ONESTI
. È una delle principali famiglie vissute in Ravenna nei secoli IX-XIV, che gli storici ravennati identificarono senza altro con quella dei Duchi, i quali, siano essi di origine bizantina o longobarda, per qualche secolo, a cominciare dal IX, governarono di fatto l'antico esarcato a nome o dei papi, o degl'imperatori o degli arcivescovi. Gli O. furono, invece, uno dei tanti rami dei Duchi, e parteciparono della loro potenza e delle loro ricchezze. Tra gli O. vi furono notari, diaconi arcivescovi, capitani generali di Ravenna. Li troviamo sempre mescolati alle più importanti vicende politiche, religiose e militari. Probabilmente parenti dei Conti di Bertinoro (secoli XI-XII), ne raccolsero, non senza contrasti, la vasta eredità. Nel sec. XIII rivestono le più alte cariche nel comune e l'ufficio di podestà in varie città romagnole. Partigiani dei Traversari, sono coinvolti nelle agitate vicende di questi e nelle lotte coi Polentani. Più volte vanno in esilio e sono fra i primi a promuovere leghe con i comuni romagnoli e con gli Estensi, a raccogliere eserciti e a fare spedizioni militari per riprendere il dominio della città finché verso la metà del sec. XIV sono cacciati definitivamente. Già al principio del secolo alcuni membri si erano definitivamente stabiliti a Cesena, dove sono ricordati fino al secolo XVIII, quando si fusero con i Braschi nella persona di Luigi Braschi-Onesti, nipote di Pio VI.
Furono della famiglia degli O.: forse S. Romualdo, grande riformatore della vita monastica e fondatore dell'ordine dei Camaldolesi; Onesto I, arcivescovo di Ravenna (971-982), che ebbe una parte importante nella vita religiosa e politica del tempo; Pietro, detto Peccatore, fondatore della chiesa di S. Maria in Porto (1103) e dei Canonici lateranensi, che si diffusero subito in molte città d'Italia, e presero parte attiva nella riforma della Chiesa a quel tempo; Guido del Duca, ricordato da Dante (Purg., XIV, 81).
Bibl.: Fantuzzi, De Gente Honestia, Cesena 1786; id., Monumenti ravennati de' secoli di mezzo, Venezia 1802; P. Amaducci, Guido del Duca di Romagna, Bologna 1906.