onda
Esclusivo delle Rime e della Commedia, ove si registra con discreta frequenza; è usato in parecchie accezioni, in senso sia proprio che figurato.
Il significato più proprio di " onda di mare " è documentato, spesso in contesti di similitudini, in Rime CIII 19 mar che non lieva onda, " mare tranquillo " (Contini); Pg I 101 Questa isoletta... / là giù colà dove la batte l'onda; Pd XII 49 non molto lungi al percuoter de l'onde; e ancora If VII 22, Pg XXXII 117.
In Pd XXVII 123 Oh cupidigia, che i mortali affonde / sì sotto te, che nessuno ha podere / di trarre li occhi fuor de le tue onde!, il termine, usato nel senso figurato di " mondani beni " (Ottimo), suggerisce, in relazione al significato dell'intero contesto, l'idea del movimento ondoso del mare (cfr. Mn III XV 11 sedatis fluctibus blandae cupiditatis): cioè la cupidigia dei beni mondani sommerge (affonde) la creatura umana come il mare sommerge il naufrago con le sue onde.
In Pg X 9 Noi salavam per una pietra fessa, / che si moveva e d'una e d'altra parte, / si come l'onda che fugge e s'appressa, D., a giudizio della maggior parte dei commentatori antichi e moderni, intende significare l'impressione ottica di movimento creata dalla successione di sporgenze e rientranze delle due pareti rocciose entro le quali è tagliato il serpeggiante viottolo. Altri interpreti (Pietro e, fra i moderni, il Pietrobono e il Porena) hanno, invece, pensato a un movimento reale delle pietre: " La similitudine dell'onda mi par che accenni a movimento reale, ché essa si riferisce all'onda che viene avanti e dietro sulla spiaggia; mentre se si trattasse di uno zig-zag della via, la somiglianza della linea ondulata sarebbe col sù e giù dell'onda, non con l'avanti e dietro. E poi le parole di Virgilio dei vv. 10-12 sarebbero un'ammonizione superflua e quasi ridicola se volessero dire che quando la via piega a destra bisogna andare a destra e quando piega a sinistra a sinistra, e che ciò richiede un poco d'arte " (Porena). Il Pietrobono scorge nel passo un rimando a Ps. 64, 13 (" exultatione colles accingentur ") e 113, 6 (" montes, exultastis sicut arietes "). Ci sembra, comunque, che non sia necessario ipotizzare un movimento reale delle pietre, in quanto anche l'interpretazione del moto ad o. come semplice illusione ottica aderisce pienamente all'intenzione allegorica dei versi, così precisata dal Buti: " questa pietra significa la duressa et aspressa del sallimento e la perseverazione de la penitenzia, a la quale conviene salire l'anima poi che à passato li tre gradi ditti di sopra. E perché molti impacci vegnano a quelli che a la perseveranzia de la penitenzia volliano sallire... conviene che si sappino accostare a la parte che allarga, e cessare quella che stringe et usare discrezione "; sicché, in questo contesto allegorico, l'ammonizione di Virgilio ai vv. 10-12 appare giustificata.
Indica l'o. di un fiume in Pg XXVIII 26 un rio [il Lete], / che 'nver' sinistra con sue picciole onde / piegava l'erba che 'n sua ripa uscìo, e 62 l'onde del bel fiume. Così anche, in senso figurato, in Pd XX 120 grazia che da sì profonda / fontana stilla, che mai creatura / non pinse l'occhio infino a la prima onda, " fundum " (Benvenuto), " onda del fondo " (Mattalia), ovvero " scaturigine " (Chimenz, Sapegno): cioè, fuor di metafora, " principio e origine di essa divina essenza " (Daniello).
Nel senso di " superficie marina ", ovvero " mare ", il termine ricorre, per una forma di sineddoche, in If XX 125 tocca l'onda / sotto Sobilia Caino e le spine, cioè la luna (nelle cui macchie si credeva di scorgere Caino con un fascio di spine) " tramonta nel mare " a sud di Siviglia; Pg VIII 70 quando sarai di là da le larghe onde, cioè di là dall'Oceano, che separa la montagna del Purgatorio dal mondo dei viventi; Pd XXVI 139 Nel monte che si leva più da l'onda, cioè la montagna del Purgatorio, la quale più di ogni altra " si innalza sulla superficie del mare " (Sapegno).
Largamente usato è il sostantivo, ancora per sineddoche, nel senso di " acqua di un fiume ", ovvero " fiume ", " palude ": Rime CIV 49 sovra [" presso "] la vergin onda, l'acqua del Nilo, vergin perché il Nilo era identificato con uno dei quattro fiumi del Paradiso terrestre; If III 118 Così sen vanno su per l'onda bruna, l'Acheronte; le sucide onde (VIII 10) indicano la superficie delle sporche acque della palude Stige, in cui si riversano, appunto, le onde bige (VII 104); cfr. ancora IX 64, Pg XXVII 4, XXXIII 142.
Il senso figurato del termine in quest'accezione di " fiume " è documentato in Pd XXX 86 chinandomi a l'onda, cioè al fiume di luce che scende da Dio.