MALATESTA, Onofrio
Nacque a Palermo l'8 sett. 1665. Sulla sua vita si hanno scarse notizie, derivate in gran parte dal profilo biobibliografico redatto, negli anni della maturità del M., da A. Mongitore (e riepilogate con alcune integrazioni da G.M. Roberti).
Fino all'adolescenza ricevette l'istruzione di base nella casa paterna (il che lascia supporre un ambiente familiare di condizione agiata). Sedicenne, il 3 dic. 1681, entrò come novizio nell'Ordine dei frati minimi di S. Francesco di Paola e l'anno successivo prese i voti minori. Come chierico si applicò allo studio delle discipline filosofiche e teologiche. Ordinato sacerdote, per un triennio insegnò filosofia, teologia e Sacra Scrittura nei monasteri di Trapani e di S. Oliva a Palermo, dei quali fu anche superiore. Per la ricchezza d'erudizione e l'abilità argomentativa fu apprezzato come oratore sacro, tanto che, secondo la testimonianza di Mongitore, fu scelto dall'arcivescovo di Palermo G. Gasch (anch'egli dell'Ordine dei minimi) come missionario e suo confessore durante una visita pastorale nella diocesi. Per un periodo resse il convento di S. Francesco di Paola ad Alcamo e, per un triennio, la comunità che fondò, senza successo, a Calatafimi nel monastero paolino.
Sollecitato probabilmente anche dai suoi spostamenti nella Sicilia nordoccidentale, si dedicò alla raccolta di un'ingente quantità di materiali (scritti o trascritti dal parlato), destinati a confluire nella redazione di un vasto dizionario siciliano di cui nel 1706, dopo undici anni di lavoro, iniziò la pubblicazione (La Crusca della Trinacria, cioè Vocabolario siciliano(, Palermo 1706). L'opera fu presto interrotta anche a causa del trasferimento del M. nel convento generalizio di S. Andrea delle Fratte a Roma.
Qui continuò ad attendere a studi eruditi e nel 1716 pubblicò a Roma, dedicandola al Gasch, la Vita s. Olivae virginis, et martyris Panormitanae ex variis auctoribus desumpta, necnon distinctis iconibus novissime illustrata (2ª ed., ibid. 1729). Inedite restarono, invece, le Notizie storiche della chiesa S. Andrea delle Fratte (ora nella Miscellanea Terribilini delle chiese di Roma conservata presso la Biblioteca Casanatense di Roma), la cui stesura occupò gli ultimi anni della vita del Malatesta.
Il M. morì a Roma il 7 genn. 1749.
La fama del M. è legata essenzialmente al suo dizionario siciliano, di cui, soprattutto per l'abbondanza dei materiali raccolti, si valsero gli autori delle più importanti compilazioni lessicografiche siciliane. Benché in gran parte inedito, infatti, il lavoro del M. era consultabile nella biblioteca del monastero di S. Oliva, dove al momento della partenza per Roma egli lasciò i manoscritti della sua compilazione lessicografica (ora alla Biblioteca comunale di Palermo). Sono conservate due redazioni: la prima, interamente autografa, più disordinata ma più ricca, è costituita da quattro volumi in folio intitolati La Crusca di la Trinacria; la seconda, solo in parte autografa e recante il titolo italiano La Crusca della Trinacria, fu suddivisa in undici volumi quando, intorno al 1830, fu distribuita tra gli studiosi che, coordinati da V. Mortillaro, attesero alla compilazione di un nuovo vocabolario siciliano. In seguito a tale smembramento il manoscritto risulta attualmente mutilo delle carte relative alle lettere H-P.
Una precisa dichiarazione dei contenuti e del metodo utilizzati dal M. nella sua compilazione lessicografica si trova nel prolisso titolo-sommario con cui si apre la prima redazione: La Crusca di la Trinacria, cioè Vucabulariu sicilianu, nellu quali nun sulamenti li paroli, ma ancora li frasi e modi di lu parlari di chistu Regnu si straportano a la favedda italiana ed allu dioma latinu; accrisciutu in maggiori quantità di metafuri, arguzii, mutti e pruverbii, adunatu di frasi oratorii e puetichi, cu li sinonimi, epiteti e tuttu quantu chiddu apparteni all'arti liberali e micanichi, cu la nutitia di li citati, terri, casteddi, munti e xhiumi di l'Isula, nomi di li tituli e famigghi, chi n'appiru la 'nvistitura, e chi a la jurnata li pussedinu: opira utilissima e nicissaria ad ogni litteratu, e specialmente a li predicatori, sigritarii, traspurtaturi e prufissuri di lingui, chi cu prupiatati li vurrannu traslatari, sapiri pri iddi, o insignari ad autri. Coerentemente con tali intenti nel dizionario del M. sono registrati non solo i lemmi della tradizione scritta (letteraria e non) del siciliano, ma anche i sinonimi, le locuzioni idiomatiche ("li frasi e modi di lu parlari"), i proverbi e, in generale, la terminologia (e la relativa fraseologia) connessa alle vicende storiche dei regni e delle dominazioni succedutisi nell'isola. Così, dietro la scelta di registrare e spiegare (per lo più nella modalità della glossa sinonimica) voci della tradizione scritta accanto a termini e locuzioni del parlato è da vedere il tentativo di emulare il modello costituito dal Vocabolario della Crusca, in particolare dalla terza edizione, pubblicata nel 1691, in concomitanza certo non casuale con l'inizio del lavoro lessicografico del Malatesta.
