OLOPAN (Olopen)
Trascrizione cinese della parola siriaca rabban, "nostro signore" (ossia "monaco"), secondo alcuni; secondo altri invece della frase, anche siriaca, Allāhā-pnā, "Dio converte"; è il nome di un antico missionario di cui parla la celebre stele scoperta nel 1625 a Singan-fu nella provincia dello Shen-si (Cina centrale).
La pietra contiene una lunga iscrizione in cinese (1789 caratteri cinesi) e in siriaco (carattere estrangelo), è datata secondo il computo cristiano dall'anno 781 e comincia: "Iscrizione della propagazione nell'Impero di Mezzo dell'illustre religione di Ta-tsin (impero ronano)... composta da King-tsin, sacerdote del monastero dei grandi Tsin", e presenta un riassunto delle dottrine cristiane quali venivano insegnate dai siro-nestoriani. Segue poi la parte storica, dove è narrato che Olopan nell'anno 635, partendo da Ta-tsin (impero romano) era arrivato in Cina presso l'imperatore Tai-tsung, seguendo la direzione dei venti. Fu ricevuto onorevolmente, le sue dottrine furono esaminate e approvate, e i libri sacri che aveva portato seco furono tradotti per la biblioteca imperiale. Tre anni dopo, l'imperatore decretò la tolleranza verso il cristianesimo. Kao-tsung successore di Tai-tsung (650-683), dimostrò benevolenza anche maggiore ad Olopan, che fu nominato guardiano dell'impero e signore della grande legge. Dopo la morte di Kao-tsung seguì un periodo di disgrazia per i convertiti di Olopan, ma col giungere di Kiho, un nuovo missionario venuto da Ta-tsin, ricominciò un periodo di favore. A questo racconto seguono in siriaco alcuni nomi di missionarî e di fondatori del monumento. Esso porta un poco di luce sulla propaganda dei nestoriani. (v.) nel centro della Cina nei secoli VII-VIII. Il monumento, reso noto subito dopo la sua scoperta, diede origine a un'abbondante letteratura; alcuni autori protestanti sostennero trattarsi di una falsificazione gesuitica, cosa del tutto inverosimile.
Bibl.: La stele fu fatta conoscere dal padre Kircher nel Prodromus copticus, Roma 1636 e, in migliore traduzione, in China illustrata, Amsterdam 1667. Fra le pubblicazioni recenti ricordiamo: F. Nau, L'expansion nestorienne en Asie, Chalon-sur-Saône, 1914 (estratto dalla Biblioth. de vulgaris. du Musée Guinet, XL), con trad.; P. Y. Saeki, The Nestorian monument in China, Londra 1916; L. Giles, Notes on the Nestorian monument at Sianfu, in Bulletin of the School of Oriental Studies, Londra 1917, 1918, 1920.