Opus Dei
Organizzazione cattolica di origine spagnola, approvata dalla Santa Sede nel 1947 e costituita nel 1982 da Giovanni Paolo ii come 'prelatura personale' con il nome di Santa Croce e Opus Dei.
L'istituzione fu fondata a Madrid dal sacerdote aragonese J.M. Escrivá (1902-1975), che ne fece risalire le origini al 2 ottobre 1928, e se in un primo momento il fondatore pensò a un'associazione maschile, già nel 1930 si convinse dell'opportunità di dare vita anche a un ramo femminile. Nei fatti l'iniziativa si realizzò tuttavia più tardi e fu rivolta soprattutto a giovani universitari e ad ambienti intellettuali, con un'attività che Escrivá volle caratterizzata dalla discrezione e dal riserbo e che presto entrò in competizione e contrasto con i gesuiti. Su richiesta del fondatore, nel 1941 l'O. D. venne canonicamente riconosciuta, come 'pia unione' laicale, nella diocesi di Madrid-Alcalá dal vescovo L. Eijo y Garay, e nel 1943 fu affiancata dalla Società sacerdotale della Santa Croce - società clericale, ma con l'adesione di molti laici, costituita dallo stesso Escrivá per l'assistenza spirituale dei membri dell'O. D. - che venne eretta nella stessa diocesi come 'società di vita comune senza voti pubblici'.
Dal 1946 la sede centrale dell'organizzazione fu trasferita da Madrid a Roma, e nel 1947 la Società sacerdotale della Santa Croce e l'O. D., articolata nei rami maschile e femminile, vennero riconosciute dalla Santa Sede e approvate, insieme, come primo degli 'istituti secolari', forma di vita consacrata appena istituita nella Chiesa cattolica, con la costituzione apostolica Provida mater ecclesia (1947). L'O. D. (così denominata ufficialmente) mantenne tuttavia lo status clericale, ottenendo perciò un notevole grado di autonomia nei confronti dei vescovi diocesani; a questo fu aggiunto nel 1949 anche il privilegio di non presentare ai vescovi il testo delle proprie costituzioni ma soltanto un loro sommario. Su queste basi nel 1950 l'O. D. - che dalla Spagna, dove si era molto sviluppata, si stava estendendo ad altri Paesi, dapprima in Europa occidentale e poi anche in America - ebbe il riconoscimento definitivo da parte della Santa Sede, risultando costituita in questo modo di laici, sia uomini sia donne, celibi ('numerari', in genere laureati e dediti alla vita comune in case dell'O. D., e 'aggregati', non praticanti vita comune) oppure sposati ('soprannumerari') e di sacerdoti.
Nel 1962 Escrivá chiese a Giovanni xxiii di trasformare l'O. D. in prelatura nullius dioeceseos, sottratta cioè alla giurisdizione episcopale, ma senza risultato. Morto nel 1975 il fondatore, fu eletto come suo successore lo stesso anno il suo più stretto collaboratore, lo spagnolo A. del Portillo (1914-1994). Trascorso senza variazioni anche il pontificato di Paolo vi, nel 1979 per volere di Giovanni Paolo ii la questione venne ripresa in esame dalla Santa Sede al fine di trasformare l'O. D. in 'prelatura personale', istituto - previsto dal decreto sulla vita sacerdotale del Concilio Vaticano ii (Presbyterorum ordinis, 10) - simile a una diocesi senza territorio con aderenti in tutto il mondo. La richiesta fu infine accolta nel 1981, e Giovanni Paolo ii con la costituzione apostolica Ut sit, del 28 novembre 1982, costituì l'O. D. come prelatura personale (l'unica esistente nella Chiesa cattolica), istituzione nella quale possono essere 'incardinati' i chierici (sacerdoti e diaconi) e con la quale possono collaborare i laici, secondo una distinzione presente nella costituzione Ut sit e poco dopo esplicitata dal Codex iuris canonici del 1983 (canoni 294-297).
Il presidente dell'O. D. del Portillo fu di conseguenza nominato prelato dal papa nel 1982 e più tardi, nel 1991, consacrato vescovo; alla sua morte, Giovanni Paolo ii nel 1994 nominò prelato lo spagnolo J. Echevarría Rodríguez (n. 1932), anch'egli tra i più stretti collaboratori di Escrivá, e nel 1995 lo consacrò vescovo. L'appoggio all'O. D. da parte dello stesso papa fu poi reso evidente anche dal rapido procedere - nonostante il moltiplicarsi di controversie e polemiche - della causa di canonizzazione del fondatore, beatificato nel 1992 e canonizzato nel 2002 (festa, 26 giugno).
