omocisteina
Composto chimico omologo all’amminoacido cisteina, da cui differisce per l’aggiunta di un gruppo metilene. È anche derivato da un altro amminoacido, la metionina, per sottrazione di un gruppo metilico. Nell’organismo, si forma solitamente a partire dalla metionina. Alti livelli di omocisteina nel sangue sono in genere correlati al deficit di vitamine del gruppo B, e in particolare di B6, B9 (acido folico) e B12. Esistono comunque altri fattori che possono determinare la presenza di omocisteina in eccesso nel sangue, tra cui difetti genetici quali la deficienza di cistationina-beta-sintasi (che causa l’omocisteinuria) e di metilene-tetraidro-folati-reduttasi. Alti livelli plasmatici di omocisteina sono stati correlati a disturbi cardiovascolari, anche se è poco chiaro se si possa parlare di un ruolo causale. È tuttavia, noto che l’omocisteina possa agire in modo degenerativo sui componenti strutturali dei vasi sanguigni. La presenza del gruppo metilene aggiuntivo rende, infatti, la sostanza molto reattiva, così che essa possa interagire con le proteine che contengono l’amminoacido cisteina: tale interazione rende difficile la creazione di legami stabili tra i peptidi. L’omocisteina si lega al collagene, all’elastina e ai proteoglicani, che sono elementi fondamentali per la struttura delle arterie. L’interazione con il collagene, inoltre, fa sì che l’omocisteina possa creare disturbi a livello dei tessuti ossei, rendendo le ossa più fragili. La prevenzione di questi disturbi è effettuata solitamente con l’assunzione orale o intramuscolare delle vitamine del gruppo B che antagonizzano i processi di creazione dell’omocisteina. Tali misure non hanno un immediato valore terapeutico, ma sono considerate efficaci nel rallentare i processi degenerativi.
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