Omeopatia
L'omeopatia (composto del greco ὅμοιος, "simile", e -πάθεια, dal tema παθ- del verbo πάσχω, "soffrire") è una teoria medica in base alla quale il malato viene trattato con dosi minime di medicamenti che, somministrati in dosi elevate a un individuo sano, indurrebbero sintomi simili a quelli da curare (legge dei simili): si fonda quindi su principi opposti a quelli della medicina ufficiale (allopatica), che utilizza sostanze intese a combattere tali sintomi.
L'omeopatia nasce in Germania verso la fine del 18° secolo a opera del medico sassone S.F.Ch. Hahnemann. Il suo affermarsi si può interpretare sia come reazione verso le terapie mediche del tempo, tanto drastiche quanto inutili, basate su salassi, clisteri e purganti spesso più pericolosi della malattia stessa, sia come tentativo di colmare il vuoto terapeutico creatosi con l'introduzione del metodo scientifico che aveva spazzato via dalle Farmacopee molti preparati considerati inutili. L'Italia fu uno dei primi paesi europei in cui l'omeopatia si diffuse, grazie a G. Necker, arrivato a Napoli nel 1825 con l'esercito austriaco. In Francia, dove fu portata da un italiano, S. Guidi, ispettore dell'Università di Francia, che aveva conosciuto Necker a Pozzuoli, si sviluppò dalla seconda metà dell'Ottocento. Negli Stati Uniti fu divulgata da C. Hering, ma il suo massimo esponente fu J.T. Kent, definito 'nuovo Hahnemann'; a lui fanno capo le scuole uniciste, che rifiutano ogni compromesso con la medicina ufficiale e prescrivono un unico rimedio, contrapponendosi all'omeopatia francese pluralista. Scuole di omeopatia sono sorte nel 20° secolo anche in Argentina, a opera di T.P. Paschero, e in Messico, a opera di P.S. Ortega.
L'omeopatia si fonda su una concezione olistica che considera l'uomo nella sua unità psicofisica, e che pone come punto centrale di interpretazione la stretta connessione tra corporeità e interiorità umana in equilibrio tra loro. La malattia è considerata come uno squilibrio tra i processi psichici e organici. Il rimedio omeopatico tende a ristabilire l'equilibrio tra soma e psiche, stimolando dall'interno la reattività generale dell'organismo. Essendo un medicamento reattivo, ne sono necessarie dosi deboli o addirittura infinitesimali: una dose troppo forte infatti rischierebbe di indurre reazioni esagerate dell'organismo con conseguente aggravamento dei sintomi. Malgrado i diversi orientamenti pratici delle varie scuole, sono considerati principi irrinunciabili dell'omeopatia la legge dei simili e il principio della dinamizzazione infinitesimale.
La legge dei simili è sintetizzata da Hahnemann nell'aforisma similia similibus curantur. Per es., poiché la cipolla procura al taglio irritazione delle vie aeree e degli occhi con lacrimazione, Allium cepa, il farmaco omeopatico che si prepara dal bulbo di cipolla, viene usato come rimedio contro il raffreddore con secrezione nasale acquosa e lacrimazione. L'applicazione clinica della legge dei simili presuppone la conoscenza dei sintomi evocati dalle sostanze nell'uomo sano; l'insieme di questi sintomi, osservati somministrando sperimentalmente i rimedi, è chiamato da Hahnemann patogenesi; l'insieme delle patogenesi costituisce la materia medica omeopatica. La dinamizzazione infinitesimale è il metodo di preparazione dei prodotti omeopatici, descritto nella Farmacopea ufficiale francese: dalla materia prima, mediante macerazione con alcol o triturazione con lattosio e successiva diluizione in alcol, se il materiale è minerale e insolubile, si ottiene una 'tintura madre'. Questa viene diluita con un fattore di 1/100 (diluizioni centesimali hahnemanniane, o CH) o 1/10 (diluizioni decimali hahnemanniane, o DH) per un numero elevatissimo di volte, anche centinaia; ogni diluizione è seguita da un'agitazione forzata o 'succussione'. Con questo procedimento, secondo Hahnemann, la sostanza perde gli effetti tossici, ma conserva le sue potenzialità terapeutiche che vengono esaltate mediante l'agitazione forzata.
L'omeopatia è una medicina personalizzata in cui i rimedi vengono scelti in base alla totalità delle reazioni del soggetto, cioè al complesso dei sintomi psicofisici. Questi vengono raggruppati in sintomi eziologici (secondo la causa scatenante e le lesioni organiche), sintomi generali (secondo le modalità con cui essi vengono percepiti dal singolo individuo in termini di insorgenza, aggravamento o miglioramento, di ora del giorno, posizione del corpo ecc.), sintomi psichici e sintomi funzionali locali (secondo le sensazioni che essi provocano); nella valutazione del malato acuto acquistano più importanza i primi, in particolare la causa scatenante e le manifestazioni lesionali, mentre nel malato cronico occupano un posto preminente i sintomi di carattere psichico. La reazione individuale è connessa a una eredità morbosa che Hahnemann chiama 'miasma' o malattia cronica e che più modernamente si può definire 'diatesi' o predisposizione costituzionale. Si distinguono tre diatesi: la psora, collegata alla scabbia e ad altre dermatosi; la sicosi, collegata alla gonorrea; la lue, collegata alla sifilide. I successori di Hahnemann hanno aggiunto una quarta diatesi, il tubercolinismo, caratterizzato da suscettibilità al bacillo della tubercolosi. Per ciascuna diatesi esistono rimedi specifici: per es. Sulfur per la psora, Thuja occidentalis per la sicosi, Luesinum per la lue. È opportuno sottolineare che non esiste nella medicina moderna un corrispettivo di queste tre entità morbose, in quanto i criteri di classificazione sono cambiati: per es. l'agente responsabile della lue non era allora conosciuto.
