OLTREGIUBA (A. T., 116-117)
Regione già appartenente, col nome di Jubaland, alla Colonia del Kenya (Gran Bretagna), annessa alla Somalia Italiana (v.) col protocollo italo-britannico del 15 luglio 1924; confina a SO., O. e NO. con la Colonia del Kenya lungo una linea che da Malca Ri giunge a Ras Chiambone sull'Oceano Indiano, a N., per breve tratto, con l'Impero Etiopico, a E. è limitata dal corso del Giuba, mentre a SE. si affaccia sull'Oceano Indiano. Il territorio, vasto 91.122 kmq., si stende a forma di trapezio sulla destra del Giuba; l'altipiano calcareo, continuazione di quello sulla sinistra del Giuba, declina con leggerissimo pendio verso l'Oceano Indiano da 250 m. s. m. a 5, mentre termina con un brusco salto sul letto del Giume; fitte boscaglie spinose e gruppi di alberi ricoprono l'altipiano che si presenta come una monotona regione appena ondulata, ai piedi della quale si stende una pianura alluvionale che un'ampia catena di dune separa dalla costa; questa è fiancheggiata da scogli e isole che la proteggono dai monsoni. L'altipiano, all'infuori del Giuba che ne lambisce l'estremità orientale, è scarsissimo di acque, mancando veri e proprî fiumi; unico corso d'acqua di qualche importanza è il Lach Dera che si perde nella zona paludosa di Descèc Uama senza arrivare al Giuba; sboccano nell'Oceano con ampî estuarî varî torrenti che scorrono entro larghe valli, quali il Goranlega, il Gennanica, il Cimoti, l'Ola Uac Jer e il Bubasci, gli ultimi tre sfocianti nell'estuario di Bur Gao. Non si hanno dati climatici sulla regione; in generale il clima è caldo e asciutto sulla costa, umido nell'interno. Per la scarsezza delle precipitazioni e la natura del suolo le aree coltivate sono ridottissime e si stendono quasi esclusivamente lungo il corso del Giuba; prevalgono le coltivazioni di dura, granturco, sesamo, banano, cotone, ricino. Di maggiore importanza è l'allevamento del bestiame al quale si dedicano le tribù dell'interno. Tra le risorse non vanno dimenticate la caccia all'elefante per l'avorio e la pesca di squali e tartarughe. La popolazione si calcola all'incirca di 72.000 ab. dei quali solo 14.500 stabili, il rimanente pastori seminomadi. Centri principali sono Chisimaio (v.) con 5460 ab. presso la foce del Giuba, Gobuin (2000 ab.), Alessandra e Serenli nella valle del Giuba Afmadù (2000 ab.) sul Lach Dera, nell'interno. L'Oltregiuba è oggi diviso amministrativamente nei Commissariati del Basso e dell'Alto Giuba.
Etnologia. - Le popolazioni dell'Oltregiuba sono in grandissima maggioranza costituite da Somali del gruppo Darod della tribù Cablalla (Harti, Bartireh); e del sottogruppo Ogaden (Aulihan, Mohammed Zubier, Tallamoghe e Mogabul): altre cabile somale sono i Merehan del Gruppo Darod, ma non Cablalla, e i Gherra del gruppo Hauia.
Le cabile sono distribuite lungo il corso del Giuba da Dolo sino alla foce e nel territorio di riva destra fino al confine britannico: nella zona del nord lungo il fiume da Salagle a Marillè, spingendosi a occidente fino a El Berù, gli Aulihan; nel medio Giuba, dal Descèc Uama fino a Coriolei, spingendosi a occidente fino a Giana Omarà, Derèb e Bogi e a settentrione fino a Adable Curumi, i Mohammed Zubier; nella regione centrale di Afmadù, spingendosi fino a settentrione nella regione di Arbore e Adabla, i Bartireh; dal Descèc Uama sino alla foce, nei dintorni di Chisimaio e a sud fino a Porto Durnford, gli Harti; nelle estreme regioni occidentali verso il confine inglese, i Talamoghe tra Curdei e Bissicaio e i Mocabul nella stessa regione, a Ramo Addei, a Ciore e a Goranlega. I Gherra vivono per lo più in territorio britannico e solo raramente si spingono fino ai pozzi di El Uac entro i confini della colonia italiana. Altri piccoli gruppi somali sono i Rahanuin Gassar-Gudda che vivono sulla riva destra del Giuba di fronte a Lugh e gli Issach del gruppo Dir, originarî di Berbera e stanziati a Chisimaio e Gobuin.
Accanto ai Somali vanno citate alcune tribù negroidi (Gobauin, Uagoscia), liberti dei Somali; i primi vivono coi Gassar Gudda loro antichi padroni, i secondi sono disseminati in varî villaggi lungo il Giuba.
Due gruppi di popolazioni sono poi, fino ad oggi, così poco noti dal punto di vista antropologico-etnografico che non si sa con certezza a quale ceppo collegarli: gli Uaboni, sparsi in molti villaggi lungo il Giuba e nelle regioni di Port Durnford e di Baddada, e i Bagiuni che vivono a Chisimaio e nelle isolette lungo la costa.
Le genti dell'Oltregiuba si distinguono in stabili e nomadi: essenzialmente agricoltori i primi, essenzialmente pastori i secondi; al primo gruppo appartengono in genere le cabile somale (Darod Cablalla e Merehan, Hauia Gherra), al secondo i negroidi liberti (Gobauin, Uagoscia) e i Somali Rahanuin Gassar Gudda. Gli Uaboni sono essenzialmente cacciatori e i Bagiuni pescatori.
