OCCIONI, Onorato
OCCIONI, Onorato. – Nacque a Venezia, da Giovanni Paolo e da Caterina Tomadesso, il 29 marzo 1830.
Sensibile al clima risorgimentale, partecipò nel 1848-49 alla difesa della Repubblica veneziana. Allievo di Giuseppe Capparozzo (le cui poesie pubblicò a Torino nel 1877), di Francesco Filippi e di Pietro Canal, si laureò in lettere e filosofia a Padova nel 1850; insegnò lingua latina nel ginnasio di Venezia in S. Procolo e italiano in quello tedesco di Trieste dal 1852 al 1853; quindi fu professore ordinario di lingua e letteratura italiana all’Università di Innsbruck (Probst, 1869). Si dedicò sin dagli esordi alla poesia – riscosse molto successo il carme La luce (Trieste 1853), cui seguì la tragedia Eudossia (Milano 1857) – proseguendo poi tale attività nel segno del moderato classicismo di Capparozzo e Giacomo Zanella.
Oltre a composizioni minori si ricordino l’ode Reno e Tevere (Padova 1870) o la raccolta di versi Vecchio e nuovo (Roma 1880), o Via Larga (in Nuova Antologia, s. 2, LI [1885], pp. 536-540). Altro aspetto della sua vena poetica fu la corposa attività di traduttore dal latino mentre, nell’ambito della letteratura italiana, un’attenzione speciale riservò a Dante, in particolare in occasione del VI centenario della nascita (traduzione del commento di Ludwig Gottfried Blanc all’Inferno [Trieste 1865], e Dante unificatore dei mondi di Platone e di Aristotele, poeta della umanità..., Trieste 1865), rimanendo costante in lui l’interesse per l’eredità classica nella letteratura nazionale così come l’attenzione per le arti figurative, sia dell’antichità sia dei tempi moderni (v. il discorso sul pittore rinascimentale Marco Basaiti tenuto presso la R. Accademia di belle arti di Venezia il 29 novembre 1868 e ivi pubblicato in quell’anno).
Chiamato nel 1863 a istituire il primo liceo comunale italiano di Trieste, ne fu direttore fino al 1866 ed ebbe tra gli allievi Attilio Hortis. Preside quindi del liceo Davila a Padova e del liceo Visconti di Roma (1871), nell’anno accademico 1871-72 ottenne l’incarico di eloquenza latina all’Università di Roma. Nominato professore ordinario di letteratura latina nel 1872 in base all’art. 69 della cosiddetta legge Casati (d.r. 27 agosto 1872), divenne rettore per il quadriennio 1879-83 e preside della facoltà di filosofia e lettere dal 1884-85 al 1886-87. Fu inoltre socio corrispondente dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti dal 1870, nonché membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione dal 1890 al 1894.
Studiò in particolare le Puniche di Silio Italico, cui dedicò una monografia (Padova 1869: positivamente presentata da G. Zanella, in Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere e arti, s. 3, XIV [1868-69], pp. 765-778).
Si tratta di un riesame dei problemi storico-critici su Silio alla luce della critica più recente con la traduzione in versi dei libri III e XI corredata da annotazioni esplicative e osservazioni su fonti e fortuna moderna (in particolare in Tasso; un intero capitolo riguarda la questione della conoscenza petrarchesca di Silio, per cui Occioni si esprime negativamente). Nella seconda edizione (Firenze 1871) compare la traduzione dei libri I-IV, accompagnata questa volta anche dal testo latino, frutto di revisione delle edizioni precedenti e della collazione del codice 1064 della Biblioteca Casanatense (v. Avvertenza e p. 114: il ms. non è particolarmente importante ai fini ecdotici ma preserva testimonianza dell’attività filologica degli umanisti romani di fine Quattrocento sul testo).
La traduzione completa del poema – la prima italiana – fu pubblicata da Occioni senza il testo latino nel 1878 (un primo saggio risaliva al 1852). L’intenzione era quella di creare un’opera d’arte indipendente dall’originale (ma fondata dal punto di vista filologico: Proemio, pp. VIII s.) e come tale fu giudicata dai contemporanei (per es.: P.G. Molmenti, in Nuova Antologia, XL [1878], pp. 776-780; A. Rondani, Saggi di critiche letterarie, Firenze 1881, pp. 239-271; riserve invece – non tutte fondate – sulla resa di Silio espresse R. Bonghi, Una traduzione di Silio Italico, in Rassegna settimanale, IV [1879], 89, pp. 190-193). La traduzione fu da ultimo perfezionata in una seconda edizione nel 1889 (v., in partic., F. Torraca, in Nuova Antologia, s. 3, XXVI [1890], pp. 143-157; E. Stampini, in Riv. di filologia e d’istruzione classica, XVII [1889], pp. 427-430); questa volta Occioni presentò anche il testo latino completo, costituito secondo i medesimi principi dei tentativi precedenti.
Oltre a una serie di scritti dedicati alle più note figure femminili della letteratura latina, in cui al prevalente interesse storico-letterario e critico si associano talvolta osservazioni di natura filologica, Occioni licenziò nel 1883 una storia della letteratura latina per i licei che – suddivisa per età e per generi letterari, giovandosi di notevole chiarezza espositiva e fornendo frequenti riferimenti alla bibliografia più recente e indicazioni sulla tradizione manoscritta e la fortuna moderna degli autori – ebbe larga fortuna (fu ristampata per un cinquantennio), influenzò a lungo i successivi manuali scolastici e fu apprezzata anche fuori d’Italia.
