Vedi ORANGE dell'anno: 1963 - 1996
ORANGE
Città gallica dei Cavari, Arausio ricevé all'epoca di Cesare una colonia di veterani della seconda Legione, condotti dal padre del futuro imperatore Tiberio. La spartizione delle terre appare su frammenti di piante catastali. La fondazione della colonia fu commemorata dall'erezione di un arco trionfale alla porta settentrionale del recinto. Questo edificio, uno dei più antichi e meglio conservati del mondo romano, misura 19,50 m di fronte e 18,8o m d'altezza. Il grande arco centrale e i due vani laterali sono fiancheggiati da colonne corinzie e ornati con fogliami all'archivolta. La decorazione scultorea comprende gruppi di due prigionieri incatenati ad un trofeo e parecchi bassorilievi, abilmente disposti in forma di piramide: una battaglia, piena di movimento, tra Romani e barbari e una congerie di armi caratteristiche evocano la conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare, mentre un trofeo navale celebra la sua vittoria su Massilia. Una dedica probabilmente a Tiberio fu aggiunta forse dopo la repressione della rivolta di Sacrovir nell'anno 21 d. C. Anche un teatro si distingue da tutti gli altri per la conservazione eccezionale della scena: il grande muro di sfondo, che si stende su 103,15 m e s'alza a 36,80 m, è unico nel mondo. La faccia esterna, molto sobria, ha conservato i vani, gli archi ciechi e i due ordini di modiglioni che mantenevano il velum. L'interno comprendeva una ricca decorazione, tre piani di colonne, statue di Venere e dell'imperatore con la corazza, fregi di centauri, di menadi, d'amazzoni, d'aquile e di ghirlande, di cui alcuni frammenti ne attestano la bellezza. Il muro separava la scena da un portico, ch'era ornato con marmo, stucco dipinto e stanze dorate. All'estremità occidentale, una porta conduce ad un insieme monumentale, che comprende un edificio con esedra e muri paralleli, forse l'unico ginnasio scoperto nella Gallia, e un grande tempio di 35 m su 24, circondato da colonne di 15 m. Numerosi oggetti in marmo, bronzo o ceramica furono trasportati nei musei di Avignone e di Saint-Germain-en-Laye.
Bibl.: L. Chatelain, Les monuments romains d'Orange, Parigi 1908; E. Espérandieu, Recueil Bas-reliefs Gaule, I, 1907, pp. 182-209; J. Formigé, in Mém. Acad. Inscr. Belles-Lettres, XIII, i, 1914, pp. 25-87; 201-225; XIII, 2, 1933, pp. 697-712; J. Sautel, Carte Arch. Gaule, VII, 1939, pp. 104-128; E. Espérandieu, op. cit., XII, 1947, pp. 28-30; J. Sautel, Fouilles à Orange en 1949, in Académie des Inscript. et Belles-Lettres, X-XII, 1949, pp. 425-29; id., Nouvelles découvertes à Orange en 1950-51, ibid., 1951, pp. 236-44; id., A. Piganiol, Les inscriptions cadastrales d'Orange, in Gallia, I, 1955, pp. 5-40; P. Mingazzini, in Arch. Class., IX, 1957, p. 193 ss. propone datazione al III secolo; R. Ami-P. M. Duval e altr, L'arc d'Orange, XV Suppl. Gallia, 2 vol., 1962.