oppressivita
oppressività s. f. inv. L’essere oppressivo, l’opprimere.
• Cos’è che porta alcuni giovani musulmani a gravitare verso le forme più ataviche ed estreme della loro cultura, altri a reagire all’oppressività e rigidità delle loro culture ufficiali innamorandosi di tutte le cose prodotte dal «Grande Satana», mentre solo alcuni vedono la futilità di entrambe le repliche? Questa serie di domande è molto importante; dopo l’undici Settembre e la guerra al terrorismo dobbiamo comprendere meglio il perché e il percome le critiche all’Occidente, comunque dure, sfociano in vero e proprio odio (Mark Levine, Liberazione, 17 maggio 2008, p. 14, Cultura) • Riforme vorrebbe dire ridurre il potere della Pubblica amministrazione ‒ in una parola, le funzioni dello Stato ‒ e accrescere quello dei cittadini ‒ in una parola, del mercato ‒ oggi ridotti, dalla pressione fiscale e dall’invasività e dall’oppressività burocratica, rispettivamente a flatus vocis e a sudditi. (Piero Ostellino, Corriere della sera, 17 agosto 2014, p. 33, Idee & opinioni) • In «I gradi di libertà» [Ugo] La Pietra indaga sulla creazione da parte degli abitanti di «percorsi preferenziali» nello spazio che seguono economie diverse rispetto a quelle previste dal progetto, modellando tracciati secondo un caos apparente ma ergonomico; o le forme spontanee di creatività degli orti urbani, realizzati recuperando scarti e rifiuti spesso con scopo diverso da quello originale, come reazione all’oppressività della «società del lavoro». (Avvenire, 13 maggio 2016, p. 14).
- Derivato dall’agg. oppressivo con l’aggiunta del suffisso -ità.
- Già attestato nella Stampa del 2 gennaio 1923, p. 1, Prima pagina (Luigi Salvatorelli).