D'altra parte, l'attenzione alla terminologia delle arti ("liberali") e dei mestieri ("arti micanichi") rimanda alla tradizione lessicografica in volgare, tra prontuario ed enciclopedia pratica, che si snoda a partire dalla Fabbrica del mondo di F. Alunno (1548) fino, almeno, al Memoriale della lingua italiana di F. Pergamini (1602). Nuova, invece, appare la premura storico-erudita del M. di inserire nel suo dizionario i lemmi relativi alla storia e alla geografia siciliane, che può essere stata in qualche modo suggerita dalla scelta di considerare termini e locuzioni paragonabili o riconducibili al latino ("allu dioma latinu"): manca, naturalmente, in questa prospettiva il lascito medievale arabo, che, però, risulta assente non solo nella lessicografia ma anche nella storiografia siciliana per quasi tutto il Settecento (almeno sino alle opere di R. Gregorio).
Va da sé che la risultante di queste prospettive unite insieme è sì una raccolta assai larga di vocaboli e notizie, ma inevitabilmente i dati sono spesso approssimativi o scarsamente vagliati, come già rilevava nell'Ottocento Mortillaro (p. VI), che, pur definendo l'opera del M. "il più abbondante di tutti fra i vocabolari siciliani" del Settecento, notava come risultasse "scevro [(] di buona critica e di quell'esatte definizioni delle cose, che formano il pregio dei moderni dizionarii".
La compilazione del M. acquista un suo significato se collocata nella storia della lessicografia siciliana. In essa, dopo una prima fase cinquecentesca (rappresentata dai dizionari di N. Valla e L.C. Scobar), nella quale l'attività dei vocabolaristi si mantenne "in una rassicurante e dignitosa dimensione bilingue, restando immune, come quella napoletana, dal toscano letterario" (Alfieri, p. 817), l'apertura alla Crusca operata dal M., sia pure con i limiti sopra rilevati, segna l'inizio di una nuova stagione, tra ricerca erudita e modelli illuministici, che ha tra i suoi prodotti il Dizionario siciliano, italiano, latino di M. Del Bono (1751-54) e, specialmente, il Vocabolario etimologico siciliano, italiano e latino di M. Pasqualino (1783-85).
Fonti e Bibl.: Palermo, Biblioteca comunale, Mss., 3.Qq.E.46-49, 3.Qq.E.50-60; A. Mongitore, Bibliotheca Sicula, I, Panormi 1708, pp. 292 s.; V. Mortillaro, Nuovo Diz. siciliano, II, Palermo 1844, p. VI; L. Vigo, Canti popolari siciliani, Catania 1857, p. 83; G.M. Mira, Bibliografia siciliana, II, Palermo 1881, p. 25; G.M. Roberti, Disegno storico dell'Ordine de' minimi, III, Roma 1922, pp. 674-677; L. Huetter, Crusca siciliana in un convento romano, in L'Osservatore romano, 4 ag. 1949; G. Piccitto, Per un moderno vocabolario siciliano, Catania 1950, ad ind.; N.D. Evola, Bibliografia siciliana (1938-1953), Palermo 1954, pp. 221 s.; Vocabolario siciliano, a cura di G. Piccitto - G. Tropea - S.C. Trovato, I-V, Catania-Palermo 1977-2002; G. Alfieri, La Sicilia, in L'italiano nelle regioni. Lingua nazionale e identità regionali, a cura di F. Bruni, Torino 1992, p. 817; M. Catricalà, "Lo scimmiotto di Buffalmacco" et autres animaux: Ménage dans le bestiaire métaphorique italien, in Gilles Ménage (1613-1692), grammairien et lexicographe. Le rayonnement de son œuvre linguistique. Actes du Colloque international( 1994, a cura di I. Leroy-Turcan - T.R. Wooldridge, Lyon 1995, pp. 305-313.