operare (in poesia, anche il gallicismo ovrare)
Come ‛ adoperare ' (v.), cui talvolta è accostato con lo stesso valore, il verbo ha spesso costrutto assoluto e ricorre anche nella forma dell'infinito sostantivato. Il significato fondamentale è quello di " agire ", " esplicare un'attività ", o una " operazione " (v.) attraverso cui un'essenza attua la propria perfezione in sé o in un'opera (v.), o effetto, fuori di sé. Non di rado è precisato da un avverbio.
In riferimento a soggetti astratti, è detto dell'anima, che ne la faccia massimamente in due luoghi opera... cioè ne li occhi e ne la bocca (Cv III VIII 8; al § 6 in qualunque parte l'anima più adopera del suo ufficio), e del sangue maschile che, congiunto al femminile, comincia ad operare / coagulando, sicché poi la sua virtute attiva, divenuta ‛ anima ', tanto ovra... che già si move e sente (Pg XXV 49 e 55), " ossia oltre che vegetativa si fa anima sensitiva " (Scartazzini-Vandelli: cfr. Tomm. Sum. theol. I 118 1 e 2). Analogamente, la specifica vertute propria di ogne forma sustanzial non può manifestarsi essere avvertita, se non quando agisce passando da potenza ad atto: sanza operar non è sentita (XVIII 52).
Con valore di sostantivo, in Pg XXVII 108 lei lo vedere, e me l'ovrare appaga, in efficace contrapposizione, per indicare la vita contemplativa e l'attiva.
Il significato si avvicina piuttosto a quello di " comportarsi ", in Cv IV XXV 1 (grazia s'acquista per soavi reggimenti, che sono dolce e cortesemente parlare, dolce e cortesemente servire e operare) e Pd XIII 77 la natura la dà [la luce del suggel] sempre scema, / similemente operando a l'artista / ch'a l'abito de l'arte ha man che trema. Così anche Fiore CLXXXVII 2.
In Rime LXXXVI 14 amar si può bellezza per diletto, / e puossi amar virtù per operare, il verbo acquista dal contesto il valore più pregnante di " operare secondo virtù " (Barbi-Pernicone; amar puossi virtù per alto oprare legge il Fraticelli, che commenta: " quest'è l'amore intellettuale "), così come in Pg XIX 122 avarizia spense a ciascun bene / lo nostro amore, onde operar perdési, vale " operare rettamente ": " tolto via l'amore del bene sommo... si tollieno via li atti meritori che intendono ad esso " (Buti; il Mattalia fa notare il " ricalco dell'espressione latina ‛ operam perdere ' ").
Questo stesso concetto è reso talvolta più esplicitamente con l'uso di un avverbio, talché Forese può parlare del bene operare, cioè della " vita contenuta con ... castitade, pudicizia e mondezza " (Ottimo) della sua vedovella (Pg XXIII 93), Cacciaguida del bene ovrar con cui si acquistò la benevolenza dello 'mperador Currado (Pd XV 141), l'aquila del cielo di Giove del bene operar di Costantino che, spinto da buona intenzion... / si fece greco (XX 59; cfr. anche XVIII 59 e, con valore di sostantivo, Pg XVIII 15 ogne buono operare). Si veda inoltre Cv IV XXII 11 (due volte).
Il costrutto assoluto si alterna a quello transitivo - e in quest'ultimo caso il verbo vale " causare ", " produrre ", " far accadere " - in un gruppo di occorrenze della Vita Nuova, in cui D. descrive le ‛ operazioni ' della gentilissima la quale, mirabilemente operando [" facendo cosa mirabile, anzi miracolosa ", Sapegno]... fa venire Amore (XXI 1). Più in particolare, nella ‛ ragione ' di Vede perfettamente: ne la terza [parte del sonetto] dico di quelle cose che [Beatrice] vertuosamente operava in altrui... Questa ultima parte si divide in tre: ne la prima dico quello che operava ne le donne... per loro medesime; ne la seconda dico quello che operava in loro per altrui; ne la terza dico come... in tutte le persone... mirabilemente operava (XXVI 14 e 15). Appresso ciò veggendo... che io non avea detto di quello che... adoperava in me [XXVII 1]... propuosi di dire parole, ne le quali io dicesse come me parea essere disposto a la sua operazione, e come operava in me la sua vertude (§ 2; si veda anche X 3).
Sempre transitivo, nel senso di " fare ", " compiere ", talvolta con un sostantivo della stessa radice in funzione di oggetto: Cv I I 17 altro si conviene... operare ad una etade che ad altra; IV XXII 3, XXV 11 la nostra anima conviene grande parte de le sue operazioni operare con organo corporale. Anche al passivo: l'opera che da uno medesimo operante è operata (III IX 4; ancora il participio sostantivato in Pd VII 107 l'ovra tanto è più gradita / da l'operante).
Con significati più vari, determinati dal complemento oggetto: dicemo alcuno virtuoso, non solamente virtute operando [" mettendo in atto ", " praticando "], ma l'abito de la virtù avendo (Cv III XIII 8; anche Rime LXXXIII 72 sanza ovrar vertute [nel senso di " esplicare ", " porre in atto " la virtù che si possiede in abito] / nessun pote acquistar verace loda; analogamente Cv IV XVII 6 operare dirittura); CVI 35 Vertute... / a la sua donna torna / ... lietamente ovra suo gran vassallaggio, " applica la sua grande e fedele prodezza (il provenzale vassalatge designa il complesso delle doti del buon vassallo) ", Contini (ma " si tratta di uno speciale vassallaggio, con investitura diretta... da Amore, che include fra i suoi doveri anche quello di mettersi al servizio dell'uomo ", Barbi-Pernicone); Pg XXVIII 15 non... / tanto, che li augelletti... / lasciasser d'operare ogne lor arte, " cioè del cantare " (Buti), " idest cantandi, nidificandi " (Serravalle). in Vn XVIII 7 quelle parole... avrestù operate con altro intendimento, il Sapegno intende " adoperate con fine diverso ", il Del Monte " composte " (e analogamente in Casini).
Si noti infine il costrutto con ‛ di ' in Fiore LXX 1 mi convien ovrar di tradigione, dove il sintagma vale " tradire ". In L 13 di costu' ti convien... ovrare, / insin ch'e' sia condotto al passo stretto, la preposizione vale, secondo il Petronio, " per quanto riguarda ": il verbo avrebbe dunque il valore assoluto, già visto, di " agire ".