne così capitale della Moravia in luogo di Olomouc. Gli Svedesi, difatti, espugnarono nel 1642 Olomouc e, tenendola fino al 1650, la devastarono completamente. Quando poi la città venne nuovamente espugnata dal nemico, nella guerra di successione d'Austria, fu negli anni 1749-57 trasformata in una grande fortezza. Con questo provvedimento però, lo sviluppo della città fu arrestato per lungo tempo, benché il vescovato di Olomouc fosse innalzato, nel 1777, da Pio VI ad arcivescovato. Dell'università morava, la quale per un breve periodo (1778-82) fu trasferita anch'essa a Bruna, rimase infine a Olomouc solamente la facoltà di teologia, che vi esiste tuttora. Nel 1848 Olomouc diventò per breve tempo sede della corte imperiale. Negli anni 1876-88 la fortezza fu abolita e ciò rese possibile un rapido sviluppo della città, la quale diventò in seguito il centro culturale, amministrativo ed economico della Moravia centrale e settentrionale.
Bibl.: J. V. Fischer, Geschichte der königl. Hauptstadt und Grenzfestung Olmütz, Olmütz 1802; Al. V. Šembera, Paměti a. znamenitosti města Olomouce (Le memorie e le curiosità della città di Olomouc), Vienna 1861; W. Müller, Geschichte der königl. Hauptstadt Olmütz, Vienna 1882; H. Kux e M. Kres, Das Rathaus zu Olmütz, Olmütz 1904; H. Doležil, Politické a kulturní dějiny král. hlav. města Olomuce (La storia politica e culturale della regia capitale di Olomouc), Olomouc 1903-5; V. Nešpor, Olomouc, Olomouc 1927; Chr. d'Elvert, Zur Geschichte des Erzbisthums Olmütz, Bruna 1895; B. Navrátil, Jesuité olomučtí za protireformace (I gesuiti di Olomouc al tempo della Controriforma), I, Praga 1916.
Il trattato di Olmütz. - Fu concluso il 29 novembre 1850 fra l'Austria, rappresentata dal principe di Schwarzenberg, e la Prussia, rappresentata da O. Th. v. Manteuffel, a conclusione del dissidio austroprussiano nato attorno al parlamento di Erfurt, all'iniziativa prussiana di unificare la Germania in una confederazione dominata dalla Prussia, e alla conseguente, immediata ed energica reazione austriaca (v. germania: Storia). La convenzione di O. significò un clamoroso successo dell'Austria e una delle più dure umiliazioni che il regno di Prussia avesse mai subito nella sua storia: la Prussia rinunciò a tutti i suoi progetti confederativi, l'Unione, creata ad Erfurt, venne sciolta, l'antico ordinamento federale, col suo Bundestag, ripristinato, e nella questione dell'Assia, per cui la Prussia aveva mobilitato le sue truppe, la decisione fu rimessa al Bundestag. Il processo di unificazione della Germania subiva un notevole arresto.