OMORI Fusakichi
Geofisico giapponese, nato il 30 ottobre 1868 a Fukui, morto a Tōkyō l'8 novembre 1923. Compì gli studî di fisica nell'università imperiale di Tōkyō, poi si applicò in modo particolare alla sismologia. Dal 1897 occupò la cattedra di sismologia all'università di Tōkyō e fu presidente del Comitato speciale per le investigazioni sismiche.
Inventò strumenti discutendone, con finezza di analisi, anche la teoria. Vanno ricordati: i pendoli orizzontali, i tromometri, il trepidometro portatile a due componenti per lo studio delle vibrazioni dei fabbricati, il deflettometro per la flessione dei ponti. Fece accurate misure sulle vibrazioni meccaniche degli edifizî, delle alte ciminiere, dei ponti in muratura e in ferro, dei treni ferroviarî. Con l'uso d'una piattaforma oscillante a cui s'imprime un moto armonico nei due sensi, orizzontale e verticale, determinò le accelerazioni necessarie per ottenere il rovescimento e la frattura di colonne, variandone le dimensioni e il materiale. Investigò gli effetti di scuotimenti artificiali su diversi modelli di costruzione, allo scopo di calcolare la stabilità sismica. Fu tra i primi a porre in rilievo la somiglianza dei sismogrammi che si ottengono, in un osservatorio, per terremoti lontani dalla medesima provenienza; e a mettere in evidenza la relazione che passa fra il tempo trascorso dopo un grande terremoto e la frequenza delle repliche, giungendo a un'equazione di tipo iperbolico. Con adatte formule espresse la relazione fra la durata dei tremiti preliminari e le distanze epicentrali; giungendo a determinare dall'esame del tracciato di un sismografo, la distanza a cui è avvenuto il terremoto dalla stazione.