oratore
Ricorre solo in Pd XXXIII 41 Li occhi da Dio diletti e venerati, / fissi ne l'orator, ne dimostraro / quanto i devoti prieghi le son grati. Quasi tutti i commentatori attribuiscono al vocabolo il significato di " pregante " e identificano l'orator in s. Bernardo, che ha elevato la santa orazione (XXXII 151) alla Vergine.
Di diverso parere è solo il Mattalia, il quale preferisce attribuire al vocabolo il suo significato più stretto e immediato, in considerazione del fatto che " la preghiera di San Bernardo, nella sua elegante e spiegata strutturazione, tiene dell'‛ oratio ' vera e propria ". Una posizione intermedia è tenuta dal Chimenz: " orante, pregante, ma incluso il senso di patrocinatore ".
A sostegno della tesi più largamente adottata, si cita di solito il passo di fra Giordano: " Questo non è per difetto dell'orazione e dell'oratore " (Prediche, ediz. Moreni, Firenze 1830, I 43). Si potrebbe aggiungere che il significato di " pregante " è attestato anche per il latino orator (cfr. Plauto Poenulus I II 144).
L'Aldina, la Crusca e il De Romanis accolsero la variante negli orator, giudicata inammissibile dallo Scarabelli (Lambertino III 656); il Petrocchi (v. ad l.) la respinge ritenendola affidata a una tradizione manoscritta poco sicura, pur riconoscendo che essa sarebbe altrimenti accoglibile, " giacché oratore non è qui necessariamente ‛ chi pronuncia la santa orazione ' - e quindi il solo Bernardo - ma ‛ chi prega ', e dunque potrebbe essere anche Dante ".