omeomerie
Dal gr. ὁμοιομέρεια, comp. di ὅμοιος «simile» e μέρος «parte». Termine con cui Aristotele designò le particelle elementari della realtà, chiamate da Anassagora σπέρματα «semi»: qualitativamente differenziate, ciascuna di esse è simile formalmente alla cosa che è chiamata a comporre.