La vita dei Cablalla, Merehan e Gherra non differisce in complesso da quella degli altri Somali pastori nomadi del Benadir e della Somalia settentrionale. La pastorizia è esercitata specialmente nella fascia dunosa lungo le coste dell'Oltregiuba e nella vasta zona interna fino al confine inglese. Le greggi sono prevalentemente di cammelli fra i Merehan, gli Aulihan e i Bartireh, di bovini presso gli altri gruppi. Veramente notevole è presso le cabile Cablalla l'istituzione di "classi di età" che soltanto da appena un trentennio è caduta pressoché in disuso: nessun'altra tribù dell'Oltregiuba e della Somalia ha avuta, sembra, una simile istituzione: i Cablalla, secondo un'attendibile ipotesi del Cerulli, avrebbero assimilato questo ordinamento dai Galla che abitavano il Giuba al momento nel quale ne invasero il territorio. La cabila era divisa in due grandì categorie, una delle quali era, a sua volta, divisa in due classi alle quali si era ammessi mediante vere e proprie cerimonie di iniziazione. Presso gli stessi Cablalla vige anche una istituzione corrispondente al levirato, in quanto che una donna rimasta vedova può di diritto essere sposata, dopo il periodo di purificazione, dai parenti in linea collaterale del marito.
L'agricoltura è esercitata specialmente lungo le rive del Giuba dai Negroidi liberti, per proprio conto o per conto di cabile somale che hanno il possesso delle terre; i Rahanuin Gassar Gudda dei dintorni di Lugh coltivano da sé le proprie terre come tutti i Rahanuin della Somalia. Si hanno coltivazioni anche lungo il Daua, ma molto meno abbondanti e prospere; lungo il Giuba la regione più ricca di campi è intorno a Touata e ad Alessandra.
I pescatori Bagiuni sono considerati dai Somali con un certo disprezzo. L'uomo nella famiglia ha poca autorità ed è molto sottomesso alle donne che dirigono la casa; le donne, a differenza delle somale, non sono infibulate. La pesca è esercitata con barche di tavole rozzamente connesse e munite di una pesante vela di stuoia.
Bibl.: N. Puccioni, Carta della distribuzione delle principali cabile somale, in Atti VIII Congr. geogr. ital., Firenze 1922; C. Zoli, Oltre Giuba, Roma 1926; id., Notizie sul territorio di riva destra del Giuba, Roma 1927.
Ordinamento e storia. - L'Oltregiuba è l'ultima regione nella quale si sono combattuti i gruppi etnici Negri, Galla e Somali, successivi occupanti della Somalia Italiana. Così la permanenza dei Negri Wa-Nyika nell'Oltregiuba ci è sicuramente attestata da documenti storici arabi che narrano le lotte svoltesi appunto nelle regioni del Giuba tra Wa-Nyika e Galla. Questi, succeduti ai Wa-Nyika, rimasero poi nell'Oltregiuba sino a epoca recentissima perché i Somali non conquistarono il paese che nella seconda metà del sec. XIX (v. somalia). A richiesta degli stessi Somali, il sultano di Zanzibar, Barghash ibn Sa‛īd, pose un presidio a Chisimaio intorno al 1870 e considerò il litorale dell'Oltregiuba come facente parte dei dominî zanzibariti di terraferma. Nel 1885 Antonio Cecchi sulla R. Nave Barbarigo esplorava le coste dell'Oltregiuba soprattutto per studiare un eventuale sbarco italiano a Chisimaio. Le trattative col sultano Barghash ibn Sa‛īd per la cessione di Chisimaio ebbero alterne vicende finché, il 23 ottobre I886, il sultano stesso offrì all'Italia Chisimaio e la regione del Giuba. Morto Barghash nel 1888 e succedutogli il fratello Khalīfa ibn Sa‛īd si manifestò alla Gorte zanzibarita una fortissima opposizione a eseguire l'accordo per Chisimaio, opposizione alla quale non furono estranei i rappresentanti degli interessi della Imperial British East Africa Association che sviluppava verso il nord l'azione iniziata negli anni precedenti a Mombasa. Un accordo firmato a Londra il 3 agosto 1889 fra il governo italiano e la I.B.E.A. prevedeva una occupazione comune italo-britannica di Ch. simaio; ma nella successiva delimitazione delle sfere d'influenza nell'Africa orientale (protocollo Rudinì-Dufferin del 24 marzo 1891) il Giuba fu riconosciuto come limite della zona italiana e perciò Chisimaio e l'Oltregiuba passarono all'Inghilterra. Tuttavia gli speciali interessi italiani nell'Oltregiuba furono internazionalmente riconosciuti; e gli accordi successivi italo-britannici del 13 gennaio 1905 e del 23 marzo 1915 ci assicurarono particolari diritti nell'approdo di Chisimaio.
Dopo la guerra mondiale, in esecuzione delle clausole coloniali del Trattato di Londra, l'Inghilterra cedette, per sé e per il sultano di Zanzibar, all'Italia l'Oltregiuba (15 luglio 1924); e la regione fu consegnata alle autorità coloniali italiane il 30 giugno 1925. Per la prima sistemazione dell'Oltregiuba italiano fu istituito un alto commissariato alle dirette dipendenze del Ministro delle Colonie. L'Alto Commissario ebbe il compito di preparare, con attiva opera politica ed amministrativa, l'unione dell'Oltregiuba alla Somalia Italiana in un'unica colonia e sotto un'unica amministrazione. A ciò si giunse un anno dopo, il 30 giugno 1926, e da allora l'Oltregiuba è parte della Somalia italiana ed è retto dagli stessi ordinamenti vigenti in quella colonia.