ONIA ('Ονίας, Onias)
Terzo sommo sacerdote di questo nome in Giudea (circa 180?-174 a. C.). La personalità di O. è estremamente oscura; ma qualche luce le può venire dal contrasto in cui si trovò con la famiglia dei Tobiadi (v.), ora meglio nota per la scoperta di alcuni papiri che la riguardano. In sostanza O. doveva rappresentare una tendenza filo-egiziana in Palestina negli anni torbidi seguiti all'imporsi del predominio romano in Siria (189 a. C.): l'Egitto infatti, anche dopo aver perduto la Palestina, non cessava di fomentarvi un partito favorevole. Si spiega quindi che Seleuco IV, a deprimere la potenza del sommo sacerdote, cercasse, ma invano, di far saccheggiare dal suo generale Eliodoro il tempio di Gerusalemme per incitamento del partito filo-seleucidico dei Tobiadi e che poi Antioco IV Epifane, succeduto a Seleuco IV, prestasse ascolto ai medesimi Tobiadi, i quali, forse per vendetta dopo il fallito saccheggio di Eliodoro, erano stati cacciati da Gerusalemme. Di questa situazione seppe approfittare il fratello di O., Giasone, che discorde da lui, non sappiamo per quale ragione, promise ad Antioco un mutamento di politica e un aumento del tributo e si fece nominare circa il 174 sommo sacerdote al posto di O. In tal modo Antioco evitava, almeno per il momento, con un compromesso, di sostituire una famiglia di legittimi sacerdoti come gli Oniadi con degli usurpatori, dal punto di vista del diritto sacro giudaico, come i Tobiadi. Ma a questo punto la tradizione dà due racconti inconciliabili della sorte di O. dopo la destituzione.
Secondo Flavio Giuseppe e la tradizione talmudica, O. fuggì in Egitto e fondò il tempio scismatico di Leontopoli. Secondo il II Maccabei, O. si sarebbe rifugiato nel tempio di Dafne e sarebbe stato ucciso da Andronico, ministro di Antioco IV. Presuppone questa versione anche Flavio Giuseppe in altro contesto secondo cui il fondatore del tempio di Leontopoli non fu questo O., ma suo figlio di uguale nome. L'opinione di J. Wellhausen, seguita da A. Momigliano, è che la versione esatta sia la prima di Flavio Giuseppe e della tradizione talmudica e che l'altra versione rappresenti lo sforzo di nascondere che il sommo sacerdote legittimo in persona avrebbe fondato il tempio di Leontopoli: l'uccisione di O. nel tempio di Dafne rassomiglia del resto in modo eccezionale all'uccisione del figlio di Seleuco IV per opera del medesimo Andronico, e può essere quindi stata foggiata su questo modello. Ma altri, come E. Schürer ed E. Meyer, preferiscono l'altra versione. Comunque, resta certo che O. o suo figlio fu l'iniziatore di uno scisma di evidente carattere filo-egiziano, quale appunto il tentativo di contrapporre al tempio di Gerusalemme ormai in territorio seleucidico un tempio in Egitto.
Bibl.: E. Schürer, Geschichte d. jüdischen Volkes im Zeitalter Jesu Christi, I, 4ª ed., Lipsia 1901, p. 191 segg.; A. Büchler, Die Tobiaden und die Oniaden im II Makkabäerbuche, Vienna 1899; J. Wellhausen, Über den geschichtlichen Wert des zweiten Makkabäerbuchs, in Nachr. götting. Gesell. Wissensch., 1905, p. 125 segg.; E. Meyer, Ursprung und Anfänge des Christentums, II, Stoccarda 1921, p. 149; A. Momigliano, Prime linee di storia della tradizione maccabaica, Torino 1931, p. 38 segg.; id., I Tobiadi nella preistoria del moto maccabaico, in Atti Accad. Torino, CXVII, 1932, p. 165 segg.