Negli ultimi anni di vita si concentrò su Orazio, con una serie di lunghi articoli apparsi nella Nuova Antologia, un volume complessivo (Bologna 1893) e uno di traduzioni (Città di Castello 1894: piuttosto critico F. Torraca, in Nuove Rassegne, Livorno 1895, pp. 449-459, 466 s.).
Avvertito dai contemporanei come un amante della bella forma letteraria piuttosto che come uno studioso severo, ne seguirono le lezioni a Roma tra gli altri Vincenzo Ussani, Gaetano De Sanctis, Ettore Romagnoli (che insistette sulla sua presunta ostilità alla filologia germanica: Genii in incognito, Milano 1934, pp. 209-219). Nel 1881-82 lo ascoltò Gabriele D’Annunzio (che ne ricordava con nostalgia le lezioni oraziane) e nel 1887-88 Luigi Pirandello, costretto ad abbandonare l’Università di Roma a seguito di un diverbio con lui a lezione.
Morì durante la discussione di una tesi di laurea il 10 novembre 1895.
Opere: Dal libro terzo della guerra seconda Punica di C. Silio Italico. Frammento di traduzione, in Programm des k. k. Gymnasiums in Triest, Trieste 1852, pp. 33-35; Sagunto, canto secondo dal verso 650 al fine, in Ad Attilio Hortis triestino nel giorno della sua laurea in legge, Padova 1871; I dilettanti di lettere nell’antica Roma…, in Annuario della R. Università degli studi di Roma per l’anno scolastico 1873-1874, Roma 1874, pp. 3-25 (trad. tedesca di J. Schanz, Berlin 1874); Il centenario di Copernico in Thorn, in Nuova Antologia, XXII (1873), pp. 652-658 (cfr. Die vierte Säcularfeier der Geburt von Nicolaus Copernicus. Thorn 18. und 19. 1873, Thorn 1874, pp. 8 s., 12, 136); La Lesbia di Catullo, in Nuova Antologia, XXIX (1875), pp. 501-515; L’arte in Silio Italico, ibid., s. 2, IV (1877), pp. 275-283; La Cintia di Properzio, ibid., XXX (1881), pp. 581-604; Didone, ibid., XXXIV (1882), pp. 201-222; Storia della letteratura latina compendiata ad uso dei licei, Roma 1883, XII ed., Torino 1896 (riv. da D. Vaglieri, XIII ed., ibid. 1897; XVII ed., ibid. 1928; trad. ampl. in norvegese: B. Dahl, Latinsk Litteratur-Historie for gymnasier og filologiske Studerende, Kristiana 1889); La Delia di Tibullo, in Nuova Antologia, s. 3, XXV (1890), pp. 225-244; Scritti di letteratura latina, Torino 1891; Quinto Orazio Flacco, in Nuova Antologia, s. 3, XXXI (1891), pp. 27-46; Le opere di Quinto Orazio Flacco. Le satire e le epistole, ibid., XXXII (1891), pp. 205-239; Le opere di Quinto Orazio Flacco. Le liriche, ibid., XXXVI (1891), pp. 405-432; Da Orazio. Saggio di traduzione, ibid., XLIII (1893), pp. 123-130 (trad. di carm. 3, 1. 2. 6).
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. stor. dell’Univer-sità La Sapienza, Personale docente, AS 14: O. O.; Ibid., Arch. centr. dello Stato, Pubblica Istruzione, Istruzione Sup., Personale 1860-80, f. O. O.; Annuario della R. Università di Roma, 1871/72-1895/96; Gazzetta ufficiale, 29 settembre 1872, n. 269 e 12 novembre 1895, n. 266. Fra le commemorazioni: A. De Gubernatis, in Annuario della R. Università di Roma per l’anno scolastico 1895-1896, pp. 135 s.; Commemorazione di O. O. letta da Attilio Hortis… la sera del 10 dicembre 1895, in1863-1913. Nel cinquantenario dalla fondazione del Ginnasio comunale, Trieste 1913, pp. 27-37; R. Murri, O. O., in La Vita nova, 1° gennaio 1896, pp. 38 s. (v. anche La Vita nova (1895-1896), a cura di F.M. Cecchini, Roma 1971, pp. 83 s., 114-118); Rassegna bibliografica della letteratura italiana, IV (1896), pp. 38 s. Si vedano inoltre: J. Probst, Geschichte der Universität Innsbruck: seit ihrer Entstehung bis zum Jahre 1860, Innsbruck 1869, pp. 346 n. 3, 388 n. 177; A. De Gubernatis, Diz. biografico degli scrittori contemporanei, Firenze 1879, p. 769; Id., Piccolo Diz. dei contemporanei italiani, Roma 1895, p. 651; N. Spano, L’Università di Roma, Roma 1935, p. 172; P. Tremoli, Intorno alla cultura classica nella Trieste dell’Ottocento, Trieste 1950, pp. 28 s.; P. Treves, L’idea di Roma e la cultura italiana del sec. XIX, Milano-Napoli 1962, pp. 209 s.; L. Gamberale, Le scuole di filologia greca e latina, in Università degli studi di Roma La Sapienza. Facoltà di lettere e filosofia, Le grandi scuole della facoltà, Roma 1994, pp. 37 s.; G. Monsagrati, Verso la ripresa: 1870-1900, inStoria della facoltà di lettere e filosofia de La Sapienza, a cura di L. Capo - M.R. Di Simone, Roma 2000, pp. 401-449.