OMEOTERMIA. (dal gr. ὅμοιος "uguale, costante" e ϑερμός "calore")
. È la condizione offerta, nella serie animale, dagli Uccelli e dai Mammiferi, nei quali la temperatura del corpo rimane costante, indipendentemente dal continuo variare delle quantità di calore prodotte nei processi metabolici, nonché delle condizioni termiche dell'ambiente. Le più o meno limitate oscillazioni che tale temperatura presenta intorno a un valore medio, caratteristico da specie a specie, seguono una curva essenzialmente riferibile al ritmo diurno di attività e di riposo, e invertibile con l'eventuale invertirsi di questo. Tale costanza termica è assicurata dal giuoco di meccanismi regolatori, controllati dal sistema nervoso vegetativo e centrale, e costituiti gli uni (termoregolazione chimica) da variazioni dell'intensità del ricambio, gli altri (termoregolazione fisica) da dispositivi che modificano - favorendola o limitandola - la dispersione di calore nell'ambiente. Questi secondi, che devono ritenersi conquista filogeneticamente più recente in progressiva sostituzione della regolazione metabolica, sono riconducibili ai fenomeni vasomotori cutanei, alla secrezione sudoripara e alla polipnea fisiologica, con varia importanza dell'uno o dell'altro dispositivo secondo le specie (v. termoregolazione). Concorrono anche a limitare la dispersione termica il più o meno spesso strato adiposo sottocutaneo nonché il rivestimento di penne o di peli, la cui funzione può essere regolata sia dalla diversa densità in rapporto alle mute stagionali, sia dalla possibilità di variare lo strato coibente d'aria per il giuoco dei muscoli erettori (v. tegumentario, sistema).
Attraverso tale condizione di costanza termica, Uccelli e Mammiferi realizzano, in confronto delle altre forme che sono in piena balia delle condizioni ambientali, l'indipendenza dal fattore temperatura e, con ciò la massima possibilità di diffusione e dominio nel mondo terrestre, anche se il più intenso dispendio energetico crei per essi più continue e pressanti esigenze d'ordine alimentare. Interessante a questo riguardo osservare come negli omeotermi i processi metabolici siano, in confronto degli eterotermi, non solo indipendenti dalla temperatura esterna, ma pure considerevolmente più elevati a parità di questa: ché, se la termoregolazione chimica adegua - momento per momento - ai bisogni dell'organismo l'intensità dei fenomeni energetici, le condizioni generali del più elevato ricambio sembrano, negli omeotermi, insite nei loro stessi tessuti, indipendentemente dalle coordinazioni vascolari e dal dominio del sistema nervoso. Comunque, l'omeotermia deve considerarsi conquista graduale in senso ontogenetico e filogenetico. Nell'ontogenesi, perché essa compare solo alla nascita o dopo di questa, a momenti diversi secondo la specie, mentre manca sempre negli embrioni. Nella filogenesi, perché risulta raggiunta in vario grado nelle diverse specie e in misura compiuta solo nelle superiori. Mentre, infatti, fra gli Uccelli, l'elevata temperatura corporea sembra, in molti casi, legata più a una particolare intensità metabolica che alla sensibilità di meccanismi regolatori, fra i Mammiferi non mancano forme (i Monotremi e, in particolare, l'Echidna), le quali per la deficienza di termoregolazione fisica, onde soccombono facilmente a temperature elevate, possono ritenersi stadî di passaggio agli eterotermi. Come pure per i mammiferi ibernanti (v. letargo) si può parlare di una incompleta omeotermia, tanto più che essi anche da svegli presentano notevole ampiezza di oscillazione. Tuttavia una fondamentale possibilità regolativa riappare durante lo stesso letargo, quando si ridestano per temperature esterne troppo basse e combattono, con nuova produzione di calore, il pericolo di un eccessivo raffreddamento. D'altro lato, indizî di capacità di regolazione si intravvedono anche fra gli eterotermi: così, fra i Rettili, l'Uromastix dei deserti sembra difendersi dai calori eccessivi riducendo, con la retrazione dei cromatofori, la funzione assorbente del pigmento cutaneo. Analoghi indizî di una tendenza, con mezzi chimici e fisici, all'omeotermia, almeno nell'intervallo fra 13° e 23°, ritornano pure fra gl'Insetti. In questi stessi limiti è mantenuta la temperatura nelle collettività delle api, regolata dall'attività metabolica e muscolare dei suoi componenti, che continuamente si avvicendano tra le parti esterne più fredde e quelle interne dell'alveare o del grappolo.