L'omeopatia attribuisce importanza anche alla costituzione fisica che si ritiene connessa alla diatesi; le varie scuole hanno stabilito diverse tipologie di costituzione fisica: quella di H. Bernard, considerata la più aderente alla realtà clinica, ne distingue tre: la 'carbonica' o brevilinea (altezza media, sovrappeso, viso quadrato o rotondo, mani a spatola, denti quadrati o rettangolari orizzontali); la 'sulfurica' o normolinea (altezza media, normopeso, viso rettangolare, mani equilibrate, denti quadrati); la 'fosforica' o longilinea (altezza media, peso ridotto, viso triangolare e allungato, mani lunghe affilate, denti rettangolari verticali). Ciascuna di esse può essere inoltre associata a una costituzione 'fluorica' che aggiunge note di asimmetria (viso asimmetrico, mani flessuose ecc.) alle costituzioni di base.
Anche per le singole costituzioni esistono rimedi specifici: per es., Calcarea carbonica e Lycopodium per la costituzione carbonica; Sulfur e i suoi derivati per la sulfurica; Phosphorus e derivati per la fosforica; Calcarea fluorica e Thuja per la fluorica. La costituzione è frequentemente associata a una diatesi; per es. L. van Beethoven fu considerato un tipico rappresentante della costituzione carbonica con eredità psorica (piccolo di statura, carattere rude e appassionato), anche se la sordità pare che fosse di ascendenza sifilitica. Tipico rappresentante della costituzione fosforica con diatesi tubercolinica fu F. Chopin (corporatura longilinea e delicata, affabile, affetto da tubercolosi). Poiché ogni individuo possiede un proprio temperamento, una propria eredità morbosa, un proprio modo di percepire e di reagire, in sintesi un proprio 'terreno' che condiziona l'evoluzione della malattia, di conseguenza per l'omeopatia non esiste la malattia ma il malato. Una volta che l'omeopata ha inquadrato i sintomi psicofisici e li ha correlati con la diatesi e la costituzione fisica del malato, il rimedio (o i rimedi secondo la scuola pluralista francese) più adatto sarà quello la cui patogenesi è più simile al paziente, il quale verrà quindi identificato con il nome del rimedio stesso (per es. paziente Sulfur). Qualora non sia possibile un inquadramento diatesico e costituzionale ben definito, il principio cardine nella scelta del rimedio omeopatico rimane la legge dei simili. Attualmente vengono impiegati circa 2000 rimedi omeopatici; 24 di essi, tra cui China, Belladonna, Sulfur, Calcarea carbonica ecc., considerati particolarmente utili perché si ritiene che abbiano un largo raggio d'azione, vengono chiamati 'policresti'. I rimedi omeopatici vengono suddivisi in due categorie fondamentali: rimedi costituzionali o di terreno (le Calcaree, Thuja ecc.) e rimedi complementari, a loro volta suddivisi in categorie; a ogni rimedio costituzionale corrispondono alcuni rimedi complementari. La diluizione da usare sarà tanto più elevata quanto più alta è la similitudine tra i sintomi e il rimedio; le somministrazioni saranno tanto più frequenti quanto più acuta è la sintomatologia. La forma farmaceutica viene scelta in funzione della frequenza delle somministrazioni: gocce per quelle più frequenti, globuli per quelle più distanziate.
La medicina ufficiale condivide il principio di base dell'omeopatia similia similibus curantur, che era già noto a Ippocrate, a Galeno e a Paracelso e che è alla base della vaccinazione; tuttavia, non ne accetta l'applicazione pratica, poiché le diluizioni omeopatiche, almeno quelle più spinte, sono praticamente prive di principio attivo (oltre la diluizione 12CH è impossibile secondo le leggi della chimica trovare traccia di sostanza, mentre per l'omeopatia queste sono spesso le diluizioni più attive); la succussione non può potenziare ciò che non esiste, a meno che non le venga attribuita la capacità, finora non dimostrata, di trasferire al diluente le proprietà del principio attivo (Silvestrini 2000). Al di là della conoscenza del meccanismo di funzionamento, la critica fondamentale mossa dalla medicina ufficiale all'omeopatia, comunque, è che la sua efficacia non è mai stata dimostrata in maniera scientifica e rigorosa applicando i metodi della sperimentazione clinica. Pertanto la medicina ufficiale, pur non escludendo a priori tale efficacia, tende ad attribuirla alla 'forza di suggestione', un fenomeno reale, ampiamente documentato, il cui contributo non va sottovalutato particolarmente nelle malattie psicosomatiche.
G. Burrini, L'omeopatia, Milano, Xenia, 1994.
B. Silvestrini, Le medicine alternative, Roma, Newton Compton, 2000.
M. Tétau, La matière médicale homéopathique clinique et associations biothérapiques, Paris, Maloine, 1979 (trad. it. Palermo, IPSA, 1989).