ABBATE, Onofrio (Abbate Pascià)
Nato a Palermo il 29 febbr. 1824, vi si laureò in medicina e si rese presto noto come valente oftalmologo, avendo seguito la pratica dell'insigne oculista S. Polara. Ebbe anche interessi letterari.
Poetò in raccolte d'occasione (cfr. per es. Strenna in Sicilia per l'està del 1840, Palermo 1840, pp. 7, 17, 19, 33, 34). Dal 1839 al 1842 collaborò a L'Oreteo, periodico quindicinale di notizie e letteratura, diretto da F. Crispi; dal 1840 al 1843 alle Effemeridi scientifiche e letterarie per la Sicilia, dirette da F. Malvica.
Scrisse anche un libretto teatrale, Il giudizio universale (Palermo 1843), che fu musicato dal romano P. Raimondi, fin dal 1833 direttore del Collegio di musica di Palermo. E, sempre in quegli anni, diede inoltre alle stampe: Illustrazione di una inedita iscrizione gotico-normanna (Palermo 1840); Sulla etimologia nelle lingue (Palermo 1840); Archeologia egiziana o i geroglifici applicati alle scienze mediche (Palermo 1842); Un bassorilievo di Beni Hassan - Interpretazioni medico-archeologiche (Palermo 1843).
Nel 1845 emigrò in Egitto e, entrato subito a servizio del governo khediviale, vi dimorò, molto stimato, per tutta la vita, tranne brevi intervalli. Durante l'epidemia colerica del 1848 prestò la sua opera quale medico dei cantieri per la costruzione del barrage del Delta, opera per la quale l'anno precedente aveva composto un'ode a Moḥammed 'Ali. Accorse quindi in Sicilia, dove era scoppiata la rivoluzione, e prese qualche parte a quegli avvenimenti, come poi ai moti del '60. Ritornato in Egitto, fu nominato direttore dell'ospedale governativo di Alessandria e partecipò alla guerra di Crimea (1855) come medico capo della flotta egiziana inviata dal viceré Sa'id pascià in aiuto dei Turchi. In quell'occasione scrisse un opuscolo contro il traffico dei negri, invocando l'abolizione della schiavitù, che fu poi decretata dal viceré Sa'id durante il viaggio nel Sudan (1856-57), al quale prese parte anch'egli in qualità di medico di corte. Avendo ricevuto nel giugno del '57 dal Crispi l'invito a prendere sotto la propria tutela, relativamente all'Egitto, l'Office Européen, agenzia commerciale dallo stesso Crispi aperta a Parigi, si valse della profferta per incaricare l'amico di preparargli una bella edizione della relazione da lui stesa in occasione del viaggio nel Sudan.
La relazione venne infatti pubblicata a cura del Crispi l'anno seguente, nella capitale francese, col titolo: De l'Afrique Centrale ou voyage de S. A. Mohammed Said Pacha dans les provinces du Soudan. Notes et impressions (Paris 1858).
Di ritorno dal viaggio nel Sudan, l'A. fu nominato medico dell'harem del viceré (ufficio che conservò anche sotto il governo del khedivé Ismāil) e medico particolare della viceregina; quindi medico consulente del figlio e successore del khedivé Ismāil, Tewfik. Mantenne tale carica fino al 1887, anno in cui contingenze politiche lo costrinsero a dimettersi.
Partecipò a vari congressi scientifici internazionali: nel 1862 al primo congresso di medicina a Parigi; nel 1881 al congresso ed esposizione internazionale di geografia a Venezia; nel 1885 al congresso sanitario a Roma; nel 1889 al congresso internazionale geografico, di nuovo a Parigi. Nel settembre 1899, trovandosi di passaggio a Palermo, tenne alla Società siciliana di storia patria, riunita straordinariamente, una comunicazione su La Sicilia e l'Egitto nei loro antichi rapporti (Palermo 1899), di cui si diede un ampio resoconto negli Atti di quella Società (Arch. stor. siciliano, n.s., XXIV [1899], pp. 710-714).
Membro dell'Istituto egiziano fin dal 1859, vicepresidente dal 23 dic. 1881, nel 1890 fu nominato presidente a vita della Società geografica khediviale, alla cui fondazione aveva validamente concorso. Per la molteplice attività svolta al servizio del governo egiziano e per le sue benemerenze verso quel paese, nel 1882 gli fu concesso il titolo di pascià. Visse gli ultimi anni al Cairo nella palazzina fattasi costruire a Gīza, di fronte alle grandi piramidi. Nel 1909 pubblicò al Cairo, raccolti nel volume Egyptiaca;i suoi principali scritti di medicina, geografia e archeologia egiziana. Morì al Cairo l'11 ott. 1915.
Bibl.: G.Paladino, Lettere ined. del Crispi e del Regaldi ad O. A., in Rass. stor. del Risorgimento, III (1916), pp. 305-315; S.Romano, recensione alla pubblicazione del Paladino, con aggiunta di nuove notizie biografiche, in Arch. stor. siciliano, XLI (1916), pp. 579-582; E. Michel, Esuli italiani in Egitto (1815-1861), Pisa 1958, pp. 111, 127 e passim; A. Mori, in Enciclopedia Italiana, sub voce; U. De Maria, La Sicilia nel Risorgimento italiano (opera stampata parzialmente, fuori commercio), pp. 119, 123 s.