Istituto all'inizio quasi soltanto spagnolo, l'O. D. si è progressivamente diffuso, come accennato, in altri Paesi soprattutto europei e americani, ed è presente in tutti i continenti, anche se la componente spagnola vi resta largamente preminente. Nel 2004 facevano parte della prelatura 1875 sacerdoti - tra cui una quarantina di vescovi, soprattutto in America Latina - e 84.541 laici, per oltre due terzi 'soprannumerari', cioè donne o uomini sposati. Tra le numerosissime opere dirette e promosse in molti Paesi dall'O. D. o da suoi membri vi sono chiese, centri pastorali, istituzioni educative e di formazione professionale, tra cui l'Università di Navarra a Pamplona, fondata nel 1952, e la Pontificia Università della Santa Croce a Roma, le cui origini risalgono al 1984.
Caratterizzato da un'impronta dottrinale e culturale tradizionalista e conservatrice, l'O. D. ha suscitato ricorrenti critiche anche all'interno della Chiesa cattolica per queste caratteristiche, per la rigida organizzazione interna, per l'innegabile tendenza alla segretezza - peraltro attenuata dopo la sua costituzione come prelatura personale e, nonostante questo, divenuta un vero e proprio mito negativo abbastanza diffuso - e per la sua storia legata, soprattutto nei primi decenni, alle vicende spagnole con l'aperto appoggio al franchismo. Importante, soprattutto nella seconda metà degli anni Cinquanta e durante gli anni Sessanta, è stata infatti la presenza di membri dell'organizzazione in diversi governi spagnoli, all'interno dei quali l'azione dei 'tecnocrati' dell'O. D. ha svolto, nonostante aspre polemiche e alcuni scandali finanziari, un indubbio ruolo nel rinnovamento economico promosso dal regime franchista. In quanto tale l'O. D. non si ritiene tuttavia responsabile delle azioni dei suoi membri, spesso in posizione di rilievo nel mondo economico, finanziario e politico, e in ambito politico non esprime indicazioni, sottolineando invece costantemente i suoi scopi, rivolti alla formazione spirituale dei fedeli che vi aderiscono e che sono invitati alla santificazione del proprio lavoro e del mondo.
bibliografia
La bibliografia, molto abbondante, è in buona parte costituita da testi acriticamente favorevoli di appartenenti all'O. D. o, al contrario, da scritti avversi e non di rado denigratori, spesso di antichi membri dell'organizzazione che l'hanno abbandonata. Da questi si distingue, per il rilievo dell'autore, il contributo critico di H.U. von Balthasar, Integralismus, in Wort und Wahrheit, 1963, 18, pp. 737-44.
Tra gli studi più attendibili, importante è quello di G. Rocca, L'"Opus Dei". Appunti e documenti per una storia, in Claretianum, 1985, 25, pp. 5-227; dello stesso autore è la voce Santa Croce e Opus Dei, in Dizionario degli Istituti di Perfezione, 8° vol., Roma 1988, ad vocem; mentre un ampio studio storico e sociologico è quello di J. Estruch, Santos y pillos. El Opus Dei y sus paradojas, Barcelona 1994.
Tra le voci enciclopediche si segnalano quelle di K. Steigleder (già membro dell'associazione), Opus Dei, in Theologische Realenzyklopädie, 25° vol., Berlin-New York 1995, ad vocem; e di M. Eder, Opus Dei, in Religion in Geschichte und Gegenwart, 6° vol., Tübingen 2003, ad vocem.
Tra i volumi di membri dell'O. D. sono da ricordare: A. de Fuenmayor, V. Gómez Iglesias, J.L. Illanes, El itinerario jurídico del Opus Dei. Historia y defensa de un carisma, Pamplona 1989 (trad. it. Milano 1991); P. Rodríguez, F. Ocáriz, J.L. Illanes, El Opus Dei en la Iglesia. Introducción eclesiológica a la vida y el apostolado del Opus Dei, Madrid 1993 (trad. it. Casale Monferrato 1993); G. Romano, Opus Dei. Il messaggio, le opere, le persone, Cinisello Balsamo 2002.
Numerose e aggiornate informazioni, in gran parte provenienti da fonti dell'O. D., sono infine in J.L. Allen, Opus Dei, New York 2005 (trad. it. Roma 2006).