onestamente
Nella prima delle due occorrenze (Cv III VII 11) il poeta spiega perché nella canzone Amor che ne la mente (vv. 39-40) invita una donna gentile e non un uomo ad accompagnarsi alla sua donna e a osservarla attentamente, per rendersi conto che in lei discende la virtù divina come in un angelo: non dico ‛ qual uomo ', però che più onestamente [di donna] per le donne si prende esperienza che per l'uomo.
Gli editori della '21 integrarono con di donna tra onestamente e per le donne; Busnelli-Vandelli avanzarono in nota la proposta di aggiungere di donne dopo per le donne (la lacuna si spiegherebbe, meglio, con " uno dei soliti salti dell'occhio " del copista) e quindi di leggere: più onestamente per le donne di donne si prende esperienza che per l'uomo. L'integrazione, nell'una e nell'altra forma, è recisamente respinta come " del tutto inutile e piuttosto banale " dall'ultimo editore, M. Simonelli. Va notato però che l'osservazione di D. è imperniata su più onestamente e quindi su una maggiore convenienza morale e di costume, che non avrebbe senso qualora l'oggetto dell'esperienza delle donne, della loro frequentazione e disamina (vada con lei e miri li atti sui, v. 40) fosse una persona qualsiasi e non un'altra donna. L'uso dantesco di ‛ onesto ' (v.) e l'alone sacro dal quale è circondata la donna dello Stil nuovo, più facilmente vicina ad altre donne che all'uomo, confermano la necessità dell'integrazione, preferibilmente nella forma proposta da Busnelli-Vandelli.
La seconda occorrenza (Cv IV XXII 11 operare per noi virtuosamente, cioè onestamente, con prudenza, con temperanza, con fortezza e con giustizia) porta all'identità delhonestum con la virtus, che risale a Cicerone e a s. Tommaso (v. ONESTO).
La menzione specifica delle quattro virtù fa pensare che D. abbia attinto direttamente a Cicerone (Off. I V 15 " omne, quod est honestum, id quattuor partium oritur ex aliqua. Aut enim in perspicientia veri sollertiaque versatur aut in hominum societate tuenda tribuendoque suum cuique et rerum contractarum fide aut in animi excelsi atque invicti magnitudine ac robore aut in omnium, quae fiunt quaeque dicuntur ordine et modo, in quo inest modestia et temperantia ".