BELLI, Onorio
Nacque a Vicenza, con tutta probabilità verso la metà del sec. XVI, da Elio, figlio dell'incisore Valerio: e fu, come il padre, medico insigne. Ma si dedicò ben presto a più vasti studi: di botanica, divenendo in breve famoso naturalista - fu probabilmente allievo del Guilandino col quale era in corrispondenza così come con il Cortuso, con G. Pona, con i due fratelli Bauhin e in special modo con il Clusio (cfr. C. Clusio, Rariorum plantarum historia, Antverpiae 1601, pp. 299-314) -, e di architettura, seguendo la moda dei dotti vicentini e l'esempio del cugino paterno, Silvio. Nel 1579 l'Accademia Olimpica lo iscrisse tra le sue file, insieme con Silla, figlio del Palladio; venne nominato, con altri accademici, a prescegliere gli "intermezzi" che dovevano inserirsi nella pastorale, da recitarsi nel successivo 1580 nell'ancor incompiuto Teatro Olimpico. L'anno 1583 partì per l'isola di Creta, in qualità di medico del provveditore veneto, Alvise Antonio Grimani, ed a Creta rimase in seguito per circa sedici anni, anche dopo la partenza del Grimani e sia pur con qualche breve parentesi.
Durante il soggiorno cretese il B. accompagnò all'esercizio della sua professione, da una parte l'attento studio della flora del luogo e dei suoi più interessanti aspetti naturalistici, dall'altra l'esame appassionato e minuzioso degli avanzi archeologici che quella terra offriva con tanta dovizia. Il contributo scientifico del B. consiste soprattutto nella descrizione di numerose piante nuove. Secondo i computi del Baldacci e del Saccardo (1900) le piante cretesi del B. ammontano a 71 specie (85 se si annoverano quelle non interpretabili o sino ad oggi non interpretate). Nel 1589 si era fatta così grande la fama del B., che gli fu decretata una statua celebrativa nel Teatro Olimpico (attico del proscenio, seconda a sinistra della iscrizione).
Nel 1592 e nel 1593 il B., almeno fino all'aprile, è nuovamente a Venezia ed a Padova: per il settembre 1593 è però già di ritorno a Creta, fermandosi, lungo il viaggio, a Cefalonia. In Creta, dopo grave malattia, il 2 apr. 1597 morì sua moglie, una non meglio identificata Bianca, forse vicentina. Due anni dopo il B. è di nuovo a Vicenza, ove rimase fino alla morte, avvenuta nei primi mesi del 1604. Negli ultimi anni aveva sposato in seconde nozze una certa Laura da cui ebbe tre figli.
Il Calvi (1778) cita il passo di un precedente autore (Pietro Antonio Moti, 1638) secondo il quale il B., "mathematicorum peritus, in morte Palladii ea quae magnifica supererant perficere curavit": l'affermazione non ha però il suffragio di alcuna prova. Non solo, ma gli scritti del B. (cosa del resto già osservata dal Magrini, 1845) mostrano l'erudito ed il letterato, non certo l'inventore e neppure l'architetto, se non dilettante. È, comunque mdubbio l'interesse che doveva presentare il principale lavoro del B., mai pubblicato ed oggi purtroppo perduto, e di cui il Barbarano (Historia ecclesiastica della città... di Vicenza, IV, Vicenza 1760, p. 357) ci ha trasmesso l'esatto titolo: Honorii Belli Medici Vicentini Rerum Creticarum observationes variae, continentes diversos actus aedificia inscriptiones etc.
Il prezioso ms. passò per varie mani: fu anche di Iacopo Filippo Tomasini padovano, vescovo di Cittanova; nel Settecento (terzo decennio) Scipione Maffei lo vide presso il p. Carlo Lodoli; il Mazzuchelli, parlandone nel 1760, lo dà ormai come perduto (anche se, per lui, le copie del Tomasini e del Lodoli, di cui la prima imperfetta, erano due distinti esemplari ed il titolo diverso). È proprio il Maffei, nel suo trattato Degli Anfiteatri (1728), a darci i maggiori e più dettagliati particolari sulla scomparsa opera del B., che dice scritta "con erudizione, e con senno, e non si ha sopra quel paese alle stampe cosa di gran lunga paragonabile". Le Rerum Creticarum observationes si articolavano in due libri ed erano precedute da una dedica ad Alfonao Ragona, gentiluomo vicentino, segretario dell'Accademia Olimpica, datata 1º ott. 1596. Seguivano, nel primo libro, un catalogo esauriente degli scrittori "de rebus creticis", un proemio, la descrizione geografica e fisica di Creta, con annotazioni di carattere etnico, vite degli uomini illustri, cenni sulle principali città attuali. Poi si passava all'esame delle città antiche; e qui, sono parole del Maffei, il B. "riferisce le iscrizioni, e con ottima cognizione di architettura dà le piante di tutti gli antichi edifizii, de' quali pubblica notizia non si ha, ed alcuni de' quali in quegli anni stessi per occasioni note furono distrutti. Sono tra questi sette teatri... ma cinque anfiteatri nomina altresi... anzi di, due... ne forma e ne rappresenta i disegni... come se gli avesse trovati interi e perfetti". Il secondo libro si occupava invece della storia dell'isola fino alla conquista veneziana ed alla deduzione delle colonie venete.
