OPSONINE (XXV, p. 419)
Si pensa che le opsonine del siero - anticorpi naturali che favoriscono la fagocitosi di corpi estranei e germi da parte dei leucociti - siano formate da due frazioni globuliniche del siero agenti sinergicamente. Una di queste frazioni è termostabile, si fissa sull'oggetto da opsonizzare anche a o° C, non determina opsonizzazione completa se non in presenza della seconda frazione, che è termolabile, agisce a 37° C ed è identificabile col complemento o una parte di esso: pertanto la prima frazione è anche chiamata ambocettore opsonizzante. I sieri immuni hanno un potere opsonizzante specificamente esaltato verso i corrispondenti antigeni (opsonine specifiche dei sieri immuni o batteriotropine); questo tipo di opsonizzazione specifica avviene anche senza la presenza del complemento e si tratta pertanto di una proprietà termostabile. Dopo l'opsonizzazione il siero perde la capacità opsonizzante. Il fenomeno della opsonizzazione è legato ad una modificazione superficiale dell'oggetto, verosimilmente per stratificazione su di esso di un tenuissimo strato proteico globulinico, onde l'oggetto stesso diviene facilmente adesivo: l'adesione è in effetti il primo ed uno dei più importanti momenti della fagocitosi.