open access
<ë'upën ä'kses> locuz. sost. ingl., usata in it. al masch. – Il termine è utilizzato principalmente in ambito accademico ed è riferito alla possibilità di accedere in modo libero e gratuito alla produzione scientifica, soprattutto sotto forma di articoli, libri e qualsiasi altro tipo di documentazione accademica. L’o. a. consente, per es., di abbattere i costi, anche molto elevati, che le istituzioni accademiche o (più raramente) i singoli ricercatori devono sostenere per gli abbonamenti alle riviste scientifiche. La questione economica, tuttavia, non rappresenta l'aspetto posto maggiormente in evidenza dalla comunità scientifica. Il concetto di apertura, infatti, non si limita alla gratuità dell’accesso, ma implica questioni di tipo etico, come la libertà di uso e riuso dei contenuti pubblicati e dei prodotti della ricerca, soprattutto se realizzati con finanziamenti pubblici. Naturalmente, vi sono anche delicati aspetti legali, tecnici, economici e scientifici che rendono la questione assai controversa. Dal punto di vista legale, per es., una soluzione ormai largamente diffusa è l’adozione di licenze ispirate al software libero, come le Creative commons. Nella comunità scientifica, infine, è tuttora aperto il dibattito tra chi sostiene che l’o. a. consenta una maggiore diffusione, anche allo stadio precoce, dei lavori scientifici – favorendo indirettamente, per es., i giovani ricercatori – e chi si preoccupa invece maggiormente delle problematiche legate alla corretta attribuzione dei lavori e alla loro qualità, asserendo che soltanto il consolidato sistema delle riviste accademiche è in grado di assicurare un livello adeguato di affidabilità scientifica.