Del B. rimangono tuttora parecchi mss. inediti presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano: di essi dà elenco il Mazzuchelli. Qui ricorderemo una epistola De Graecorum miseria ed un'altra in volgare (del 16 genn. 1596), indirizzata ad Alfonso Ragona, sul Tremuoto seguito nell'isola di Candia.
Dallo zibaldone dell'Ambrosiana, il Magrini, nel 1847, pubblicò due lettere del B. da Creta, indirizzate nel 1586 allo zio Valerio Barbarano, "diligentissimo osservatore", a sentir lo stesso Palladio (I Quattro Libri dell'Architettura, Venezia 1570, libro I, Proemio, p. 6), "di tutto quello che all'architettura s'appartiene". Alla prima lettera si univano le piante di tre teatri "dei molti", dice il B., "che ho tolti in disegno" per il famoso volume descrittivo.
Fonti e Bibl.: Le fonti più antiche sul B., tranne naturalmente le sue lettere all'Ambrosiana e gli atti dell'Accademia Olimpica (per quel poco che lo riguardano), sono riportate in G. Pona, Plantae seu simplicia ut vocant, quae in Baldo monte et in via ab Verona ad Baldum reperiuntur. Secunda editio cui additae sunt nonnullae stirpes insignes ab Honorio Bello Vicentino in Creta observatae, Basileae 1608; Id., Monte Baldo descritto da G. Pona, veronese, in cui si figurano e descrivono molte rare piante dagli antichi e dai moderni sin'hora conosciute…, Venezia 1617, e in P. Calvi, Bibl. e storia di scrittori vicentini, IV, Vicenza 1778, pp. 115-119; riguardano la presunta attività del B. come architetto, il titolo del "Trattato cretese" e la sua "impresa" gentilizia: "uno di quei grilli o lucchetti tedeschi" che si possono aprire soltanto combinando con alcune lettere una frase chiave (nella fattispecie: "Sorte aut labore"). Si vedano inoltre: S. Maffei, Degli Anfiteatri, Verona 1728, I, pp. 64-67, per informazioni sul perduto trattato dell'isola di Creta; G. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, pp. 674 s., specie per ragguagli sui mss. del B. presso l'Ambrosiana di Milano; Vicenza, Bibl. Bertoliana, Libreria Gonzati, ms., G. Da Schio, I Memorabili [sec.XIX], sub voce; A. Magrini, Memorie intorno la vita e le opere di Andrea Palladio, Padova 1845, pp. 276-278, ove si abbozza un primo discorso soddisfacente sul B.; Id., Scritture inedite in materia di architettura di O. B., Ottavio Bruto Orefici, Ottone Calderari, Padova 1847, pp. 8-28 (vi si pubblicano due inediti dell'Ambrosiana con una breve nota introduttiva sull'autore). Più recenti: V. Raulin, Description physique de l'île de Crète,Bordeaux-Paris 1867-69; A. Baldacci-P. A. Saccardo, O. B e Prospero Alpino e la flora dell'isola di Creta, in Malpighia, XIV(1900), p. 24 dell'estr.: nella prima Parte (Cenni storici), breve cronistoria del B. su notizie fornite da mons. Bortolan e da Giovanni Da Schio (iunior); P. A. Saccardo, La botanica in Italia, I, Venezia 1895, p. 25; II ibid. 1901, p. 16; S. Rumor, in U. Thieme-F. Becker, Künstler Lexikon, III, Leipzig 1909, p. 248. Un cenno si trova anche in P. Amat di San Filippo, Biogr. dei viaggiatori italiani..., Roma 1881, pp. 354 s.; G. B. De Toni, Il carteggio degli italiani col botanico Carlo Clusio nella biblioteca Leidense, in Mem. d. R. Acc. di Scienze, lettere ed arti in Modena, s. 3, X (1911), pp. 1-159 dell'estr. Utile, per la conoscenza dell'ambiente in cui maturò la passione archeologica del B., F. Barbieri, L'Accademia Olimpica vicentina, in Vincenzo Scamozzi, Vicenza 1952, pp. 21-37; ed anche Id., Le ville cinquecentesche di Nanto e delle Ghizzolle, in Notiziario economico VI(1951), n. 24, pp. 3 s., per la possibile attività architettonica di Valerio Barbarano, lo zio di Onorio.