Onde venite voi così pensose?
venite voi così pensose?. Sonetto (Rime LXX) di D. (abba abba; cdc dcd) composto forse per la medesima occasione (la morte del padre di Beatrice) che aveva suggerito alla fantasia del poeta i due sonetti inclusi nel cap. XXII della Vita Nuova, Voi che portate la sembianza umile e Se' tu colui c'hai trattato sovente.
Onde venite presenta tuttavia, rispetto alla prosa del capitolo, qualche elemento nuovo e non sempre riconducibile a quella situazione. Lo stesso dubbio espresso ai vv. 3-4 (i' ho dottanza che la donna mia / non vi faccia tornar così dogliose), se non è variazione di un modulo retorico, contrasta con l'accento asseverativo della narrazione prosastica (ma occorre avvertire che la prima quartina di Voi che portate introduce già una trepidante sospensione). Né d'altra parte appare intonato al clima psicologico dominante nelle quartine l'accenno all'ostilità di Amore: m'ha in tutto Amor da sé scacciato, / ch'ogni suo atto mi trae a ferire (vv. 10-11).
Il sonetto potrebbe allora muovere da altro spunto (una malattia della donna o del padre; qualche caso doloroso d'incerta natura), oppure, quando non si voglia abbandonare l'ipotesi su accennata, cara tra gli altri al D'Ancona, al Casini, al Pietrobono, al Sapegno, al Mattalia, al Contini, potrebbe rappresentare una redazione imperfetta, e come struttura e come tensione poetica - quindi tenuta per provvisoria e non accettata nel libretto giovanile - del più disteso e maturo contesto che nel citato capitolo si articola in una domanda del poeta alle donne (primo sonetto) e nella risposta delle donne al poeta (secondo sonetto). Più precisamente il sonetto in questione costituirebbe l'abbozzo di Voi che portate col quale rivela numerose corrispondenze registrate e messe in evidenza dal Contini.
Bibl. - Zingarelli, Dante 122; Contini, Rime 74; Barbi-Maggini, Rime 269-270 (la nota è del Barbi); Dante's lyric Poetry, a c. di K. Foster e P. Boyde, II, Oxford 1967, 111-112.